Rassegna Stampa Libraria – 21 maggio 2023

Rassegna Stampa Libraria – 21 maggio 2023

Come nasce uno scrittore? Ma soprattutto come nasce lo scrittore Italo Calvino? Enzo Fileno Carabba si proietta nelle possibilità della storia personale di Calvino e costruisce la biografia dello scrittore regalandogli l’identità di Italino, bimbo nato a Santiago de Las Vegas de La Habana giusto un centinaio di anni fa. Il giardino di Italo (Ponte alle Grazie), recensione di Stefano Bartezzaghi su Robinson de la Repubblica.

Tutti noi abitiamo nella lingua che parliamo e allo stesso tempo essa ci abita, dimora in noi. Alcuni ne sono più consapevoli e talvolta riescono a trasformarla in letteratura. Sergio Atzeni è certamente uno di questi scrittori, ne è un esempio il romanzo Passavamo sulla terra leggeri appena ripubblicato da Sellerio. Breve introduzione alla letteratura di Atzeni sul Domenicale de il Sole 24 ore, di Fabio Stassi.

A volte accade a una lingua di diventare unilateralmente rappresentativa e di restringere la propria pratica in contesti nettamente definiti. La letteratura yiddish, ad esempio, dopo la Shoah diventò una specie di santuario. Isaac Bashevis Singer lottò letterariamente lungo tutta la sua produzione contro questo settarismo, rendendo testimonianza della caleidoscopica vitalità della sua cultura. Max e Flora (Adelphi, traduzione Elisabetta Zevi) è un romanzo inedito di Singer, recensione di Susanna Nirenstein su Robinson e di Giorgio Montefoschi su La Lettura del Corriere della Sera. Il romanzo di Singer traccia la storia famigliare di una coppia, segnata dal malaffare e innamorata, egoista e autolesionista, una vicenda avventurosa e tragicomica tra l’Europa e il Brasile nel 1906.

Del resto «la famiglia è guerra» afferma Teresa, la protagonista di Centomilioni, romanzo d’esordio di Marta Cai (Einaudi). Un diario intimo, il rifugio di parole per continuare ad esistere. Recensione di Alessandro Beretta su La Lettura.

Quello costituito dalla famiglia è spesso un quadro complesso, nel quale l’armonia è un lontano traguardo. La relazione madre-figlia è notoriamente una delle più esposte, spesso gli esiti sono tormentati. Inès Cagnati si rivela particolarmente versata nel trattare l’argomento e, dopo il notevole Gènie la matta, troviamo in libreria Giorno di vacanza (Adelphi, traduzione Lorenza di Lella, Francesca Scala). Recensione di Antonella Lattanzi su La Lettura.

Invece i padri, a differenza delle madri, devono essere tradizionalmente inseguiti. Scrivimi dal confine di Luca Saltini (Piemme) è l’intensa storia di Aimée che, giunta negli anni ’60 alla maturità, è costretta ad affrontare l’incognita paterna, apparsa in una missiva dalla firma non traducibile, con un viaggio nella Germania comunista. Recensione Ermanno Paccagnini su La Lettura.

Nell’epoca del selfie, pratica frenetica estremamente frequente (quanta gente è morta per un selfie?) e decisamente popolare, “casca a fagiuolo” il libro intitolato Autoritratto di Gabriella Giannachi (Treccani, traduzione Elisa Dalgo). L’autrice è professoressa ad Exeter nel corso Performance and new media e tratta il tema del titolo seguendo le pratiche della saggistica accademica anglosassone. Un testo esaustivo per l’ampiezza dei riferimenti, per l’abbondanza delle citazioni e per la finalità dimostrativa dell’argomentazione. Recensione di Melania Mazzucco su Robinson.

Nel celebre film intitolato Lo zoo di Venere, Il regista Peter Greenaway esplorava con l’immaginazione il concetto di disfacimento, di putrefazione; la corrente pittorica del cosiddetto rovinismo, a cavallo tra Barocco e Rococò, imponeva intensi paesaggi naturali disseminati da rovine dell’antichità. Il fascino del disfacimento, della rovina, dell’insediamento abbandonato, continua a nutrire l’immaginario generale, è recente un format televisivo che documenta l’esplorazione di numerosi siti in abbandono. Il volume fotografico Italian Urbex. Viaggio fra i luoghi abbandonati (Magenes, cura Davide Calloni, Alessandro Tesei) raccoglie il lavoro di diciotto fotografi su quarantacinque luoghi tra dimore storiche, siti industriali, magioni, strutture religiose, edifici nobiliari, discoteche, alberghi, ospedali, tutti in stato di abbandono. In un Paese nel quale il consumo di suolo è un problema non secondario il patrimonio edilizio ed infrastrutturale abbandonato occupa il 3% del territorio nazionale tra cui 50.000 palazzi storici e 20.000 strutture religiose (fonte Istat e Cescat del 2020). Recensione di Chiara Beghelli sul Domenicale.

Fabrizio d’Amico, allievo di Cesare Brandi, fu docente di storia dell’arte a Roma, saggista e critico d’arte contemporanea e autore di pubblicazioni quali La pittura a Roma nella seconda metà del Cinquecento. La raccolta L’ansia e la grazia. L’arte a Roma negli anni Cinquanta (Quodlibet, cura Lara Conte) propone sedici testi del critico romano. L’arte di Capogrossi, Burri, Afro, Rotella, Turcato, Corpora, Novelli, Scarpitta, Consagra, Sanfilippo, Scialoja, Perilli viene raccontata e commentata dal raffinato, attento ed ispirato critico. Recensione di Carlo Alberto Bucci sulle pagine di Robinson de la Repubblica.

Andrea Oddone Martin

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