Rassegna Stampa Libraria – 20 ottobre 2024

Rassegna Stampa Libraria – 20 ottobre 2024

Molte sono le opinioni, talvolta autorevoli, sulla necessità di leggere i “Classici”. Ad ogni modo, una sola ragione è ampiamente sufficiente: nei “Classici” incontriamo l’uomo, la sua eterna essenza. È certamente così per Piero Boitani, con il suo ultimo Il grande racconto dei classici (il Mulino) prosegue nella sua lunga carriera di divulgatore della letteratura antica. Recensione di Armando Torno sul Domenicale de il Sole 24 ore. Mentre lo storico inglese Robin Lane Fox concede forma umana al nome di Omero. Con gesto sovversivo, In Omero e l’Iliade (Einaudi, traduzione Valentina Palombi) Fox ribalta la condizione collettiva nella genesi dei poemi Iliade e Odissea e afferma l’umanità di colui, l’aedo antico che affidò la sua arte oratoria ai propri figli, i quali si premurarono di scriverla. Recensioni di Mauro Bonazzi su La Lettura del Corriere della Sera e di Nicola Gardini sul Domenicale.

L’altra determinante figura, altresì misteriosa, della grande letteratura porta il nome di William Shakespeare. La sua eredità è affine all’acqua che, condensata nelle multiformi nuvole, cade minutamente, percorre la terra prima di accumularsi nei mari e ritornare al cielo, nuovamente alle nubi. Infatti, ciò che riappare negli anni Settanta, in una fattoria del Midwest, è lo scespiriano King Lear. Erediterai la terra di Jane Smiley (La Nuova Frontiera, traduzione Raffaella Vitangeli) allestisce un romanzo in cui echeggia il suono dell’antica opera, grazie alla voce della primogenita di tre sorelle. Recensione di Antonella Lattanzi su La Lettura.

L’uomo e il suo orgoglio, la sua superbia, crudeltà, bassezza ma anche bontà e amore. I racconti di Lucy Maud Montgomery, nata centocinquant’anni or sono, consegna alle mani della gioventù lo slancio positivo che supera l’impasse distruttiva, nel segno della giustizia e della pace. Romana Petri recensisce la raccolta di racconti Magia bianca della scrittrice canadese (Mattioli 1885, traduzione Enrico de Luca) su La Lettura.

Si sprecano i succinti mots riferiti alle vicende sentimentali: «gli opposti si attraggono», «chi disprezza compra», «l’amore non è bello se non è litigarello», etc. Tuttavia, nessuna di queste esemplari espressioni raggiunge la proverbiale saggezza. In quest’epoca di amori tossici, relazioni disturbate, relazioni disfunzionali, François Bégaudeau scrive in controtendenza L’amore è una cosa semplice (Salani, traduzione Francesco Bruno), nel quale racconta la storia di una coppia e della loro famiglia, negli anni Settanta. Recensione di Francesca Giannone su Robinson de la Repubblica.

La cronaca porta spesso alla ribalta realtà culturali non autoctone, adoperate per allontanare e allo stesso tempo dare un contesto di alterità a violenze, soprusi e sopraffazione. Gioielli Blu di Kataharina Winkler (Cencellada Edizioni, traduzione Cristina Proto) è un romanzo luminoso, tragico e spaventoso che racconta della condizione femminile nella Turchia rurale. Recensione di Flavia Forandini sul Domenicale.

Precarizzazione degli impieghi, stipendi non adeguati, smantellamento dell’autentico apprendistato, bando al valore dell’esperienza lavorativa, sostegno all’idea perdente di “flessibilità lavorativa” e “formazione continua”, povertà e difficoltà economica in drammatico aumento nell’insufficienza della politica di ogni colore. Tutto ciò genera sconforto, frustrazione, impotenza che si tramuta in orientamenti di preferenza autoritari nella ricerca di rimedi all’inconsistenza delle iniziative, sale la rabbia sociale tra la cittadinanza disperata. Poveri e abbandonati di uno dei più noti economisti dello sviluppo, Paul Collier (Bocconi University Press, prefazione Francesco Drago, traduzione Marianna Grimaldi) ritrae con lineare prammatica il drammatico presente, indagandone le cause e proponendo soluzioni. Luigi Ippolito intervista il professore oxoniense sulle pagine de La Lettura.

Ricordate il libro proibito ne Il nome della rosa di Umberto Eco, che uccideva chi lo sfogliava perché il bibliotecario padre Jorge da Burgos lo aveva avvelenato? Era il trattato sul riso di Aristotele (inesistente). Il filosofo francese Henri Bergson, al principio del Novecento dedica all’attività che distingue gli “animali superiori” il saggio Il riso, dove teorizza la funzione strumentale del ridere, reazione provocata dai comportamenti asociali ripetitivi, statici, meccanici, rigidi e quindi comici imposti dalla società. È noto lo studio psicanalitico di Sigmund Freud del motto di spirito che provoca la risata, il cosiddetto “witz”. In Perché ridiamo. Alle origini del cervello sociale (il Mulino) il neuroscienziato Fausto Caruana e l’etologa Elisabetta Palagi indagano le recondite cause del nostro ridere, smontando numerose e diffuse teorie. Recensione di Paolo Albani sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

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