INTERVISTA: la Libreria BERTONI a Venezia
È inconfondibile. Lungo Calle della Mandola, appena lasciato Campo sant’Angelo in direzione Campo Manin, appare un’esposizione ordinata e varia di libri d’occasione sistemati in una vetrina originale, simile ad una serra per le piante. L’ingresso della Libreria Bertoni appare sul fondo, in Calle degli Assassini, anticipata da una vetrina più convenzionale dove spesso appaiono pregiate e rare prime edizioni come pubblicazioni storiche di vario genere, a blandire appassionati, intenditori e semplici passanti. Ci troviamo con Mario e Alberto Bertoni, rispettivamente terza e quarta generazione della storica libreria, testimoni per un importante arco di tempo delle vicende di lettori, di libri, di case editrici, di biblioteche private e pubbliche. Un’epica famigliare che origina dal celebre paese dei librai, quel Montereggio nell’appennino toscano dal quale originano numerose le celebri dinastie che, emigrando, hanno diffuso la cultura libraria in ogni dove. Sono i Ghelfi, i Tarantola, i Fogola, i Lazzarelli e, naturalmente, i Bertoni.
Mio nonno Lorenzo – dice Mario Bertoni – si era venduto la casa per comprare bottega in Calle Fuseri. Aveva aperto un banco per vendere i libri, nel tempo aprì altri due banchi al gran viale del Lido di Venezia e una bottega ai Bagni del Lido. Poi si è stancato della vita balneare ed è emigrato a Padova, ma si trovò la clientela completamente cambiata, i libri d’arte vendevano molto meno e c’era un interesse spiccato per l’assortimento di carattere scientifico. Dopo qualche anno ritornò a Venezia in Frezzeria, la nostra licenza risale al 1936. Lorenzo si spostò ancora a Cortina d’Ampezzo ma, nonostante la libreria ampezzana andasse molto bene, volle spostarsi ancora. Scelse Udine per aprire bottega e nella città friulana terminò i suoi giorni. Nel frattempo, mio padre Alberto, che aveva un’indole più stanziale di suo padre, tra il 1952 e il 1953 rilevò lo spazio in cui ci troviamo oggi da un idraulico.
Avevate attuato la formula commerciale del libro d’occasione fin dall’inizio?
In realtà, aveva cominciato mio padre perché gli mancavano i soldi per comprare i libri nuovi, ma a posteriori possiamo dire che è stata una fortuna perché negli anni della ripresa e fino agli anni ’80 e ’90 l’industria editoriale ha moltiplicato i numeri, l’analfabetismo man mano si eclissava, la volontà di accrescimento ed il boom economico erano tutt’uno e il libro aveva raggiunto un livello da status simbol. Negli anni ’80 – aggiunge Alberto – enciclopedie come la UTET o la Treccani erano veramente uno status simbol, tenute in gran conto dalle famiglie che potevano permettersele. Di contro i libri d’occasione univano la possibilità di avvicinarsi e di frequentare la cultura ad un prezzo decisamente accessibile.
Ma considerato l’arco di tempo così lungo nel quale avete costantemente mantenuto il vostro punto di osservazione privilegiato sul mondo del libro, come si è evoluta la figura del lettore, come si è modificata?
Senza dubbio una grande svolta si è manifestata da quando le tecnologie digitali si sono affermate. Il risultato innegabile è che gli studenti, storici acquirenti di libri, si sono decisamente ridotti. Diciamo che, complice anche l’ambiente della formazione, forse per andare incontro a quelle che hanno giudicato le tendenze delle nuove generazioni, per essere più appetibili dagli studenti, hanno favorito l’idea dell’utilizzo prevalente del digitale in sostituzione alla frequentazione del libro. Nel far ciò, hanno alterato completamente la modalità cognitiva dell’apprendimento e le sue pratiche. Non sta a noi giudicare i risultati, che oggi però sono evidenti. È un fatto che gli studenti si sono allontanati dal libro, anche non di studio. E poi è cambiata proprio la modalità della frequentazione della libreria. Fa pensare che, ancora negli anni ’80, molti dei nostri clienti passavano in libreria dalle due alle quattro, anche cinque volte al giorno a spiluccare tra gli scaffali, a scambiare qualche chiacchera, a vedere se c’era stata nel frattempo qualche novità, a confrontare opinioni, era un ambiente sociale intellettualmente vivo. A Venezia abitava molta gente e non c’era la monocoltura turistica.
Con la vostra attività, siete stati partecipi di almeno un secolo di libri. A vostro avviso, come si è evoluta la proposta editoriale, quali sono le differenze qualitative dei libri tra gli anni ‘70 ad esempio e gli ultimi tempi?
La nostra libreria cura e propone prevalentemente un assortimento d’arte, e possiamo certamente dire che la qualità del libro d’arte è nel tempo enormemente cresciuta. La qualità di stampa, il miglioramento dell’apparato d’immagini, la qualità della carta, delle rilegature e dei formati sono progressivamente aumentate e hanno raggiunto dei risultati in molti casi più che ottimi. Al contempo rileviamo anche un notevole incremento in termini di quantità di proposte, al punto da ingenerare una sorta di confusione nel mercato. Quando il libraio si trova ad affiancare il lettore nella scelta di un libro, deve confrontarsi con un enorme catalogo di proposte per lo stesso argomento. È una parte importante del nostro lavoro, ed è man mano diventata sempre più impegnativa. Il libraio, che nel frattempo deve dedicare molto del suo tempo anche ad altre mansioni, spesso non riesce ad essere completamente aggiornato, non riesce a leggere la maggior parte di ciò che esce. A questo punto, per dare un servizio completamente efficace in teoria sarebbe necessario avere del personale specializzato nel seguire i lettori acquirenti. Bisogna aggiungere che la diffusione delle librerie di catena, dove il cliente sceglie a scaffale e i commessi non posseggono una cultura editoriale, generalmente si limitano a trovare il libro loro richiesto. La qualità della relazione tra il lettore, il libro e il libraio si è così trasformata in un atto prevalentemente commerciale, dove conta soprattutto la velocità del servizio. Per fortuna e grazie all’esperienza accumulata, la nostra libreria si impegna ancora molto nella pratica tradizionale e, in senso generale, la città di Venezia è ancora una controindicazione alla velocità. Però la clientela è un po’ influenzata dalla modalità “di catena”.
Che rapporto ha il libraio con la lettura?
Un vero libraio – afferma Alberto – oggi come ieri, non può essere estraneo alla pratica della lettura, deve conoscere i libri del suo assortimento per suggerire, consigliare ma, soprattutto coltiva la passione ed il piacere per il proprio mestiere che non si esaurisce nella vendita. Con l’andare del tempo, il libraio appassionato accumula un’esperienza polimorfa che attraversa la valutazione dei volumi, il rapporto qualità/prezzo, le manifatture, le grafiche di copertina, le impaginazioni e i contenuti testuali.
Ma il libraio che ama il proprio mestiere, possiede una biblioteca personale?
Certamente, il nostro è un caso non lontano dalla bibliofilia e, lungo gli anni, la nostra famiglia ha raccolto una ricca selezione di libri che riposano sugli scaffali della nostra biblioteca. Per spiegarmi meglio: se non sei appassionato, se i libri non ti coinvolgono emotivamente, non riuscirai a far fronte ad esempio alle dieci ore di lavoro giornaliere della nostra normalità.
Dal punto di vista commerciale, quali sono gli autori prediletti? Si possono individuare delle costanti nel tempo?
Sicuramente si vendono bene alcuni autori che potremo definire classici come, ad esempio Italo Calvino, Umberto Eco ed altri che sono sempre stati richiesti. A volte ci chiedono titoli appena usciti, che sono promossi da best-seller dalla pubblicità ma noi trattiamo libri d’occasione e non li teniamo. Però, più che gli autori in senso stretto sono sempre molto richieste le produzioni storiche di editori quali la vecchia Einaudi, Adelphi, la vecchia Mondadori, la collana di poesia Lo Specchio di Mondadori. Nonostante il tempo, la qualità della veste editoriale e dei contenuti dei marchi storici ha mantenuto alta la predilezione nella clientela. Vi sono peraltro dei marchi editoriali minori che hanno puntato su un’ottima qualità nelle loro realizzazioni, a partire dalla qualità di stampa, e il lettore che sa scegliere se ne accorge sempre.
Andrea Oddone Martin
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Libreria Bertoni
San Marco 3637/b
Venezia