INTERVISTA: La Libreria di CINEMA TEATRO MUSICA di Bologna
Usciti dalla stazione centrale dell’eminente città padana di Bologna, seguiamo la direzione di Piazza Maggiore e ci immettiamo nei portici della prospicente via Indipendenza. Dopo circa cinquecento metri, imbocchiamo a sinistra la laterale di via Marsala, proseguendo fino al sagrato della Basilica di San Martino, superandolo. Girando a sinistra lungo il periplo del complesso conventuale, al numero 1 di via Mentana troviamo una delle migliori librerie della città: la Libreria di Cinema Teatro Musica. A due passi dal Teatro Comunale, in zona universitaria, la libreria possiede un sapore autentico; le luci del marketing e le finte scenografie sono assenti. Le parole d’ordine sono passione e competenza, e si risolvono nell’offerta editoriale specializzata (in vari gradi) nei tre settori compresi nel nome della libreria. Lo stesso contesto di quartiere, con i suoi marmi, i metalli bruniti, le vecchie e ancor vive osterie, la terracotta dei mattoni, emanano il senso di un desiderio di durata, la testimonianza solida e perdurante di un tempo lungo, non effimero. Ivan Cipressi, titolare della libreria, ci accoglie cordialmente
Come e quando è nata la Libreria di Cinema Teatro Musica? Si è verificato improvvisamente un avvenimento “scatenante” oppure si è trattato di una scelta ponderata e meditata lungamente?
L’idea di aprire una libreria c’è sempre stata, la specializzazione in spettacolo origina sicuramente dalla passione di una vita, ma probabilmente l’esempio delle splendide librerie parigine di cinema e di teatro ha avuto un ruolo nella scelta.
Nel corso degli ultimi 40 anni la produzione da un lato e la fruizione dall’altro di Cinema, Teatro e Musica si è decisamente trasformata nei contenuti, nella qualità generale e nelle modalità. A suo avviso, come le proposte editoriali ha interpretato queste mutazioni? Può citare degli esempi?
Nei trentacinque anni di vita della Libreria le trasformazioni nelle proposte editoriali, in generale e sullo spettacolo, sono state innumerevoli e non hanno purtroppo tentato abbastanza di formare lettori con proposte che ne accompagnassero la crescita culturale.
In concomitanza, come si è trasformato il lettore?
In conseguenza di tutto ciò e del contesto sociale, scolastico e politico che non incoraggia la crescita culturale dei cittadini, soprattutto dei più giovani, oggi il lettore è più confuso, distratto e frettoloso che in passato.
Mentre le librerie diventano sempre più generaliste, cosa significa libreria come un luogo di cultura specializzato?
Credo che la principale ragion d’essere delle librerie specializzate e indipendenti sia proprio nel rendersi riconoscibili come “modello vivente” opposto all’omologazione, alla superficialità e alla fretta. Essere un luogo che preserva il piacere del dialogo e della condivisione di passioni.
Potrebbe individuare un comune denominatore per i clienti della libreria? Qual è il vostro “lettore tipo”?
Indubbiamente l’appassionato, che cerca libri di cui conosce l’esistenza senza averli trovati oppure altri di cui non sapeva, segnalati e consigliati dal libraio.
Qual è stata la soddisfazione più importante che ricorda?
Ai primissimi anni di apertura della Libreria entrò Leo de Berardinis, attore che ammiravo e ammiro tutt’ora. Cercava Fotostoria del jazz di Berendt, un libro bellissimo ma fuori catalogo. Di questo splendido titolo ne avevo una copia, felicemente trovata tra le rimanenze di un magazzino e me l’ero riservato. Detti la copia a Leo, rendendogli la felicità. Nessun’altra vendita mi ha dato maggior soddisfazione, anche se per trovarne un’altra copia sono stati necessari vari anni…
Andrea Oddone Martin
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Libreria di CINEMA TEATRO MUSICA
Via Mentana, 1
Bologna
Tel. 051 237277