Rassegna Stampa Libraria – 18 aprile 2021
Su un punto ci troviamo tutti d’accordo: stiamo vivendo nell’epoca della trasformazione, del rinnovamento radicale. E non solo per gli effetti nefasti della pandemia: il nostro modo di concepire e di mettere in pratica gli equilibri tra produttività, economia, lavoro, etica, proprietà, morale, diritti e doveri, coscienza di natura, competizione, giustizia, insomma l’intero canone reale e teorico della nostra civiltà è, da almeno un largo ventennio, innegabilmente naufragato nelle sue distorsioni, nelle sue inadempienze, nella discrasia tra intenzione e pratica, nella concretezza delle sue fallacie, nella diffusa e costante pratica “della rimozione”, a volte miseramente vittima dell’indifferenza e della frammentazione sociale di categorie che, invece di essere solidali, si contrappongono. È indispensabile una rifondazione generale ed urge un ripensamento preventivo, un’onesta e lucida autocritica, che consenta di motivare la responsabilità per le determinanti azioni future. Senza coraggio, senza generosità e responsabilità, siamo condannati alla miseria, non solo monetaria. L’opportunità consentita dal patrimonio conservato nei libri rimane insostituibile e fondamentale, a saperne approfittare.
Primo passo: considerare professionalmente il contesto presente senza ricorrere a facili consolazioni dalle “gambe corte”. Dobbiamo confrontarci con le nostre rovine. Utilissimo esercizio, il corposo volume Une Histoire Universelle des Ruines. Des Origines aux Lumières (Edition du Seuil) che raccoglie gli esiti dell’ultradecennale impegno di ricerca di Alain Schnapp, e di cui possiamo leggere l’ottima recensione di Marcello Barbanera sul Domenicale de il Sole 24 ore. Un importante contributo alla chiarezza e alla comprensione delle origini della nostra civiltà è fornito dall’antichista Eva Cantarella nel suo Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia (Einaudi). Ne dà conto Nicola Gardini nella sua recensione sul Domenicale. Altre valide finestre sul presente sono fornite dallo studio Cina. Prospettive di un Paese in trasformazione (il Mulino) a cura di Giovanni B. Andornino, recensito da Maurizio Scarpari su La Lettura de il Corriere della Sera; dalla riflessione con cui Corrado Ocone, nel suo Salute o Libertà. Un dilemma storico-filosofico (Rubettino editore), delinea il presente come punto di arrivo evolutivo del pensiero politico e filosofico occidentale. Un punto che si caratterizza per la cristallizzazione di un meccanismo emergenziale che sta cambiando il quadro delle garanzie presupposte alle istituzioni democratiche. Si segnala la recensione di Stefano Folli su Robinson de la Repubblica. Su La Lettura troviamo la recensione di Adriano Favole di un’altra interessante pubblicazione sull’analisi del contemporaneo. Si tratta di un saggio sullo stato attuale della demografia, della tecnologia, dell’economia del prof. Danny Dorling, che insegna Geografia Umana all’università di Oxford: Rallentare. La fine della grande accelerazione e perché è un bene è un libro che ci aiuta a capire il nostro tempo e ci indica un futuro possibile, peraltro auspicabile (Raffello Cortina editore, traduzione di Giancarlo Carlotti).
I ripensamenti, le riconsiderazioni devono necessariamente evitare di trascurare la tradizione teologica della nostra civiltà. Possiamo trovare incitamenti alla riflessione di carattere teologico anche indirettamente, mentre leggiamo dei libri che hanno finalità più o meno dichiaratamente commerciali. Mentre perseguono i loro prosaici scopi, ci propongono almeno le fonti del pensiero filosofico tradizionale. Spesso biblico, come nel caso del Kane e Abel, il primo best seller di Jeffrey Archer che, nonostante sia stato pubblicato nel lontano 1979, esce ora nella prima traduzione italiana (di Seba Pezzani) per i tipi di HarperCollins: Enrico Franceschini lo recensisce sulle pagine di Robinson. Di tutt’altro profilo, l’autorevole proposta di Luciano Canfora che l’editore Salerno dà alle stampe con il titolo La Conversione. Nel saggio, recensito da Silvia Ronchey su Robinson, Canfora ridefinisce la figura e l’opera di Giuseppe Flavio, il quale per primo testimoniò storicamente la vicenda umana di Gesù Cristo.
Ma l’avveduta riflessione, la riconsiderazione, il ripensamento, la rivalutazione non può trascurare dimensioni strettamente personali, intime, che riguardano ad esempio memorie di carattere famigliare, vissuti di prima o per interposta persona. Minime costellazioni sociali, come i due “universi” che si incontrano nelle pagine del Piccolo libro di Entomologia fantastica, scritto da Fulvio Ervas e pubblicato da Bompiani: un gruppo di ragazzi ed un altro di persone anziane che abitano un vecchio edificio, con un orto ed un “farfallario”. Un libro sulla cognizione del tempo, sul dialogo tra mondi lontani ma contemporanei, sulla convivenza, recensito da Ermanno Paccagnini su La Lettura. Un’altra indagine sulla realtà del vissuto personale è il romanzo La sfocatura del mondo, di Iris Wolff (Rizzoli, traduzione di Marina Pugliano): le sagome dei personaggi di questo libro, quarto esito letterario della scrittrice di origine romena, si stagliano contro lo sfondo di una quotidianità umile, popolare, contadina e naturale, intersecata dalla storia. Storie di attitudini personali, comuni, che lentamente confezionano, come fosse il risultato di una lenta progressione tessile, il quadro complesso di un’umanità. Mentre viene attraversata dolorosamente dalla storia, riafferma la propria dignità: un bel libro recensito da Luigi Reitani sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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