Rassegna Stampa Libraria – 23 maggio 2021
Uno degli innumerevoli aspetti dell’oggetto libro è la sua prerogativa meditativa. Il libro, infatti, già prima del contenuto propone la propria materialità iconica, densa di possibilità, di eventualità, di prospettive, di panorami, di punti di vista, di profondità, di angolazioni. Che dire, nel caso dei libri d’artista queste prerogative germogliano in una consistenza estetica unica. Negli anni tragici della seconda guerra mondiale, la vivace ed inesauribile curiosità creativa di Henri Matisse trovò nella confezione di alcuni libri, otto per la precisione, uno straordinario spazio d’elezione dello stile. Einaudi in un pregevole volume ha pubblicato il corposo studio che Louise Rogers Lalaurie ha dedicato ai libri di Henri Matisse e alla loro realizzazione; Stefano Salis lo recensisce sul Domenicale de il Sole 24 ore. L’unicità della produzione editoriale di Henri Matisse coincide con la propria necessità artistica, ma l’editoria moderna e antica si confronta in tutte le epoche con il dovere di comunicare rispondendo soprattutto a larghe sensibilità di apprezzamento e utilizzo. Sulle pagine de La Lettura del Corriere della Sera, Giuseppe Antonelli propone un articolo di taglio saggistico molto interessante intitolato Car*tutt*diteci con quali segni dobbiamo scrivere, dotato di una nutrita e utilissima bibliografia di riferimento. In questo articolo/saggio, Antonelli sottolinea importanti nodi storici che determinano e motivano le caratteristiche del nostro scrivere e del nostro leggere.
Sempre sulle pagine de La Lettura, la scrittrice americana Liz Moore racconta le circostanze del completamento del suo Il mondo invisibile (NN editore). Essa infatti terminò il libro durante l’anno di permanenza in Italia, a Roma. La lingua italiana, che essa ignorava totalmente e che si era proposta di studiare, le ha manifestato in quella particolare condizione ciò che le lingue sono per i loro parlanti: i mondi da essi abitati. Mondi che non coincidono con i confini nazionali, ma che spesso si moltiplicano a dispetto degli stessi. Mondi che, da almeno quarant’anni, sono in costante e progressiva evoluzione determinando, potremmo dire, nuove forme di cultura antropica. Esemplari le vite dei giovani scrittori Mario Desiati (Spatriati, Einaudi) e Olivier Guez (La scomparsa di Josef Menegele, Elogio della finta, traduzioni di Margherita Botto, Neri Pozza). Nella conversazione curata da Paolo Conti su La Lettura, questi autori descrivono la loro condizione di “cittadini europei” dal punto di vista geografico e contemporaneamente, di “cittadini di sé stessi”.
Lo storico Niall Ferguson, intervistato da Alberto Mingardi su La Lettura, nel suo ultimo saggio (Doom, the politics of catastrophe in uscita per l’autunno da Mondadori), cerca di definire il quadro d’attualità europeo a partire dalla gestione della pandemia del Covid-19. Non lesina critiche, Ferguson, prevedendo un futuro dominato da una compiaciuta stagnazione. L’Europa e le sue grandi capitali come Roma, già centro del precedente impero, che diventa la coprotagonista del terzo titolo di Tommaso Giani. S’intitola I tuoni (Ponte alle Grazie) e narra di storie giovanili di una società periferica, di margine, di immigrati e di seconde generazioni. Recensione di Alessandro Beretta su La Lettura. L’emarginazione sociale segna anche Una vita vera di Brandon Taylor (Codice Edizioni, traduzione di Gioia Guerzoni). Un’emarginazione storica, quella razziale, come quelle legate alle identità sessuali. I pregiudizi e le discriminazioni costellano la vita del protagonista, a prescindere dall’ambiente in cui di volta in volta si trova a vivere. Il tratto autobiografico di questo romanzo emerge dall’intervista dell’autore americano che troviamo su La Lettura, a cura di Marco Bruna.
Pregiudizi e discriminazioni che si basano sull’assunto erroneo di “ordine naturale”, mentre trovano costantemente il loro fondamento sugli assetti imposti dalle culture sociali. Il Saggiatore pubblica un testo fondamentale dell’antropologa Margaret Mead, Sesso e temperamento (introduzione di Helen Fisher, con uno scritto di Mary Catherine Bateson, traduzione di Quirino Maffi). In questi scritti, pubblicati per la prima volta nel 1935, la nota antropologa dimostra l’infondatezza del concetto di ”ordine naturale” e le limitazioni alla libertà personale imposte dagli ideali famigliari, sessuali, sociali che alcune comunità articolano strutturalmente. Recensione di Elisabetta Moro su La Lettura. Una odierna pregiudiziale di ordine razzista sta, secondo il francese Pascal Bruckner, ripresentandosi in Europa come fenomeno di ritorno di un narcisismo autopunitivo. Stefano Montefiori intervista l’autore di Un colpevole quasi perfetto. La costruzione del capro espiatorio bianco (Guanda, traduzione di Sergio Levi) su La Lettura.
Paradossalmente, un eccesso di chiarezza ci impedisce di comprendere, di vedere la nostra contemporaneità e di indirizzarci fiduciosamente al futuro. Irene Borgna, dottore di ricerca in antropologia alpina ed esperta guida naturalistica, ha raccolto un diario di viaggio notturno, che parte dalle Alpi Marittime e arriva al Mare del Nord, alla ricerca del perduto orizzonte sconfinato ed eterno del cielo stellato. Il diario è stato pubblicato da Ponte alle Grazie con il titolo Cieli Neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte, ed è recensito da Maria Luisa Colledani sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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