Rassegna Stampa Libraria – 05 dicembre 2021

Rassegna Stampa Libraria – 05 dicembre 2021

L’esercizio del pensiero non è un’attività possibile in mancanza di una disciplina paziente, costante e longeva. Spesso l’esercizio del pensiero viene confuso con l’estemporanea emersione improvvisa di un sentimento, di un’emozione. Non che l’emozione sia estranea al pensiero, ma è il pensiero che la rende possibile, edificante ed individuabile. Non il contrario. Dal pensiero nascono le idee, non viceversa. Spesso non avvertiamo quanto siamo influenzati dal mito positivo, apparentemente liberatorio della “spontaneità”, che probabilmente proviene da oltreoceano. Non cade nell’inganno Roland Barthes, di cui esce una raccolta di testi inediti in italiano. Nel volume intitolato Cos’è uno scandalo (L’Orma Editore, traduzione Filippo d’Angelo) sono raccolti gli appunti, le annotazioni, le riflessioni, frammenti, diari di lettura, che hanno accompagnato il grande pensatore francese lungo l’intera sua esistenza. Recensione di Paolo di Paolo su Robinson de la Repubblica.

È noto, dal punto di vista cognitivo la letteratura svolge un ruolo fondamentale, ogni civiltà raccoglie i propri miti fondativi nella sacralità di testi che informano perpetuamente. Ad esempio l’antica narrazione di Gilgamesh, risalente ad una civiltà vissuta 5000 anni fa, continua a descrivere l’uomo in modo puntuale. Adelphi pubblica Gilgamesh (traduzione Svevo d’Onofrio) per la cura di Andrew George nella collana Biblioteca Adelphi, la recensione è di Giorgio Montefoschi e si trova sulle pagine de La Lettura del Corriere della Sera. Evidentemente, col tempo si sono sedimentate infinite quantità e qualità di testi, in diversi gradi d’importanza in ciascuna regione culturale. Si rende necessaria una periodica sistemazione per consentire un orientamento più consapevole: ricordate, ad esempio, Il Canone Occidentale di Harold Bloom? Una recente ed interessante “sistemazione” viene proposta da Giorgio Ficara e si intitola Classici in cammino (Marsilio). La recensione è di Salvatore Silvano Nigro e la troviamo sul Domenicale de il Sole 24 ore. Più che un canone, si propone come un incoraggiante “regesto libero” di riferimento a disposizione del lettore, o del potenziale lettore, il libro Il lavoro del lettore di Piero Dorfles (Bompiani). La recensione sul Domenicale è di Andrea Kerbaker.

Dobbiamo immaginare un canone come un albero maestoso dalla chioma folta. Ad ogni ramo corrisponde un genere e, come in ogni albero, vi sono rami importanti, altri meno, altri decisamente da potare. Una gemma che ha dato origine a una ramificazione ambigua si chiama Ivanhoe. Con questo romanzo, Walter Scott inaugurò il fortunato genere storico d’invenzione. Scritto nel 1819 ma ambientato in un XII secolo, frutto di una mescolanza di storia e d’invenzione, fu l’avvio del genere di successo che perdura tutt’oggi presso svariati lettori. I quali spesso non hanno nessuna cognizione della differenza tra storiografia e invenzione letteraria, rendendosi disponibili al travisamento, quando non alla vera e propria calunnia. Si intitola Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata il libro di Francesca Trivellato (Laterza, traduzione Filippo Benfante e Francesca Trivellato) nel quale, mediante una ricerca diligente ed accurata, svela l’origine menzognera di affermazioni calunniose che prenderanno corpo successivamente negli scritti di ignari teorici, anche importanti, entrando in circolo nella società. Recensione di Giulio Busi sul Domenicale.

Un altro ramo dell’albero è la letteratura dedicata alla provincia. Celebri i quadri ferraresi, i paesaggi delle Langhe, i languori provinciali del Middlemarch di George Eliot. È la campagna francese, paesana ed agricola, l’ambientazione di Lo sconosciuto delle poste di Florence Aubenas (Feltrinelli, traduzione Cinzia Poli), un’avvincente romanzo giallo composto non da una scrittrice ma da un’abile reporter. Infatti si tratta di una storia vera, la recensione su La Lettura è di Alessandra Coppola. La letteratura delle minoranze costituisce una fronda di una certa sostanza, ultimamente in America. Deep River di Karl Marlantes (Solferino, traduzione Marinella Magrì) narra dell’immigrazione nordeuropea nel Nuovo Mondo. In questo caso, dalla Finlandia agli Stati Uniti. Recensione di Enrico Rotelli su La Lettura.

Potremo affermare che spesso la letteratura è metaforica, certamente lo è nel caso de L’accecatore di Vincenzo Pardini (Pequod). Romanzo ferocemente critico verso “un mondo incapace di capire sé stesso”, come nella recensione di Simone Innocenti su La Lettura. Del resto, quali idee informeranno il pensiero del futuro se l’urbanistica e l’architettura non testimoniano più i principi di riferimento ma centellinano esclusivamente irrilevanza? La raccolta di Rem Koolhaas intitolata Testi sulla (non più) città (Quodlibet, a cura di Manuel Orazi) fa il punto delle concezioni attuali di città. Gabriele Neri riassume la conversazione con l’architetto olandese sulle pagine del Domenicale. E il paesaggio urbano di periferie macilente si innerva nell’umanità delle storie di Francesco Pecoraro. L’ultima sua raccolta di racconti si intitola Camere e stanze (Ponte alle Grazie) ed è recensita da Gregorio Botta su Robinson.

Andrea Oddone Martin

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