Rassegna Stampa Libraria – 06 febbraio 2022

Rassegna Stampa Libraria – 06 febbraio 2022

La condizione pandemica del Covid-19 ci affligge da almeno due anni. Essa ha riportato nel presente di ognuno di noi tutti i termini e le condizioni che, presenti con naturalezza nell’immaginario di chi ha qualche lustro sulle spalle (lavarsi le mani, non toccare oggetti esposti alla gente, le banconote e le monete non sono igieniche, lavare accuratamente la frutta, le raccomandazioni “della nonna” per intendersi), erano ormai piuttosto lontani dalla pratica quotidiana. Siamo stati costretti a rivalutarne l’importanza. L’approfondimento dello scienziato (vero, non da talk-show) Alberto Mantovani su come si è evoluto il concetto di immunità, riconsidera l’immagine cognitiva del baluardo militare che si oppone all’invasione dall’ambiente esterno e propone invece l’immagine attuale dell’orchestra e della musica meravigliosa della vita. Il titolo del volume, riproposto in versione aggiornata da La nave di Teseo, è L’orchestra segreta. Come funziona il sistema immunitario, dai tumori al Covid (con Monica Florianello); lo recensisce Gilberto Corbellini sulle pagine del Domenicale de il Sole 24 ore. Il Covid-19 ci ha riportato di fronte un altro frangente che la nostra società si è impegnata a fondo di rimuovere: il confronto con la morte. È una testimonianza illuminata quella dello scrittore e psichiatra Irvin D. Yalom e di sua moglie Marilyn, si intitola Una questione di morte e di vita (Neri Pozza, traduzione Caterina Ciccotti); la recensione è di Susanna Nirenstein e la troviamo su Robinson de la Repubblica.

Realizzando il valore del presente, riscopriamo il valore della riflessione profonda, matura, esperta, filosofica. Michele Ciliberto presenta sul Domenicale il volume Il compito della filosofia di Piero Martinetti (Edizioni di Comunità). Personalità e docente importante (tra gli altri suoi allievi Antonio Banfi, Norberto Bobbio ed Eugenio Garin), Martinetti fu l’unico filosofo tra i dodici professori universitari che rifiutarono di giurare nel 1931. Dal precedente titolo di Alberto Mantovani, rileviamo la potente forza biologica dell’espediente letterario chiamato metafora. Nella suggestione che essa provoca risiede un’energia cognitiva che genera e rinforza l’apprendimento, e diventa il veicolo privilegiato verso orizzonti culturali. Armando Torno recensisce sul Domenicale la riproposta del saggio Come nascono le opinioni e le credenze scritto nel 1911 da Gustave le Bon (Oaks Editrice, a cura di Andrea Prestigiacomo con la prefazione di Francesco Ingravallo).

Inoltre, come potremo dimenticare quanta importanza hanno avuto a suo tempo le avventure di Paperino e di Topolino nello stimolare un immaginario verso conoscenze che saranno poi approfondite scolasticamente? Le illustrazioni del libro Odino, giganti e altre stranezze di Paolo Berto (Electa Junior, illustrazioni di Chiara Varotto) sono il veicolo privilegiato per la conoscenza dei miti nordici fin dalla più giovane età. La recensione è di Roberto Luigi Pagani su Robinson. La delicatezza intensa e un po’ surreale de Il piccolo principe di Saint-Exupéry ha affascinato intere schiere di lettori; la premessa del successo del libricino sta nella tormentata relazione che univa e al contempo divideva l’autore e sua moglie, Consuelo Suncin Sandoval. Il libro Il principe e la rosa. Lettere d’amore 1930-1944 (Donzelli, a cura di Alban Cerisier, traduzione di Lila Grieco) raccoglie il dialogo cartaceo che punteggiò la movimentata relazione tra i due. Recensione di Giuseppe Scaraffia sul Domenicale. Del resto, è risaputo che la letteratura risiede in ciò che non è scritto e il romanzo Tra le nostre parole di Katie Kitamura (Bollati Boringhieri, traduzione Costanza Prinetti) riprende il tema della distanza tra comunicazione e comprensione. Recensione di Viola Ardone su Robinson. Sono i vuoti che lasciano echeggiare le vere presenze, è la provincia la regione in cui si sostanziano le pause necessarie. La provincia letteraria, la cui esistenza poco appariscente è più concreta della rutilante agitazione urbana (e digitale) dà costantemente testimonianza di sé amplificando i paradossi dissimulati nelle città. È ambientato a Macerata il romanzo Cesco e il Grande Tossico di Luca Pakarov (Fandango) ed è recensito da Alessandro Beretta su La Lettura del Corriere della Sera.

Le occasioni delle dipendenze si sono ampliate, il dramma della ludopatia, ad esempio, condanna l’esistenza di tante persone. La dipendenza digitale è più subdola ma altrettanto condizionante. Il libro L’era della dopamina. Come mantenere l’equilibrio nella società del «tutto e subito» della professoressa Anna Lembke (Roi Edizioni, traduzione Massimo Simone e Raffaella Voi) dà un utilissimo contributo di chiarezza per comprendere l’entità della limitazione dovuta ad un utilizzo improprio delle tecnologie digitali. Federica Colonna intervista la professoressa Lembke su La Lettura.

La realtà e la finzione letteraria spesso si sovrappongono, si confondono, si evocano. Soprattutto nel caso di una letteratura giudiziaria. Ricordate il “delitto di Cogne”? il libro L’assassino delle poste di Florence Aubenas (Feltrinelli, traduzione Cinzia Poli) prende le fila da un crimine di ambientazione montana. L’autrice, giornalista d’inchiesta, basa la sua narrazione sull’autentico repertorio giudiziario del caso, tutt’ora irrisolto. Recensione di Fabio Gambaro su Robinson. La letteratura permette approfondimenti che spesso la comunicazione che si rivolge all’aggiornamento quotidiano non cura, o meglio cura “troppo”. Perciò, al mutare delle epoche aumentano le possibilità di narrazioni precise di situazioni mistificate allora dalla cosiddetta informazione d’attualità. È il caso de Il cercatore di tenebre dell’autore nigeriano Femi Kayode (Longanesi, traduzione Andrea Carlo Cappi) nel quale troviamo uno spaccato reale dell’Africa. Marco Bruna intervista l’autore sulle pagine de La Lettura.

Ricordate l’inizio di Film Blu della trilogia di Krzysztof Kieślowski? Un incidente d’auto nel quale muore tutta la famiglia della protagonista, Juliette Binoche. Analogamente apre la raccolta di racconti Storie di vite diverse di Bette Howland (SEM, traduzione Tiziana Loporto): un incidente d’auto innesca la riflessione sulla vita, sulla morte, sulla vita che conduciamo, ed oltre. Bette Howland fa parte di quella letteratura americana di derivazione ebraica, alla stregua di Saul Bellow, dei fratelli Singer a partire da Isaac Bashevis, etc. Ma, a differenza di questi fu dimenticata prestissimo nonostante l’ottimo esordio e l’apprezzamento generale. La recensione è di Cristina Taglietti e la troviamo su La Lettura del Corriere della Sera.

Andrea Oddone Martin

© RIPRODUZIONE RISERVATA