Rassegna Stampa Libraria – 06 marzo 2022

Rassegna Stampa Libraria – 06 marzo 2022

A volte, la narrativa della quotidianità riesce a innervarsi di salvifica ironia. Ci rende la possibilità di risate liberatorie e compensatorie, ventate di ilarità che rendono visibili condizioni faticose, se non assurde. È questo il caso di Tutta la stanchezza del mondo di Enrica Tesio (Bompiani), nel quale l’autrice scandisce sagacemente le minute tappe del quotidiano di tutti noi, rivelandone il non senso. Recensione di Maurizio Crosetti su Robinson de la Repubblica. Un altro romanzo che ci restituisce una descrizione disincantata del nostro quotidiano si intitola Tutto per i bambini di Delphine de Vigan (Einaudi, traduzione Margherita Botto). De Vigan si concentra particolarmente sulle derive e sulle illusioni del nostro immaginario pesantemente condizionato dalle tecnologie della comunicazione, ormai entrate capillarmente in qualunque gesto, anche il più personale. All’incapacità di difendersi (e difendere) degli adulti corrispondono le regolari conseguenze sulle categorie più fragili, i più giovani. Le due protagoniste del romanzo si collocano agli antipodi e, nel loro opporsi, rivelano la discrepanza tra la vitalità concreta e l’illusoria amplificazione vitale dell’algoritmo. Fabio Gambaro presenta il volume su Robinson.

Oggigiorno, molta letteratura di inizio Novecento viene riconsiderata e molte sono le case editrici che ne pubblicano nuovamente i titoli. Feltrinelli pubblica La stanza di Jacob, prima fatica della poi celebre Virginia Woolf. Un romanzo che non racconta ma, grazie alla sperimentazione stilistica, provoca un graduale affioramento, l’apparire progressivo dell’assenza, l’organizzata dinamica della dispersione legata al manifestarsi della follia bellica; l’elaborazione di una forma, attività eminentemente letteraria, che manifesti in sé la destrutturazione, la distruzione, e l’eternità ottenebrata degli universali. Nadia Fusini recensisce il libro sul Domenicale de il Sole 24 ore. Sembra paradossale che un acceso interesse per le opere di un secolo fa sia contemporaneo all’odierna strabordante produzione di scritti e di pubblicazioni. Nelle scritture d’antan, si avverte una necessità autentica e una dimensione culturale di sostanza, qualità che troppo frequentemente non si incontrano più, nemmeno in pubblicazioni “di grido”. Un grido di incosciente disperazione, probabilmente.

La casa editrice Mattioli 1885 ricorda l’importante figura di Maria Corti con il volume Viaggiatori del cielo. Omaggio a Maria Corti curato da Benedetta Centovalli. Nel volume si raccolgono notizie, aneddoti, ricordi e si rammenta l’impegno e la statura della studiosa, filologa e letterata. Uno stralcio del volume, che troveremo in libreria a maggio, è sul Domenicale con la firma di Mario Andreose. Sulla stessa pagina del Domenicale, Claudio Giunta presenta la ripubblicazione di Ombre dal Fondo (Einaudi) di Maria Corti. Il Fondo in questione è il Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei dell’Università di Pavia, la creatura della Corti, oggi uno dei più importanti archivi d’autografi d’autori del Novecento, che comprende anche il Centro Manoscritti. È il racconto delle vicende che hanno dato vita all’archivio e della sua progressiva costituzione, un racconto d’umanità letteraria, di autentica letteratura.

Come quella della tragedia greca, che accompagna vite intere sollecitando profonde riflessioni. La vita di Eugenio Borgna, instancabilmente immerso nell’Antigone di Sofocle. Il Mulino dà alle stampe Sofocle, Antigone e la sua follia, sua ultima riflessione sull’umanità. Recensione di Francesca Nodari sul Domenicale. È la consueta domanda che si ripropone: cos’è la letteratura? E la corretta risposta la rileviamo nella substantia dei cosiddetti Classici, opere che hanno superato la contingenza e appaiono attuali in qualsiasi epoca. Non è d’obbligo che i Classici siano stati scritti nel passato, è la letteratura che li qualifica come tali, come dimostra la scrittura di Yasmina Reza. Dell’autrice francese, il 14 marzo troveremo in libreria Serge (Adelphi, traduzione Daniela Salomoni), un romanzo dove i fatti imbrigliano i protagonisti imponendo loro il confronto con la memoria di ciò che siamo, qualunque esso sia. Recensione di Marco Missiroli su La Lettura del Corriere della Sera.

Per vie inesplicabili, la scrittura e la professione medica sono strettamente correlate. Fa pensare il fatto che fin dal 1951 esista in Italia l’AMSI, l’Associazione Medici Scrittori Italiani che aderisce a sua volta all’UMEM, Union Mondial Écrivains Médécins. Sono medici scrittori Philip Roth, Oliver Sacks, Anton Čechov, Louis-Ferdinand Céline e molti altri. Per non dire dei personaggi medici, uno su tutti Il dottor Živago di Boris Pasternak. In aggiunta alla nutrita compagnia viene pubblicato ora Il dottor Bergelon di George Simenon (Adelphi, traduzione Laura Frausin Guarino). Scritto alla fine degli anni ’30, racconta dei piccoli sconvolgimenti di un destino che pian piano consentono al medico di provincia di misurarsi con sé stesso e la vita, quella non ibernata nelle consuetudini di facciata. Ampia presentazione di Mariarosa Mancuso su Robinson de la Repubblica.

Andrea Oddone Martin

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