Rassegna Stampa Libraria – 10 dicembre 2023
Dall’Ulisse di James Joyce: «Mistake are the portal of discovery»; qualche anno fa Oliviero Toscani dette alle stampe il titolo Più di 50 anni di meravigliosi fallimenti (Electa); dopo aver ascoltato la prestazione di un collega, il grande musicista Thelonious Sphere Monk affermò: «You’ve been making the wrong mistakes». Tra bias cognitivi, accidenti storici, scoperte tecnologiche, prese di posizione filosofiche, neurobiologiche e psicologiche, possiamo affermare che quella dell’errore è una positiva teologia esistenziale. Elogio del Fallimento. Quattro lezioni di umiltà di Costică Brădăţan (il Saggiatore, traduzione Olimpia Ellero) racconta significativi episodi della vita di Simone Weil, Mahatma Gandhi, Emil Cioran e Yukio Mishima. Recensione di Vittorio Pelligra sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Del resto, la nostra esistenza potrebbe essere immaginata come una formula negativa del vuoto, come l’assertiva e concreta evidenza di una controparte all’assenza. Storia del vuoto di Gérard Thomas (Edizioni Clichy, traduzione Tommaso Gurreri) affronta la tenebra irriducibile, l’orripilante atavico, l’estremo sgomento di ciascun vivente porgendoci le idee non in forma saggistica, ma narrativa. Recensione di Raffaella de Santis su Robinson de la Repubblica.
Il significato della letteratura risiede nel percorso inesausto del limite tra l’incomunicabile e il formale perfettibile, nell’esprimere compiutamente il non detto. Perché sono da sempre un corso d’acqua è il titolo italiano dell’originale Blutbuch di Kim de l’Horizon pseudonimo dello svizzero tedesco Dominik Holzer (il Saggiatore, traduzione Silvia Albesano). Un libro magnetico, un sortilegio letterario, in cui la volontà espressiva si rivolge a coloro che non possono più ascoltare, in cui lo stile è raffinato al punto da espandere la suggestione comunicativa. Recensione di Alessandra Iadicicco su La Lettura del Corriere della Sera.
In ogni contesto la necessità della disciplina svolge un ruolo fondamentale, condizionato alla salvaguardia della libertà dell’obbedienza. Tale libertà impone atteggiamenti attivi e responsabili, contrari alla passività della fruizione del web e dell’informazione mediatica acritica, che trasforma la libertà di obbedire in una coercizione dall’aspetto innocuo. In Per che obbedire, George Didi-Huberman (Luca Sossella, traduzione Maria Nadotti) riflette sulle varie declinazioni che la memoria storica e scientifica ci pone dell’obbedienza. Un libricino necessario, dedicato esplicitamente ai giovani ma a beneficio di chiunque. Recensione di Anna li Vigni sul Domenicale.
Nel periodo duro e senza prospettiva, nella decadenza economica e nello scadimento generale, è forte la tentazione di catalizzarsi emotivamente sul riferimento del cosiddetto “uomo forte”. È sempre stato così? L’evidenza storica indica che il fenomeno ha una precisa origine nella fine del Settecento, in concomitanza con le Rivoluzioni e con la diffusione delle testate giornalistiche a basso costo. Ne Il culto dei capi, il professore di Storia moderna a Princeton David A. Bell (Viella, traduzione Alessandra Manzi) indaga a fondo il passaggio dai regimi totalitari dell’Ancien Régime ai paradossali regimi totalitari dell’età delle democrazie. Antonino de Francesco intervista il professore sulle pagine de La Lettura.
Faune di Christiane Vadnais (Codice Edizioni, traduzione Piernicola d’Ortona) tratta dell’emergenza climatica e del rapporto tra umanità e Natura in modo assai particolare. È un romanzo che avvince frastornando, semplice ed intricato come una giungla selvaggia, primordiale e contemporaneo allo stesso tempo: un nuovo Libro dei Mutamenti. Recensione di Licia Troisi su Robinson.
La drammatica attualità migratoria e la dimensione vitale dell’immaginazione che incrocia potentemente la realtà portando con sé direzioni di significato è ciò che sostanzia L’imperatore delle nuvole di Pierpaolo Vettori (Neri Pozza). Una distopia visionaria più vera del vero recensita da Alessandro Beretta su La Lettura.
L’intensità introspettiva che si manifesta nelle pagine del titolo L’ora di greco della coreana Han Kang (Adelphi, traduzione Lia Iovenitti) ci rende perfettamente lo sforzo, la tensione alla compiutezza nei due personaggi principali, un insegnante di greco classico che sta per perdere la vista e la donna che frequenta le sue lezioni, che a sua volta desidera recuperare la possibilità di parlare. Recensione di Pablo Maurette su Robinson.
Fra pochi giorni è Natale, il giorno in cui le famiglie si riuniscono e siamo tutti più buoni. La malizia del vischio di Kathleen Farrell (Fazi, traduzione Stefano Bortolussi) è un romanzo natalizio di tradizione britannica scritto nel 1951. Della tradizione promette e mantiene l’abrasività corrosiva della candida e pungente ironia anglosassone: buonismo non pervenuto. Recensione di Mariarosa Mancuso su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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