Rassegna Stampa Libraria – 10 settembre 2023
Al termine dell’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia ci sembra naturale indicare l’ultimo libro di un autore cineasta, documentarista e scrittore di indiscussa integrità personale ed artistica: la voce originale di Werner Herzog. Si intitola Ognuno per sé e Dio contro tutti (Feltrinelli, traduzione Nicoletta Giacon) ed è una sorta di nutrito reportage autobiografico sulla sua vita e sulle realizzazioni dei suoi importanti film. Su La Lettura del Corriere della Sera, Werner Herzog e il regista Davide Ferrario si concedono una lunga chiacchierata. Sia l’opera cinematografica che la scrittura di Herzog è innervata da un’immediatezza dura, profonda, biblica nel rendere la visione del mondo. Una realtà immaginata più vera del verosimile, non mediata dalla consueta opacità sedativa: nella visione di Herzog le contraddizioni brillano come fari sul mare notturno.
È finalmente in libreria Holly di Stephen King (Sperling & Kupfer, traduzione Luca Briasco), ultimo romanzo del maestro del thriller. Pare che con il tempo migliori, il prolifico autore statunitense, anche Holly regala momenti di gran brivido, oltre ad inoltrarsi nella critica all’ipocrisia sociale e politica dell’attuale mondo americano. Sarcasmo ed ironia nella confezione dei due protagonisti, gli adorabili coniugi Harris, gentile coppia di anziani e stimati professori universitari, che compiono le loro efferatezze terrificanti con l’esclusiva preoccupazione di essere integralmente politically correct. Recensione di Giancarlo de Cataldo su Robinson de la Repubblica.
La pratica del genere narrativo del “romanzo” ha ancora una ragion d’essere dopo i fasti settecenteschi, le glorie ottocentesche e le revisioni stilistiche novecentesche? Il premio Nobel John Maxwell Coetzee si accoda allo sperimentalismo formale di Roland Barthes scrivendo Il polacco (Einaudi, traduzione Maria Baiocchi). Un romanzo sulla parola, sulla lingua nostra magione incerta, sull’amore ma soprattutto sulla precarietà della vita che si rende immediatamente esplicita in ciò che rimane di noi e di quello che siamo stati. Recensione di Paolo di Paolo e piccolo inciso di Franco Marcoaldi su Robinson.
Persegue un punto di chiarezza il famoso critico letterario inglese James Wood. Come funziona la critica (Minimum fax, traduzione Raffaella Vitangeli) è una raccolta antologica della produzione giornalistica uscita su The New Yorker, The New Republic, The London Review of Books in cui Wood si confronta vivacemente con autori classici e contemporanei. Recensione di Leonardo G. Luccone su Robinson.
Rivedono la luce, nella silloge Parigi (Quodlibet), gli scritti che Bruno Barilli dedicò alla Parigi del periodo compreso tra le due guerre. Nonostante il conflitto appena sopito, Parigi viveva ancora nel mito del prestigio mondano e intellettuale ma Barilli, nella sua scrittura sciamanica, ne ritrae il tessuto dei margini, della fatica quotidiana, dell’oscurità umana. Una Parigi che potrebbe fare da sfondo alle circostanze criminose del leggendario commissario Jules Maigret. Recensione di Francesco Maria Colombo sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Il tramonto generale dei tabù sociali continua testardamente ad evitare il concetto di “redistribuzione”. È talmente misteriosa la questione che, per tutela preventiva, non è dato avere un’idea credibile dello stato di fatto del potenziale economico attuale se non una mal fondata percezione di “precarietà e insufficienza” generale. Lo studio La ricchezza degli italiani. Tra cambiamento climatico, declino demografico e innovazione digitale di Luigi Cannari e Giovanni d’Alessio (il Mulino) ci offre un quadro analitico e aggiornato. Recensione di Alberto Orioli sul Domenicale.
Nel momento in cui i piccoli centri abitati dell’entroterra italiano vengono indicati come “borghi”, immediatamente siamo assaliti dall’immagine oleografica di mura medievali restaurate (tanto da sembrare di plastica), balconcini fioriti tra pittoresche viuzze lastricate, bucoliche vedute. Dolci esche da isterismi turistici del “social”. Contraffazioni evidenti, che evitano con decisione negligente e parassita la vitalità del paese abitato, le cui case, campi, boschi e strade coincidono con le grammatiche di una lingua autoctona da cui si è parlati e resi manifesti a sé stessi. Il piccolo centro lucano di Petricchio, a mezzo tra il mare e il monte, è protagonista di Appetricchio di Fabienne Agliardi (Fazi), protagonista anche linguistico nell’affascinante storia tra abitanti e visitatori. Recensione di Marzia Fontana su La Lettura.
Ne Il crepuscolo degli idoli (Adelphi, traduzione Ferruccio Maisini), Friedrich Nietzsche scrisse: «L’architettura è una specie di oratoria della potenza per mezzo delle forme». Il Razionalismo italiano del primo Novecento non sfugge tipicamente all’assunto, in Quello che noi non siamo di Gianni Biondillo (Guanda) ripercorriamo le storie di architetti quali Giuseppe Terragni, Luigi Figini, Piero Bottoni, Richard Rogers, tra gli altri. Storie di crisi, insofferenze, idiosincrasie, ma anche slanci ed entusiasmi, in cui il pensiero architettonico filtra la dittatura, e viceversa. Presentazione di Marco Balzano su La Lettura.
Ricordate la celebre immagine dell’etologo austriaco Konrad Lorenz mentre nuota insieme alle sue oche? Era sulla copertina del libro L’anello di Salomone (Adelphi, traduzione Laura Schwarz). Il pulcino di Kant del neuroscienziato Giorgio Vallortigara (Adelphi, illustrazioni di Claudia Losi) si pone in diretta continuità con il pensiero scientifico di Lorenz e presenta felicemente al lettore comune le dinamiche di apprendimento dei piccoli volatili (e dei neonati) che incrociano, senza ordine di priorità, conoscenza ed esperienza. Recensione di Orazio Labbate su La Lettura.
Le cronache recenti manifestano la qualità generale del nostro rapporto con la Natura. Decisamente scadente se pensiamo alle recenti generazioni cui pare normale (e doveroso) inoltrarsi nei boschi come se passeggiassero tra le siepi di bosso del Giardino di Boboli o tra le aiole geometriche dei Giardini di Versailles. Due titoli interessanti per curare l’analfabetismo naturalistico, il primo Giustizia per gli animali. La nostra responsabilità collettiva di Martha Craven Nussbaum (il Mulino) in cui si affronta l’ideologicamente superata ma ancora resistente indifferenza umana alla biodiversità, anche dalla prospettiva giuridica. Presentazione della stessa Martha C. Nussbaum sul Domenicale. Il secondo, Bestiario invisibile. Guida agli animali delle nostre città del biologo Marco Granata (il Saggiatore), in cui familiarizziamo con le numerose specie che abitano con noi in città, non solamente gabbiani, cinghiali e pappagalli. Recensione di Giulia Bignami sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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