Rassegna Stampa Libraria – 12 dicembre 2021
Di questi tempi si parla molto di libertà ma poco se ne sa veramente, in genere. Un esempio esatto, costruttivo, ce lo dà Julien Gracq nella recente ristampa del suo Libertà grande (L’Orma Editore, traduzione Lorenzo Flabbi). Uscito per la prima volta nel 1946, ma continuamente arricchito fino al 1969, il volume raccoglie numerosi scritti dell’autore francese, tutti contraddistinti dallo stile raffinato di un autentico interprete della letteratura, consapevole dell’unica libertà esistente, quella elargita dalla disciplina. Recensione di Fabio Gambaro su Robinson de la Repubblica. In ultima analisi, la disciplina della letteratura è quella del mistero sacro: la lettura e la scrittura ci ricompongono, dànno il senso alla storia della vita, la nostra. Le stelle si spengono all’alba è un avvincente romanzo di formazione nel quale si possono riconoscere i tratti dell’autore, della tribù Ojibway: Richard Wagamese (La Nuova Frontiera, traduzione Nazareno Mataldi). Recensione di Giancarlo de Cataldo su Robinson.
Possiamo immaginare il nostro patrimonio letterario come un giardino, più o meno lussureggiante a seconda dell’indole del giardiniere. Competenza botanica e letteraria si comprendono nel volume Fior da fiore. Ritratti da essenze vegetali (Quodlibet, illustrazioni di Giovanna Durì). L’autrice Angela Borghesi è infatti docente di letteratura italiana contemporanea e appassionata botanica; nel suo libro racconta di autori importanti e del loro rapporto con il mondo vegetale. Vi incontriamo Italo Calvino, Camillo Sbarbaro, Ildebrando Pizzetti, Giovanni Pascoli: aneddoti, estratti letterari e citazioni poetiche intercalate dalle illustrazioni che impreziosiscono il volume. Recensione di Marco Belpoliti su Robinson. Più che dare risposte, la buona letteratura individua gli interrogativi “giusti”, intensifica gli sforzi dello scrittore per formulare sapidi quesiti, ponendoci nella condizione di pensare. Nel suo ultimo Lettere a Camondo (Bollati Boringhieri, traduzione Carlo Prosperi) lo scrittore britannico Edmund de Waal raccoglie una sessantina di intense missive, indirizzate a Moïse de Camondo (Costantinopoli, 1860 – Parigi, 1935). L’occasione per questa particolare forma letteraria è stata l’invito a studiare l’archivio della stupefacente casa museo De Camondo a Parigi. Mentre si immerge nella vita di De Camondo, l’autore si rende conto di evocare anche la propria ed instaura con il trapassato un rapporto personale, confidenziale. Recensione di Lara Crinò su Robinson. Ed è nell’esperienza di molti, affezionarsi ad un autore fino a considerarlo intimo. Ogni volta che esce un libro di quell’autore, lo si accoglie come la visita di un vecchio amico. Lo scrittore Patrick Modiano favorisce questo rapporto, nel suo ultimo Inchiostro simpatico (Einaudi, traduzione Emanuelle Caillat) è la figura di un detective (che vuole fare lo scrittore) a renderci le pagine famigliari. Ma la vera protagonista è la memoria, le sue incertezze, i suoi bagliori. Recensione di Elisabetta Rasy sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Spesso si è affermato che è nel linguaggio che viviamo, che riusciamo a collocarci rispetto alla realtà, che possiamo individuarci: è la soglia della nostra mente, la finestra del nostro pensiero. È alla lingua che dobbiamo essere grati, anche quella fisiologica e ce lo rammenta letteralmente Valeria Cantoni Mamiani nel suo folgorante ed intenso Lingua. Estetica della soglia (Fefè Editore). La recensione è di Vittorio Lingiardi e la troviamo sul Domenicale. Come ci insegna la Cantoni Mamiani, non sono solo le parole a realizzare il linguaggio. Scherzi a parte, anche le strutture. E parliamo di strutture narrative, s’intende. In Teoria della prosa (Wojtek, traduzione Loris Tassi), i curatori Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi raccolgono le lezioni che Ricardo Piglia tenne all’università di Buenos Aires su alcune opere di Juan Carlos Onetti. Piglia, in queste lezioni universitarie cerca di individuare le regole generali di un genere narrativo: la novella. Recensione di Leonardo G. Luccone su Robinson.
La letteratura è un mondo plurale anzi, una pluralità di mondi. In essa confluisce l’immaginario di un’infinità di categorie: autori, lettori, critici, tipografi, editori, giornalisti, agenti letterari, promoters, librai, catene commerciali, professori, pubblicitari, esperti di comunicazione, traduttori, semplici conoscenti, amici, letterati, docenti, nemici di penna, esperti di computer, testate specializzate, bibliofili, bibliomani, biblio… Gli editori non sono certo l’ultima ruota di questo carrozzone ma anzi, ne sono un asse portante e fondamentale: le vicende editoriali costellano la nascita dei libri, spesso influenzandone la natura. Esce la nuova edizione di un classico, Bandiere nella polvere di William Faulkner (La nave di Teseo, traduzione Carlo Prosperi). Mario Andreose presenta il volume sul Domenicale riassumendo sinteticamente le peripezie editoriali di questo classico, fatte di rifiuti e di pubblicazioni mutilate, a partire dal 1926.
Andrea Oddone Martin
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