Rassegna Stampa Libraria – 12 marzo 2023

Rassegna Stampa Libraria – 12 marzo 2023

Fra le novità in uscita troviamo l’edizione commentata della Divina Commedia, nella sua prima cantica, Inferno. Senza dubbio la parte più letta dell’intero poema, curata con precisione esauriente e innovativa da Enrico Malato, il fondatore del progetto editoriale NECOD – Nuova Edizione Commentata Opere di Dante per Salerno Editrice. Nell’opera di Dante vive la coscienza dell’Occidente, summa ragionata di teologia e sapienza, di avventura e storia, di umanità e politica, scrigno inesauribile di conoscenza e spiritualità. Recensione di Pietro Boitani sul Domenicale de il Sole 24 ore

La prima fonte di conoscenza è l’esperienza, nella fattispecie quella del giovane maestro Alessio Merola che, nel racconto lungo Gli analfabeti di Rossella Milone (Edizioni Industria e Letteratura), lavora in una scuola elementare. Grazie ad una particolare predisposizione, Merola avverte in trasparenza la realtà delle relazioni famigliari dei suoi alunni, la qualità delle persone che frequentano. Proprio per questa prerogativa e per la sua determinazione ad assumersene la responsabilità, finisce in un turbine di malevolenza collettiva in cerca del capro espiatorio che liberi dalle imputabilità. Recensione di Alessandra Sarchi su La Lettura del Corriere della Sera.

Anche August Strindberg aveva dedicato nel 1906 uno scritto al male della comunità, intitolato Il capro espiatorio (Carbonio, traduzione Franco Perrelli). Il protagonista questa volta è Libotz, giovane avvocato onesto fino allo scrupolo, il quale viene ingiustamente e pesantemente perseguitato dalla gente di una piccola cittadina tra le montagne. Recensione di Marta Morazzoni sul Domenicale.

Sarà sempre la stessa storia, ma rimane opportunamente soggetta a periodiche ulteriori riletture. Le riletture sono sempre “tonificanti”, specie se tappe di un metodo ragionato, di un programma d’argomento. L’universo letterario del probabile. Matematica, determinismo e probabilità da Poe a McEwan di Francesca Romana Capone (Bollati Boringhieri) è un invito, un’istigazione alle riletture di, tra gli altri, Arthur Conan Doyle, Edgar Allan Poe, Carlo Emilio Gadda, Robert Musil, Paul Valéry, Luigi Pirandello sullo sfondo delle teorie scientifiche del caos probabilistico, tra l’Ottocento e il Novecento letterario. Recensione di Umberto Bottazzini sul Domenicale.

Se lo sfondo è un piccolo arcipelago francese in Canada circondato dall’Oceano e vi si è stabilito un ex poliziotto con incarichi speciali, ci troviamo ne Il pesatore di anime di Oliver Norek (Nero Rizzoli, traduzione Maurizio Ferrara). Un thriller riflessivo, dove l’immobilità s’addensa e ricrea le tipiche atmosfere da noir francese, appunto. Recensione di Giancarlo de Cataldo su Robinson de la Repubblica.

Se invece lo sfondo è la Russia artica, gelida e cupa di Jievnibirsk, ci troviamo nell’inferno glaciale di Il dolore crea l’inverno di Matteo Porru (Garzanti). Autentica trasposizione dell’inferno umano che ricorda da vicino quello dantesco, nella pena della memoria che accompagna gli abitanti dello sperduto e glaciale paesino. Recensione di Patrizia Violi su La Lettura.

Per noi, immersi nella roboante attualità, resta difficile immaginarsi di un tempo recente in cui il silenzio dominava, silenzio fisico e mentale. La sostituzione della missiva con l’e-mail (già preconfezionata nel suo apparato emotivo di sintetiche sigle spersonalizzanti e di seriali e-moticon) comporta la rinuncia all’esitazione, alla sosta riflessiva, al silenzio dell’attesa, al segno personale, di pugno. Scrigni di confidenze, slanci, melanconie, opinioni, motivazioni private e pubbliche, entusiasmi e frustrazioni a cui corrispondeva un’adeguata articolazione linguistica e di pensiero. Un mondo alquanto diverso di cui ci rimangono, fortunatamente, le tracce degli epistolari, a volte cospicui. Epistolari, testimoni di un tempo che fu e dell’ambiente culturale che lo contraddistinse. Come, ad esempio, quello musicale di Giacomo Puccini ora raccolto nel corposo volume Giacomo Puccini. Epistolario III, 1902-1904 a cura di Francesco Cesari e Matteo Giuggioli (Leo S. Olschki). Recensione di Raffaele Mellace sul Domenicale.

La vicenda di Gabriele d’Annunzio a Fiume, la cosiddetta “Impresa di Fiume”, si impernia sulla figura galvanizzante del Vate e negli intenti di libertà, egualitari, sociali del suo statuto Carta del Carnaro. Un’immagine di futuro positivo e vitale, alla quale aderirono in massa persone di ogni estrazione. Ma fu realmente un’avventura condotta e guidata in piena indipendenza da Gabriele d’Annunzio? D’Annunzio diplomatico e l’impresa di Fiume di Eugenio di Rienzo (Rubettino) è una corposa e articolata analisi dello stato di fatto politico e sociale dell’epoca che consentì l’impresa fiumana, soprintesa in modo tutt’altro che indipendente. Recensione di Franco Cardini sul Domenicale.

Pet è un vocabolo anglosassone che si riferisce agli animali domestici, favoriti, da compagnia. Un fenomeno che da almeno tre decenni caratterizza il rapporto tra animali domestici e persone, forse alimentato dalla crescita esponenziale dei cosiddetti single. Infanzia e bestiario di Claudia Quadri (Edizioni Casagrande) è una raccolta autobiografica, un quaderno di appunti che viene ritmato, punteggiato, strutturato dall’amore per la Natura e gli animali. Attraverso le importanti presenze di figure animali, Quadri rievoca memorie, fa riaffiorare ricordi, momenti privati, sociali, accanto a cani, lumache, piccioni, gatti, balene e papere, falchi e tassi. Recensione di Simone Innocenti su La Lettura.

In America, il tema ambientale era già importante fin dagli anni trenta. L’inglese di nascita Archibald Stansfeld Belaney si trasferì nel continente americano, fu adottato dalla tribù degli Ojibway e, con il nome d’arte di Grey Owl, si impegnò per anni con successo a diffondere la cultura naturale dei nativi americani, di armonia e rispetto, alternativa a quella prevalente di sfruttamento e solitudine. L’albero (La Vita Felice, cura Luca Castelletti) racconta la lunghissima vita di un pino e le innumerevoli e varie vite che la accompagnano, compresa quella dell’uomo. Recensione di Sarah Savioli su Robinson.

«L’uomo moderno deve ritrovare la propria umanità… Questo umanesimo dovrà avere un carattere rivoluzionario… e il suo successo è la stessa condizione di sopravvivenza dell’umanità», parole scritte quarant’anni fa e rimaste inascoltate. L’autore è un pioniere dell’ecologismo, Gianfranco Bologna che nel suo ultimo Noi siamo Natura (Edizioni Ambiente) afferma e controprova abbondantemente: «Abbiamo perso la cognizione della nostra appartenenza alla Natura. Il velocissimo sviluppo tecnologico e il modello di crescita materiale ci hanno di fatto allontanato culturalmente dal mondo che ci ha generato». L’indispensabile sostenibilità, afferma Bologna: «risiede prima di tutto nel pieno riconoscimento del fatto che noi siamo Natura… La crescita quantitativa infinita e il cosiddetto auto-equilibrio spontaneo del mercato sono in chiara rotta di collisione con i limiti bio-geofisici del meraviglioso pianeta che abitiamo». Sarà la volta buona? Recensione di Luca Fraioli su Robinson.

L’incremento demografico della popolazione umana (2,5 mld nel 1950 contro gli 8 mld nel 2023), e il correlato problema nutrizionale, è profondamente intrecciato con la rifondazione impellente di un umanesimo naturale. Uno dei concetti chiave si chiama biodiversità, e presenta un rapporto di reciprocità con i regimi alimentari. La rivoluzione verde degli anni Settanta del Novecento a favore dell’agricoltura intensiva, fondata sulla produzione di tanto cibo attraverso la selezione di poche tipologie di semi, ci si sta ritorcendo contro. È ciò che afferma l’importante studio Mangiare fino all’estinzione. I cibi più rari del mondo e perché dobbiamo salvarli di Dan Saladino (Einaudi, traduzione Giovanni Garbellini). La custodia della biodiversità naturale si fonda sul consumo della biodiversità alimentare. Recensione di Elisabetta Moro su La Lettura.

È necessario accostarci mentalmente al mondo naturale con presupposti liberi dai pregiudizi moderni, ormai ampiamente scaduti. Pianta sapiens. Perché il mondo vegetale ci assomiglia più di quanto crediamo di Paco Calvo e Natalie Lawrence (il Saggiatore, traduzione Allegra Panini) ci ripropone convintamente la teoria panpsichista di Giordano Bruno (ma in parte anche di Leibniz, Platone e Talete, Leopardi e Steiner). Alla quale si oppone, come da tradizione, la rigorosa riduzione scientifica. Ritrovata puntualmente nella recensione di Arnaldo Benini sul Domenicale.

Vi è una profonda differenza tra turista e viaggiatore, anche se spesso viene praticata un’ambiguità fraudolenta fra i termini (soprattutto da parte dei turisti; i viaggiatori, normalmente non se ne curano). Toglie qualsiasi vanitoso velo di opacità il titolo Verso il mar Ionio. Un vittoriano al sud di George Gissing (Exòrma, traduzione Mauro F. Minervino). La testimonianza di Gissing in queste pagine, ci rimanda l’indipendenza di pensiero del viaggiatore che sceglie le sue mete senza preoccuparsi delle mode o delle abitudinarie frequentazioni “mondane”, che fanno dell’esotismo superficiale civetteria. Nel 1897 parte da Napoli verso la Calabria, allora misteriosa, di tradizioni secolari e selvaggia. Recensione di Claudio Visentin sul Domenicale.

Le tasse sono un valore sociale e civile indiscutibile, ma lo sono anche quando diventano inique, caotiche, insostenibili, non finalizzate e ambigue? La guerra delle tasse di Vincenzo Visco e Giovanna Faggionato (Laterza) è un agile resoconto storico ragionato dell’ultimo trentennio della fiscalità italiana. Recensione appassionata di Mauro Campus sul Domenicale.

Nel centenario della nascita, sono numerose le iniziative che celebrano Benito Jacovitti, illustratore dalla fantasia rocambolesca, sagace, tracimante, poetica, ironica e italiana in modo impareggiabile. Un francobollo celebrativo, la mostra di novembre al Maxxi di Roma, un’altra al Macte di Termoli, sua città natale. Stefano Milioni ed Edgardo Colabelli danno alle stampe il volume cult intitolato100 anni con Jacovitti (Balloon’s Art). Luca Raffaelli intervista i due autori sulle pagine di Robinson de la Repubblica.

Andrea Oddone Martin

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