Rassegna Stampa Libraria – 13 marzo 2022

Rassegna Stampa Libraria – 13 marzo 2022

Stefan Zweig è stato uno dei testimoni della fallimentare tendenza pacifista dell’umanità. La lettura de “Il mondo di ieri”, opera in cui Zweig si dedica letterariamente agli anni precedenti e a ridosso del primo conflitto mondiale, ci riporta delle costanti immutabili, oggi di nuovo tragicamente attuali. Zweig, già pesantemente provato dalla realtà deludente della prima guerra mondiale, non sopporterà l’ulteriore conflitto bellico del 1939/1945 e, nell’esilio sudamericano, porrà fine alla propria vita. L’editore Castelvecchi pubblica l’epistolario tra Zweig, la moglie con cui condivide l’esilio e i parenti rimasti all’epoca in Inghilterra, intitolato La vita stessa è già tanto in questi giorni (traduzione Massimo Ferraris). Lettere private, nelle quali comprendiamo la vivezza della sua testimonianza, integra fino all’ultimo istante. Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson de la Repubblica.

Non c’è dubbio, la deriva dovuta a un certo “identitarismo” grossolano (assieme alla rapacità economica) ha sempre avuto un importante ruolo nel confezionamento di pseudo ragioni che inevitabilmente conducono ad esiti nefasti. Cionondimeno, il tema dell’identità ha un’importanza determinante ed è essenziale approfondirne la sostanza. Giuseppe Cambiano, professore emerito di filosofia antica alla Scuola Normale di Pisa, dà alle stampe un importante libro in cui esamina ed analizza storicamente, filosoficamente e politicamente l’origine identitaria plurale della nostra civiltà. Il titolo del libro è Filosofia greca e identità dell’Occidente. Le avventure di una tradizione (il Mulino) e la recensione è di Michele Ciliberto, sul Domenicale de il Sole 24 ore. Ed è quando la consapevolezza dell’identità è chiara che si fa pressante il nostos, la malinconia e il viaggio di ritorno. Nell’agile Anatomia del ritorno (Italo Svevo edizioni) scritto sull’isola di Itaca, Paolo Ciampi riflette su che cosa significhi casa, ritorno. Recensione di Claudio Visentin sul Domenicale.

Itaca ci riporta al mito e alla successiva mitologia. Si tratta di un passaggio indice di decadimento, di consunzione di progressivo allontanamento cognitivo. In libreria troviamo Introduzione alla mitodologia. Miti e società di Gilbert Durand (Mimesis, traduzione Valentina Grassi), un testo in cui l’importante studioso traccia il percorso che toglie al Mito la potenza evocativa e riduce l’esistenza ad una contabilità indifferente. Recensisce il volume Marino Niola su Robinson. Tramandare l’indagine conoscitiva significa sempre mediare con la narrazione, in determinate fasi storiche la narrazione tende all’oggettività e pensiamo al verismo italiano, ad esempio. È sempre una saga di generazioni di pescatori, quella che Roy Jacobsen racconta ne Gli invisibili (Iperborea, traduzione Maria Valeria d’Avino), un libro che raccoglie storie raccontate da una comunità ristretta e prevalentemente orale e parla della dura vita alle isole Lofoten in Norvegia nei primi decenni del XX secolo, una narrazione che anche nello stile cerca di ricreare i silenzi, la scarna e brusca vocalità degli isolani che tacendo, lottano per la sopravvivenza. L’autore parla del suo libro con Angelo Ferracuti su La Lettura del Corriere della Sera.

Spesso si intende affermare che l’arte è comunicazione e certamente possiamo considerare vera questa affermazione, ma solo nel senso che esiste “un’arte della comunicazione”. Uno dei maestri indiscutibili del genere fu il Vate d’Italia, Gabriele d’Annunzio. Suo il termine “tramezzino”, suo il marchio SAIWA come quello della Rinascente, il termine “velivolo”, lo “scudetto” calcistico, il “milite ignoto”, i “vigili del fuoco”, termini che sono entrati di prepotenza e con stabilità nel linguaggio come nell’immaginario comune. Silvana Editoriale pubblica una raccolta intitolata I motti di Gabriele d’Annunzio (introduzione di Giordano Bruno Guerri con uno scritto di Francesco Parisi) dove si entra nell’officina antichizzante del rutilante “poeta-guerriero” dell’invenzione. Presentazione di Francesco Parisi sul Domenicale. Un personaggio fenomenale, D’Annunzio, di straordinaria celebrità: lo conoscono tutti. Non tutti conoscono Ludwig Pollak. Hans von Trotha frequenta assiduamente l’archivio di Pollack e scrive un romanzo storico nel quale conosciamo questa grande figura del primo quarto del Novecento. Il romanzo s’intitola Le ultime ore di Ludwig Pollak (Sellerio, traduzione di Matteo Galli) e, oltre alla triste deportazione finale, tratteggia le qualità, le vicende umane ed artistiche dello scopritore del braccio originale del gruppo scultoreo del Laocoonte. Recensione di Melania Mazzucco su Robinson.

Talvolta, in caso di scrittori di talento, la narrativa diventa letteratura raggiungendo l’astrazione compiuta di una forma. La ricerca di Roberto Camurri si caratterizza in questo impegno, fin dalla sua prima uscita: A misura d’uomo. Il milanese NN Editore pubblica la terza fatica di Camurri, Qualcosa nella nebbia, un romanzo composto da racconti dallo sviluppo parallelo, da personaggi che si incrociano, dallo stesso autore che si fa personaggio, una narrativa che prova a diventare letteratura. Recensione di Ermanno Paccagnini su La Lettura.

Si ha un bel dire che la lettura è importante, edificante, è conoscenza, etc. soprattutto ai bambini (non escludiamo gli adulti, però). La lettura, come tutte le azioni che implicano una dimensione intima, ha bisogno di essere istigata più che impartita. La dimostrazione di questo fatto è l’indifferenza che I promessi sposi di Manzoni, dopo esser stato avvicinato come parte obbligatoria del programma scolastico, raccoglie nelle menti dei più. Ed è questa l’idea che fonda Book Rebels di Pierdomenico Baccalario e Luigi Spagnol (Salani). Il libro racconta le peripezie di un gruppetto di giovani non-lettori alle prese con il “proibizionismo della lettura” in vigore nel luogo dove trascorrono le vacanze. Una provocazione irresistibile, ne scrive Cristina Taglietti su La Lettura.

È sempre aperta la questione della meritocrazia: la lineare consequenzialità del senso comune viene immancabilmente contraddetta dalla realtà della società di cui facciamo parte. Un approfondimento accurato e coscienzioso sul tema ce lo fornisce il filosofo del linguaggio Marco Santambrogio. Il suo ultimo Il complotto contro il merito (Laterza) affronta le complicate questioni sottese dal termine “merito”, restituendone una vasta panoramica. Recensione di Claudio Giunta sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

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