Rassegna Stampa Libraria – 15 maggio 2022
Ricordate la serie televisiva intitolata “La verità sul caso Harry Quebert”? ci aveva incollati allo schermo, spostavamo gli impegni per non perderci un secondo, un’immagine, una battuta di quell’intrico enigmatico. Un enigma che strizzava l’occhio al mistero letterario, visto che i protagonisti erano scrittori. E c’era l’immancabile omicidio. La serie prendeva le mosse, oltre al titolo, dal grande successo dello scrittore svizzero Joël Dicker (Bompiani, traduzione Vincenzo Vega) e si trattava del primo volume di una trilogia. La trilogia è terminata con Il libro dei Baltimore, pubblicato da La nave di Teseo nel 2016 ma curiosamente ora esce la parte centrale intitolata Il caso Alaska Sanders (La nave di Teseo, traduzione Milena Zemira Ciccimarra). Dicker viene intervistato da Stefano Montefiori su La Lettura del Corriere della Sera.
Leggendo la narrativa di Eduardo Halfon non possiamo non pensare a Jorge Luis Borges. Si rende evidente la necessità vitale del racconto, del raccontare. Nel caso di Halfon, i racconti che si incrociano nelle pagine dei suoi libri hanno diversi personaggi ma una sola regione, che però coincide con l’intero mondo. Una geoepica familiare fintamente autobiografica, dall’immaginario rutilante, culturalmente sfaccettata, in cui si compie il gigantesco affresco dell’umanità. L’ultima pubblicazione italiana si intitola Lutto (il Saggiatore, traduzione Ilide Carmignani). Ampia recensione di Pablo Maurette su Robinson de la Repubblica.
L’autobiografico Addio Anatolia della scrittrice Didò Sotiriu (Crocetti, traduzione Maurizio de Rosa) non ha nulla della finzione letteraria, se non l’interposizione della voce narrante, Manolis Axiotis. Il romanzo conferma la ripetitività della storia e dello stigma umano: la guerra. In questo caso la prima guerra mondiale sul versante greco-turco, ma è l’unica distinzione. La guerra ripresenta i suoi luoghi comuni, meccanicamente monotoni, a definire la deludente insufficienza dell’umanità: distruzione, deportazione, sadica stupidità, miseria economica e morale, brutalità bestiale, povertà di spirito, brevità di sguardo e di orizzonte, autolesionismo. Recensione di Michela Marzano su Robinson.
Si chiama Faustiana, la nuova collana de il Mulino diretta dallo storico Aldo Schiavone. Ed è proprio con il libro L’Occidente e la nascita di una civiltà planetaria che la collana significativamente si apre. Chi non ricorda Il tramonto dell’Occidente in cui Osvald Spengler preconizzava la fine del mondo occidentale? L’intento di Schiavone è proprio quello di spostare il punto di osservazione di Spengler, elevandone la sostanza filosofica al riconoscimento dell’elemento faustiano, strutturante e divorante, occidentale. Recensione di Giancristiano Desiderio su La Lettura. Ormai si tratta di considerazioni doverose, emancipate dal funzionalismo logico positivo della mentalità corrente. La cesura epocale coincide con l’avvento dell’opera del dott. Sigmund Freud, tanto che potremo tranquillamente dividere l’era moderna in a.F. e d.F. All’ineludibile figura che descrisse in termini moderni l’inconscio Peter-André Alt dedica Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio (Hoepli, traduzione Aglae M. Pizzone e Lorenzo Marinucci). Recensione di Vittorio Lingiardi su Robinson.
Le grandi menti sono state sempre ostacolate dai limiti dei più (non principalmente della Chiesa, giustificazione comoda), ma il loro pensiero ha scavalcato la loro stessa esistenza. È il caso di Baruch Spinoza, avversato ferocemente quanto insensatamente in vita, il cui pensiero fu fondamentale per G. Friedrich Hegel e Karl Marx. È pubblicato recentemente da Bompiani il Quaderno Spinoza, cahier d’appunti dove nel 1841 Karl Marx annotava e commentava i punti salienti del Trattato teologico politico, ampliato per quest’edizione dai saggi di Ludovica Filieri e Alexandre Matheron e dalla selezione delle lettere del filosofo olandese che Marx studiò. Presenta il volume Michele Ciliberto sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Si susseguono le pubblicazioni che denunciano l’allontanamento delle menti e del loro immaginario dalla concretezza pur varia della realtà. Un’isteria collettiva che ricorda certi personaggi del teatro di Ibsen, spesso imprenditori di successo che ad un certo momento sostituiscono la visione con la visionarietà, votandosi all’inevitabile fallimento. Analitico ed implacabile il volume Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale del filosofo Byung-Chul Han (Einaudi, traduzione Simone Aglan Buttazzi) come la recensione di Francesca Nodari sul Domenicale. Sembra non esista settore che non sia investito dalla pervasività tecnologica dei nostri tempi. Futuri possibili. Scenari d’arte e intelligenza artificiale di Rebecca Pedrazzi e Arte e intelligenza artificiale di Alice Barale (entrambi per Jaca Book) sono due volumi presentati da mons. Gianfranco Ravasi sul Domenicale.
Tuttavia, rimane un fatto che l’arte antica continui a nutrire il nostro presente, sommessamente ma con un’incisività tutt’altro che volatile. L’arte dell’antichità si è concretizzata nelle opere che ci circondano grazie ad un corollario indispensabile: una committenza ricca ma illuminata. Diversamente, le espressioni artistiche scadono nello spettacolo, nell’intrattenimento, nell’ostentazione, nel decorativismo. Binomio valido in ogni epoca, fu Papa Paolo VI Montini a sostenere e promuovere gli studi di Vittore Branca su Boccaccio. Viene ripubblicata oggi dall’editore Scholè-Morcelliana la raccolta Tutte le opere di Giovanni Boccaccio a cura di Vittore Branca e con la premessa di Armando Torno. La recensione è di Giuseppe Lupo e la troviamo sul Domenicale.
Sempre più di frequenti le ripubblicazioni di autori di un passato più o meno recente le cui opere si inseriscono con agio e funzione nella contemporaneità, a dispetto di molte “creazioni” odierne. Del modenese Antonio Delfini (1907-1963) lo scorso anno sono usciti per Garzanti I racconti, oggi abbiamo la riedizione dei Diari (Einaudi, curatela Irene Babboni, nota al testo Claudia Bonsi, prefazione Marco Belpoliti). Recensione di Gino Ruozzi su Domenicale.
E poi ci sono i Classici, attuali a tutte le epoche come, ad esempio, Le avventure di Pinocchio. Nel tempo, sono innumerevoli le riflessioni che il libro di Carlo Collodi ha raccolto, alcune memorabili come Pinocchio: un libro parallelo di Giorgio Manganelli (Adelphi), oppure il tautogramma Povero Pinocchio curato da Umberto Eco (Franco Cosimo Panini). Nel libro Contro Pinocchio (Einaudi) Aurelio Picca critica la fantasiosità del personaggio di legno e lo contrappone alla vera umanità necessaria ad una pedagogia efficace, che non nasconde o adultera la morte e non confonde il significato della parola “addio”. Recensione di Nicola H. Cosentino su La Lettura.
Se trattiamo di Classici, non possiamo trascurare un antesignano della moderna letteratura cicloturistica: nel 1941, Giovannino Guareschi percorse in bicicletta la distanza tra Milano e Rimini e ritorno, documentando tutto il viaggio sul Corriere della Sera. Enrico Brizzi si è messo sulle tracce di Guareschi e ne ha replicato le gesta ciclistiche e letterarie. Ne è risultato il libro Il fantasma in bicicletta. All’inseguimento di Giovannino Guareschi (Solferino). Lo recensisce Carlo Baroni sulle pagine de La Lettura.
Comunque sia, è l’unica opportunità che ci è concessa: coltivare la memoria per non perdere i modelli di riferimento del possibile. È con questi intenti che Antonio Calabrò scrive L’avvenire della memoria. Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione (Egea) in cui prefigura un umanesimo imprenditoriale sulla scorta del pensiero di Adriano Olivetti. Recensione di Stefano Baia Curioni sul Domenicale.
È il monito imperterrito di Anna Maria Ortese, ricordare della nostra natura di fratelli, di figli del creato e non di servi o padroni dello stesso, come rammenta Franco Marcoaldi su Robinson mentre rievoca due meravigliosi testi della scrittrice: Corpo Celeste e Le piccole persone (ambedue pubblicati da Adelphi).
Cultura della Natura e della cura del prossimo, fin da bambini. Esce il secondo episodio del fortunatissimo Il raffreddore di Amos Perbacco di Philip ed Erin Stead (Babalibri, 2010). I coniugi Stead hanno dato alle stampe Amos Perbacco perde l’autobus (Babalibri, traduzione Cristina Brambilla), un libro illustrato che affezionerà i bambini di tutto il mondo. Recensione di Ilaria Zaffino sulle pagine di Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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