Rassegna Stampa Libraria – 17 novembre 2024
La ricchezza dell’Italia si riconduce in genere alle città più rappresentative, al patrimonio artistico e archeologico, al comparto del cibo e della tradizione culinaria, etc. Una visione formata nella scia della spinta promozione turistica. Ciò nondimeno, l’incomparabile patrimonio di quello strano paese a forma di stivale è il paesaggio. Franco Farinelli, geografo di ampio taglio culturale ed intellettuale, percorre la storia e le peculiarità di quell’unicum paesaggistico italiano ne Il paesaggio che ci riguarda (Touring Club Italiano). Un’opportunità unica per riflettere convenientemente sull’importanza del nostro patrimonio comune, sulla sua tutela e cura. Carlo Bordoni intervista Franco Farinelli su La Lettura del Corriere della Sera.
Alzi la mano chi conosce il popolo Sami. La ragazza delle renne di Ann-Helén Laestadius (Marsilio, traduzione Sara Culeddu, Alessandra Scali) è un thriller ambientato nel difficile territorio collocato oltre il Circolo Polare Artico, le regioni popolate dai Sami. Sotto le mentite spoglie dell’intrattenimento, il romanzo descrive le reali condizioni in cui è costretto a vivere questo antico ed ormai sparuto popolo di allevatori: l’emarginazione, l’odio dei contigui svedesi, l’attività ostativa delle forze istituzionali, l’esclusione sociale. Recensione di Marco Ostoni su La Lettura.
Riconoscere le minoranze è il primo passo necessario ad evidenziare le nostre coordinate identitarie e a far sì che il fenomeno della globalizzazione non riguardi solo merci e denaro. Il tema identitario viene cavalcato dalla politica nell’affannosa ricerca di ruoli, ma compie l’errore di far leva sulla passiva nostalgia delle persone per guadagnare un mandato in più. È solo una questione di tempo, l’identità del futuro sarà cosmopolita. Kukum di Michel Jean (Marcos y Marcos, traduzione Sara Giuliani) è un omaggio alla cultura innu del Québec, alla memoria della nonna Almanda di origini irlandesi che sposò Thomas, nativo della cultura innu-aimun. Uno dei primi popoli del continente, le loro genti vivevano in armonia con i cicli della Natura e nel ritmo delle stagioni di caccia. La testimonianza di Michael Jean esprime la perdita, la memoria, l’appartenenza e il diritto alla storia di questo popolo ormai invisibile, restituendogli la dignità. Recensione di Michela Marzano su Robinson de la Repubblica.
Forse è giunto il tempo, nel conseguimento del cosmopolitismo identitario, di realizzare quella fraternitè tralasciata fin dalla Rivoluzione Francese. Il piccolo libro intitolato Fraternità di Enzo Bianchi (Einaudi) è una meditazione sulla dimensione costitutiva dell’identità umana, nel superamento dei confini oppositivi, geopolitici e culturali, nell’alfabetizzazione alla diversità. Recensione di Mauro Ceruti sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Senza dubbio, gli effetti dello spaesamento prodotto dai cambiamenti epocali nei quali viviamo sono molti, uno su tutti l’escalation di violenza complessiva che ha raggiunto, dopo il progressivo aumentare degli ultimi anni, un livello mai visto. Farla finita con Eddie Bellegueule di Édouard Louis (La nave di Teseo, traduzione Annalisa Romani) è uscito con successo una decina di anni fa, oggi viene pubblicata una sua nuova traduzione, più aderente al testo originale. In questo caso, l’autobiografia dell’autore, infrangendo il tabù omissivo, descrive con deciso realismo il sentimento di violenza che pervade l’intera società francese. Stefano Montefiori intervista Édouard Louis su La Lettura.
La filosofa Arianna Brunori, in Imputazione e colpa. L’invenzione della volontà (Quodlibet) approfondisce uno dei fondamenti dell’umanità occidentale «che ha strutturato non solo il suo pensiero giuridico, ma anche quello etico e religioso intorno a una serie di coppie antinomiche: colpevolezza e innocenza, responsabilità e irresponsabilità». Recensione di Pablo Maurette su Robinson.
Autore più che riconosciuto nel panorama mondiale, John Grisham scrive a quattro mani con Jim McCloskey la raccolta di dossier Incastrati (Mondadori, traduzione Sara Prencipe, Luca Fusari). Una documentata testimonianza su diversi casi reali di persone innocenti finite in carcere nella più grande democrazia del mondo, l’America. Incredibilmente, la giustizia di questo Paese è afflitta da procedure affrettate, incuria finalizzata e pregiudiziale, polizia inadeguata e male addestrata. Marco Bruna intervista uno sconsolato John Grisham (per il risultato dell’elezione presidenziale) su La Lettura.
In La strada per la libertà. L’economia e la società giusta (Einaudi, traduzione Giovanni Garbellini) il Nobel per l’economia Joseph Stiglitz si interroga sulle cause degli esiti del voto presidenziale americano. Egli le identifica nel fallimento del marcato orientamento neoliberista della politica che, lungi dall’equilibrarsi in un contesto di scarsa fiscalità ed alta concorrenza, ha solo visto l’abbassarsi del livello salariale generale e il protezionismo dell’élite. «L’unico modo per capire perché gli americani votino – afferma Stiglitz nell’intervista di Viviana Mazza su La Lettura – per un tale bugiardo, un tale misogino, un tale razzista, un criminale condannato, qualcuno che in qualsiasi ogni altro Paese [sic!] sarebbe visto come un paria… l’unico modo in cui riesco a leggere questa scelta è che sono così arrabbiati con l’élite che dicono: “Ve la facciamo vedere noi, votiamo per qualcuno che è l’antitesi del cosiddetto buon comportamento”».
Il nuovo recente passo verso l’autonomia della tecnica rappresentato dai risultati della cibernetica e dall’applicazione della cosiddetta “intelligenza artificiale” ci pone di fronte al seguente fatto: l’impossibilità di prevedere le conseguenze della tecnica che da mezzo si è definitivamente trasformata in fine. Paolo Benanti e Sebastiano Maffettone tentano, nel loro Noi e la macchina (Luiss University Press), di fornire una mappa di possibili esiti di questa realtà, di valutare la sostenibilità delle conseguenze dal punto di vista etico, sociale e politico. Sul Domenicale uno stralcio tratto dall’introduzione del libro dei due autori.
Nel 1969, il trentasettenne architetto di Newark (New Jersey) Peter Eisenman realizzava Notes on Conceptual Architecture: Towards a Definition (Note sull’architettura concettuale: verso una definizione). Si tratta di una pagina di testo saggistico nella quale il testo è stato interamente rimosso tranne le cifre delle cinque note al testo, rimaste nella posizione originale, e le note stesse, al loro posto in calce alla pagina. Le note rinviano ad ulteriori pubblicazioni. Una pietra miliare del pensiero sul valore concettuale. Dag Solstad, originale autore norvegese, scrive il romanzo Armand V. (Iperborea, traduzione Maria Valeria d’Avino) ma del romanzo, nel libro non c’è traccia. Vi sono invece novantanove note a piè di pagina che rivelano ogni elemento del romanzo: il protagonista, il suo passato, il suo portamento interiore ed esteriore, le sue convinzioni, il suo rinnovamento, le sue frequentazioni giovanili e della maturità, le vicende del suo Paese, etc. Un guanto di sfida sul volto del lettore, recensione di Marta Morazzoni sul Domenicale.
Esordio letterario per Alberto Locatelli, il suo Airù (Italo Svevo Edizioni) si pasce della provincia, delle sue tensioni interne, degli antichi codici, del tempo lento, degli squarci naturalistici, e tesse un’epica picaresca in prosa «ricca e imprevedibile», come afferma Simone Innocenti nella recensione su La Lettura del Corriere della Sera.
Andrea Oddone Martin
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