Rassegna Stampa Libraria – 18 giugno 2023

Rassegna Stampa Libraria – 18 giugno 2023

In una famosa critica alla pericolosa autorevolezza determinata dal mezzo di comunicazione dei “Social media”, destinato ad influenzare falsamente e per lungo tempo la maggior parte delle persone, Umberto Eco evocava la figura passata del balordo avventore di un bar che giustamente diceva la sua. La stupidaggine veniva bruscamente liquidata e rimaneva al bar, tra poche persone. Il bar, luogo dove la moltitudine della vita incrociava senza sosta, dove le più svariate vicende si intersecavano, dove il fervore sportivo affratellava, dove la più disparata umanità si tratteneva socializzando, sorseggiando, ridendo, discutendo, festeggiando nascite, matrimoni, ricordando defunti, etc. «Si può parlare quando se ne ha bisogno e tacere quando se ne ha voglia» afferma Robert Seethaler nel suo Il bar senza nome (Neri Pozza, traduzione Roberta Scarabelli). Recensione di Alessandra Iadicicco su La Lettura del Corriere della Sera.

Al bar le anagrafi si confondono e le età si mescolano e osservano reciprocamente. Se ipoteticamente ci trovassimo a Torino, intorno agli anni ’80 del secolo scorso, potremo incontrare quattro giovani adolescenti e i loro sogni di futuro. La scomparsa delle farfalle di Fabio Geda (Einaudi) racconta come poi è andata veramente, la storia dei loro sogni. Recensione di Ilaria Zaffino su Robinson de la Repubblica.

L’ambiente disimpegnato e familiare del bar fa il paio (certo, con il giornale sportivo) con la letteratura d’intrattenimento, come il “giallo”. Crepare di maggio dello scozzese Alan Parks (Bompiani, traduzione Marco Drago) è la quinta conferma per Harry McCoy, detective della polizia di Glasgow. Pagine d’azione e indagine nella bruma nordica dove, in vece dei bar, sono i pub. Recensione di Orazio Labbate su La Lettura.

Il premio Nobel jugoslavo Ivo Andrić scrisse nel primo dopoguerra una serie di racconti dedicati alla sua martoriata terra. I racconti di Sarajevo vengono ora ripubblicati da Crocetti Editore (traduzione Alice Parmeggiani) e ci riportano nelle complesse pieghe della polveriera d’Europa, costantemente attraversata da drammatiche tensioni irrisolte. Per non dimenticare. Recensione di Viola Ardone su Robinson.

Nel 2020 fece scalpore il ritrovamento di una consistente mole di manoscritti di Louis-Ferdinand Céline, occultati dal possessore per impedire alla vedova dello scrittore (Lucie Georgette Almansor, detta Lucette) di godere della rendita. Uscito presso Gallimard lo scorso anno, esce ora anche in Italia il volume che inaugura la pubblicazione del ritrovamento con il titolo Guerra (Adelphi, cura Pascal Fouché, prefazione François Gibault, traduzione Ottavio Fatica). Replica esatta in traduzione della francese Gallimard, l’opera rende disponibile ai lettori italiani il lavoro inedito di Céline degli anni ’30. Presentazione di Ernesto Ferrero sul Domenicale de il Sole 24 ore.

L’aberrazione sociale determinata dalla guerra, descritta letterariamente da Céline, ha un corrispettivo odierno non nella causa ma nell’esito: nell’aberrazione cognitiva. Le categorizzazioni sociali che tentiamo generalmente di attivare si sforzano vanamente di applicare modelli superati, appartenenti oggettivamente al passato. Nel saggio Sii te stesso a modo mio (Raffello Cortina), lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini informa che non ci troviamo già più nell’era del narcisismo ma, ormai, in quella del post-narcisismo. La fragilità dei giovani trova la sua origine nella fragilità mai risolta degli adulti, che proseguono nell’induzione dissociativa. Il risultato è ciò che ci circonda: giovani sempre più persi, confusi e violenza in costante crescita. Recensione di Michela Marzano su Robinson.

Ma si presenta un problema: come individuiamo gli “adulti” nell’epoca dell’eterna giovinezza? E soprattutto, chi glielo dice che l’età adulta finisce con i cinquant’anni? Nel libro Questi sono i 50. La fine dell’età adulta (Marsilio) l’autrice, Guia Soncini, descrive con spirito d’osservazione e spigliata comunicativa le qualità e le rinunce della “grande svolta”; ad esempio, è proprio in quel frangente che scopriamo di avere un passato. Recensione di Claudio Giunta sul Domenicale.

Profuma d’orienti, di atmosfere esotiche e immaginifiche, di sfarzi carovanieri, di imprese fiabesche e ricchezze leggendarie, di antiche sontuosità preziose e quantità sterminate d’oro, questo libro. Ma non si tratta in questo caso solo di leggenda, Marco Aime frequenta antropologia e ricerca storica nel suo La carovana del Sultano. Dal Mali alla Mecca: un pellegrinaggio medievale (Einaudi) e ricostruisce il medioevo africano nel favoloso viaggio che il Re del Mali, Mansa Musa intraprese nel 1324. Recensione di Giuseppe Albertoni sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

© RIPRODUZIONE RISERVATA