Rassegna Stampa Libraria – 19 maggio 2024
C’era una volta in Italia, verso la fine della seconda guerra mondiale, l’esercito americano. Sono molte le memorie della disponibilità alimentare che accompagnò l’avanzata: sigarette, cioccolata e … bacon. In quel periodo, la fame inventò un piatto nel quale con il passare del tempo gli italiani si riconobbero sempre di più: la carbonara. In quel momento (e grazie alla miseria) non fu problematico allargare lo spettro del commestibile, “fortemente convinti” del fatto che l’homo sapiens è classificato come specie onnivora. Tuttavia, la storia certifica la generale diffidenza verso ogni nuovo cibo. Il pomodoro, ad esempio, nel meridione americano era abitualmente consumato in tavola. Quando fu importato in Europa dai razziatori spagnoli, portoghesi ed inglesi fu interpretato come pianta ornamentale e sospettato di velenosità. Successivamente (furono necessari due secoli), gli si riconobbero proprietà farmacologiche e poi, finalmente, alimentari. L’incremento demografico mondiale è in crescita esponenziale. Nell’arco temporale di undici anni, tra il 2011 e il 2022, la popolazione mondiale ha aggiunto un miliardo di persone. Il costo economico ed ambientale della produzione alimentare culturalmente consueta è oggi palesemente insostenibile. Prima o poi, l’allargamento dello spettro del commestibile ed il superamento degli abituali confini tradizionali saranno inevitabili. L’antropologa Gaia Cottino affronta in Cavallette a colazione. I cibi del futuro tra gusto e disgusto (UTET) l’attuale tema della diversità alimentare. Gaia Cottino presenta la problematica su La Lettura del Corriere della Sera. L’antropologo Marino Niola, autore del titolo Homo dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari (il Mulino) interviene su Robinson de la Repubblica e lo storico Massimo Montanari, autore di numerosi testi sulla cultura dell’alimentazione, tra i quali L’identità italiana in cucina (Laterza), aggiunge un contributo prezioso in terza pagina sul Domenicale de il Sole 24 ore.
La diversità è una qualità che non viene autonomamente percepita, ci sentiamo diversi nel momento del confronto con un’alternativa non omogenea. In quel momento, in uno scarto d’istinto difensivo, la nostra diversità genera la distinzione, l’emarginazione. Del resto, il termine barbaro indicava anticamente la non appartenenza al mondo greco, oppure l’estraneità nel mondo latino. La declinazione fortemente negativa nasceva dalla supponenza con la quale si difendeva l’appartenenza, una sorta di complesso d’inferiorità. È necessario immergersi in una cultura per comprenderla, per dare una dimensione plausibile alle sue inclinazioni, usanze, dichiarazioni, riti. In questo modo potremo scoprire affinità celate dalle apparenze distinte, vedere l’umanità shakesperiana abbigliata nei colorati abiti dell’India tradizionale. Nel romanzo La stanza delle mogli (Astoria, traduzione Cecilia Vallardi), lo scrittore inglese di origine indiana Sunjeev Sahota ci riporta l’autenticità psicologica di una tradizione inflessibile nel conflitto odierno. Recensione di Livia Manera su La Lettura.
L’India è ancora protagonista nel romanzo Giovane coppia si diverte all’aperto di Aravind Jayan (Guanda, traduzione Silvia Banfi). La distanza etnica non tragga in inganno; onore disonore, perbenismo, scontro generazionale, palinsesti familiari aggioganti, è materia che sconfina le culture, permea ed avvolge l’umanità di ogni latitudine. Recensione di Carlo Pizzati su Robinson.
Il credito illimitato attribuito in genere alla scienza e alla tecnologia non si fonda oggettivamente ma asseconda passivamente un pregiudizio coatto di chimerico “progresso”. Il ricercatore Devis Bellucci spezza, in Eppure non doveva affondare. Quando la scienza ha fatto male i conti (Bollati Boringhieri) il binomio sottinteso al pregiudizio di cui sopra: scienza uguale soluzione. Recensione di Edoardo Boncinelli su La Lettura.
Numerosi lettori seguono ormai da molti anni le avventure della detective Petra Delicado. Nell’ultimo La donna che fugge di Alicia Giménez-Bartlett (Sellerio, traduzione Maria Nicola) mantiene intatta la propria misteriosa figura e nel contempo descrive impietosamente la nostra attualità di ceto medio impoverito, il precariato, l’alienazione digitale, l’impotenza, la rabbia e la violenza. Recensione di Lara Crinò su Robinson.
La realtà virtuale amplifica comodamente le pratiche vessatorie fra persone, ciò accade di frequente in ambito scolastico. Immersa in una drammatica crisi della credibilità, l’autorità non riesce a proteggere nemmeno sé stessa e lascia la vulnerabilità delle persone in balìa dei bulli-web. Perla. La cagnolina magica di Isabel Allende (Feltrinelli, illustrazioni Sandy Rodriguez, traduzione Elena Liverani, Eleonora Gatto) è un libricino per l’infanzia intento a produrre gli anticorpi necessari nei giovanissimi che purtroppo debbono imparare a difendersi da soli. Ilaria Zaffino intervista Isabel Allende su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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