Rassegna Stampa Libraria – 20 marzo 2022

Rassegna Stampa Libraria – 20 marzo 2022

Tre giganti della letteratura selezionati da editori di nicchia. Splendente nella forma del racconto, il Thomas Mann de Disordine e dolore precoce (Henry Beyle, traduzione Renata Colorni); recensione di Nicola Gardini sul Domenicale de il Sole 24 ore. Già fulminante e sapido, Gustave Flaubert nei Due racconti giovanili (Aragno, a cura di Chiara Pasetti) e in Hérodias (Edizioni Settecolori, a cura di Giovanni Iudica); recensione di Giuseppe Scaraffia sul Domenicale. Prima traduzione italiana de La casa natale di Henry James (Edizioni Spartaco, a cura di Sergio Perosa), una riflessione del custode della casa natale di Shakespeare sulle mistificazioni della società dello spettacolo. L’eccellente pubblicazione sarà in libreria il 31 marzo.

Una società definita liquida dal sociologo Zygmunt Bauman, prevede e predispone l’individualità liquida, disponibile al conformismo acritico e volubile, spronata da modalità confortevoli e superficiali. Un vero antidoto, il titolo La ragazza dell’eco di Lauren Wolk (Salani, traduzione Alessandro Peroni). La protagonista del romanzo, infatti, una ragazzina di nome Ellie, non ha bisogno di farsi dire chi è e tantomeno di conformarsi nella banalità: un’elegia all’azione concreta e alla generosità della vita. Un lungo articolo della scrittrice Lauren Wolk su La Lettura del Corriere della Sera. Un libro che incoraggia, esorta l’impegno e pone di contro una questione attuale: la crisi dei modelli di riferimento. Il modello che si è imposto come unico e necessario, si sa da tempo, è l’homo consumens. L’homo consumens ha la sua chiesa fisica: l’ipermercato, e la sua chiesa virtuale: l’e-commerce. Ed è un incrocio tra tassonomia e resoconto, tra saggio e autobiografia, tra indagine sociologica e descrizione tipica, il titolo Guarda le luci, amore mio di Annie Ernaux (L’Orma, traduzione Lorenzo Flabbi). Un acuto diario delle visite dell’autrice all’ipermercato Auchan tra il 2012 e il 2013, pubblicato in Francia già nel 2014; ora finalmente lo troviamo nella traduzione italiana dell’editore L’Orma. La recensione è di Michela Marzano su Robinson de la Repubblica. Anche l’homo consumens si evolve, sviluppa pian piano una condizione psichica patologica in cui l’automatismo fisiologico, la risposta endorfinica pilotata prevale su qualsiasi pensiero emancipato, su qualsiasi possibile memoria edificante, neutralizzandoli. Progressivamente le menti si spengono, i cuori si gelano, si avvia l’automatismo e morale ed etica sono facilmente aggirate, spesso eluse in maniera legale: la violenza prevale nell’indifferenza generale. Il giorno in cui morì il sole è un romanzo dello scrittore cinese Yan Lianke (Nottetempo, traduzione Lucia Regola) in cui compare questo sonnambulismo. Recensione di Marco del Corona su La Lettura.

La grande miniera, il prezioso fondamento della civiltà e del benessere si chiama memoria, oggi spesso ostacolata e sommersa dalla pioggia furente e continua dell’isterica, morbosa informazione generalizzata. Passato presente. Alle origini dell’oggi 1989-1994 è il titolo di un bel libro di Simona Colarizi (Laterza) che ci aiuta a ricordare, a tener presenti le condizioni che hanno preceduto e generato lo stato economico-politico italiano attuale. Recensione di Stefano Folli su Robinson.

Come potremo immaginare il sodalizio tra Federico Fellini e Milan Kundera? Forte della grande passione per il regista di Kundera e della gratitudine egocentrica di Fellini il sodalizio si è consumato in corrispondenze epistolari e appuntamenti rigorosamente mancati. Alla scomparsa del regista, il sodalizio è imprevedibilmente proseguito nella calorosa amicizia che lega Kundera a Daniela Barbiani, nipote di Fellini, e a suo marito Stefano Godano. Questo particolare sodalizio ha generato oggi un libro sorprendente e piacevole, ricco di curiosità, disseminato da disegni dello scrittore ceco: la cronaca di un’amicizia elettiva. Kundera e Fellini, l’arte di non incontrarsi di Stefano Godano (Rizzoli, prefazione di Vincenzo Mollica) è recensito da Vincenzo Trione su La Lettura.

Il termine “iconico” si riferisce a fisionomie che, nella loro popolarità diffusa, identificano precisamente la figura a cui si riferiscono. Sono iconici personaggi immaginari come Sherlock Holmes, Robinson Crusoe, Valentina di Crepax, la balena bianca, Ulisse, l’uomo ragno, E.T., Corto Maltese di Hugo Pratt, come lo sono alcuni paesaggi naturali o artificiali e pensiamo al Vesuvio, al Colosseo, le cascate del Niagara, il Grand Canyon, il Partenone di Atene, la Tour Eiffel, il Cristo di Rio de Janeiro, le torri della Sagrada Familia di Barcellona, piazza San Marco di Venezia. Ma sono iconiche anche persone realmente esistite: Napoleone, Che Guevara, la ragazza con l’orecchino di perla, Dante Alighieri, l’Umberto Eco di Tullio Pericoli e indiscutibilmente Alfred Hitchcok. Inconfondibile, la sua silhouette compariva in radi fotogrammi di ogni suo film, assieme alla celebrità della sua opera cinematografica è entrata stabilmente nell’immaginario collettivo. Il Saggiatore pubblica la biografia critica del regista inglese, Le dodici vite di Alfred Hitchcok scritta da Edward White. Un vero volume da amatori, ricco di aneddoti e dai corposi apparati tecnici. La recensione è di Mariarosa Mancuso e si trova su Robinson.

L’emergenza climatica è viziata da incomprensione, ignoranza e da cupidigie, sciocche quanto dannose. Uno studio complesso del nostro ecosistema avrà importanti ricadute sulle iniziative da promuovere già nel nostro presente. Gli alberi sono nostri partner fondamentali, grazie anche ad una scienza che al giorno d’oggi ha circa un secolo di vita e si chiama dendrocronologia. Essa individua avvenimenti storici e climatici di un passato remoto grazie all’incrocio di dati che provengono dagli alberi, testimoni longevi delle nostre epoche. L’albero più antico finora incontrato si trova in California ed ha circa 5000 anni, l’albero più longevo europeo ne conta 1075. La dendrocronologa Valerie Trouet ha scritto Gli anelli della vita. La storia del mondo scritta dagli alberi (Bollati Boringhieri, traduzione Bianca Bertola). Telmo Pievani intervista la scienziata sulle pagine de La Lettura e Arnaldo Benini recensisce il libro sul Domenicale. Rivolge l’attenzione alle presenze boschive, alle specie arboree e alle loro culture nel territorio italiano del medioevo, il libro Il Medioevo degli alberi. Piante e paesaggi d’Italia secoli XI-XV di Alfio Cortonesi (Carocci): l’ambiente boschivo come protagonista della storia. Recensione di Amedeo Feniello su La Lettura. Gli alberi, oltre che protagonisti del nostro ambiente, sono depositari di valori antropologici. Su La Lettura, Damiano Fedeli intervista Laurent Tillon, l’autore di Essere una quercia (Contrasto, traduzione di Matteo Martelli, illustrazioni di Irene Kung). L’autore, biologo e ingegnere forestale, nel libro descrive il suo rapporto speciale con Quercus, una quercia nata prima della Rivoluzione francese. Prima si inizia e meglio è, con l’albo illustrato Noi animali umani l’ecologista britannica Rosie Haine (Donzelli, traduzione Bianca Lazzaro) si rivolge ai bambini descrivendo un ambiente primordiale e naturale. Recensione di Gabriele di Donfrancesco su Robinson de la Repubblica.

Andrea Oddone Martin

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