Rassegna Stampa Libraria – 21 aprile 2024
Si rivela sempre rischioso cercare di definire una “fenomenologia del confine”. Il margine, la demarcazione, la frontiera conserva una propria brutale energia che pervade gli animi, scuote le coscienze, sobilla risentimenti, segreto che genera segreti. Ne sapeva qualcosa Sebastiano Vassalli, notevolel’agitazione provocata dal suo Sangue e suolo (Einaudi, 1985). La zona del confine si manifesta come luogo totemico complesso di confluenza e divisione «dove il passato non riesce mai a passare del tutto e il presente non è mai davvero presente», un vero tabù sociale. In Capire il confine, l’antropologa Giustina Selvelli (Bottega Errante Edizioni) si arrischia scientificamente ma anche autobiograficamente. Piccola presentazione su La Lettura del Corriere della Sera.
Il paradosso è vivere un’epoca di globalizzazione profondamente segnata dalle frontiere. Il politologo britannico Klaus Dodds in Guerre di confine. I conflitti che determineranno il nostro futuro (Einaudi, traduzione Alessandro Manna) afferma senza mezzi termini che oggi il diritto internazionale non ha più la stessa forza dei decenni precedenti e le nazioni sono più inclini a giustificare le sopraffazioni, a non controllare le derive violente, a non condividere regole. Giuseppe Sarcina intervista Klaus Dodds su La Lettura.
Le differenze fondative sono linguistiche. È sul terreno della lingua che si scontrano le differenze, si innervano le tensioni, si spiega allo sguardo il panorama sociale, affermandolo. Tre libri si confrontano con il tema: Le guerre per la lingua. Piegare l’italiano per darsi ragione di Eugenio Lombardi Vallauri (Einaudi); Lingua e genere di Fabiana Fusco (Carocci); Lingua e discriminazione. Studi diacronici, lessicali, discorsivi a cura di Daniela Petrini (Peter Lang). Recensione di Giuseppe Antonelli su La Lettura.
La potenza del linguaggio riconosce connotazioni geografiche, culturali e urbane di alcune produzioni musicali. Il musicologo Pasquale Scialò ripercorre in due volumi la Storia della canzone napoletana (Neri Pozza): «la canzone, il grande codice, il linguaggio che la città usa da sempre per parlare di sé stessa e a sé stessa». Recensione di Marino Niola su Robinson de la Repubblica.
L’impoverimento qualitativo della narrativa attuale, alimentato dalle piattaforme digitali, social o meno, è un dato di fatto. «Il fuoco sacro del racconto si è spento per accendere gli schermi digitali», inizia così la recensione di Francesca Nodari a La crisi della narrazione. Informazione, politica e vita quotidiana di Byung-Chul Han (Einaudi, traduzione Armando Canzonieri) sul Domenicale de il Sole 24 ore. Narrazione e Digital Media, un rapporto che tende all’annullamento.
L’esplosione della violenza modifica improvvisamente le esistenze, segna irrevocabilmente un prima e un dopo. Certo ricorderemo l’aggressione cruenta a Salman Rushdie di qualche tempo fa. Lo scrittore è sopravvissuto, sebbene menomato. Ora ripercorre l’accaduto in Coltello (Mondadori, traduzione Gianni Pannofino), rievocando la spada di San Paolo. L’occasione di una rinascita, di una ridefinizione di significato, recensione di Antonio Monda su Robinson.
Ma non pecchiamo di ingenuità, ogni violenza e abuso offrono l’occasione alla perpetuità. Triste tigre di Neige Sinno racconta dell’odio profondo e ininterrotto, un odio mitologico. Recensione di Alessio Torino su La Lettura.
Le case, i luoghi e gli oggetti sono il perno della letteratura di Michele Mari, nell’ultimo Locus desperatus (Einaudi) è una croce tracciata col gesso sulla porta di casa a segnare l’orizzonte del doppio speculare tra l’oggettivo accogliente e duttile ed il soggetto proiettivo e dipendente. Recensione di Nicola H. Cosentino su La Lettura.
Esiste veramente un “manuale” dello scrittore? Un metodo canonico che possa essere utile didatticamente senza tradire l’essenza dello scrivere? Nella realtà, ogni scrittore struttura un proprio unico modo e abbiamo chi al giorno scrive pochissimo (Graham Greene) come colui che indica “la sveglia” come strumento indispensabile alla scrittura. Si tratta dello statunitense Don Winslow che sulle pagine di Robinson parla del proprio metodo di scrittura. Winslow ha terminato con il volume Città in rovine (HarperCollins, traduzione Alfredo Colitto) la trilogia dedicata alla mafia del New England.
Nel Novecento si sono concretizzati dei passaggi epocali a lungo preparati dalla storia degli uomini. Forse a causa della stretta vicinanza, non riusciamo ancora a guardare con occhi imparziali un secolo i cui avvenimenti (non solo le importanti ed esiziali guerre) condizionano così profondamente la vita dell’uomo. Un secolo di domande inevase, di risposte assenti, di rabbia e morte, di rimozioni e segreti che perdurano nelle coscienze. Helena Janeczek narra del ventesimo secolo nei quattro racconti che compongono Il tempo degli imprevisti (Guanda). Recensione di Leonetta Bentivoglio su Robinson.
La pratica invasiva del turismo riempie le pagine delle cronache, Venezia caso esemplare. Una contropartita al turismo consumistico sono le testimonianze di viaggio di Fosco Maraini come, ad esempio, il meraviglioso L’isola delle pescatrici (La nave di Teseo). Recensione di Gian Carlo Calza sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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