Rassegna Stampa Libraria – 23 aprile 2023
La molla dell’umanità si chiama disperazione. Come disse Emanuele Severino, anche la filosofia ebbe origine dal trauma orrendo dell’inconoscibile. Lo stesso genere romanzesco del “giallo”, riportando l’ordine della ratio e a volte l’equilibrio della giustizia nel caotico mondo crudele, assolve allo scopo di sollevarci dall’inconoscibile, offrendo il conforto della speranza e l’illusione del controllo. Patricia Gibney è una famosa giallista irlandese, sulle pagine de La Lettura del Corriere della Sera ci offre uno scritto in cui la forza perturbante dell’inconoscibile, dell’inaffrontabile, appare nelle vesti dell’uragano atlantico Katrina risalente al 2005: abbattendosi particolarmente su New Orleans, provocò 1836 morti e un danno economico pari a 125 milioni di dollari. Un alibi di ferro è l’ultimo thriller dell’autrice ad uscire in Italia (Newton & Compton, traduzione Laura Miccoli).
Quando i romanzi aiutano a ricomporre la storia e a capire l’attualità. Due grandi temi sono sottesi al romanzo, ambientato nel XVIII secolo, La porta del non ritorno di David Diop (Neri Pozza, traduzione Margherita Botto): le responsabilità del colonialismo e della tratta degli schiavi; la direzione che fu intrapresa nella gestione del rapporto con la Natura e l’ambiente. Recensione e intervista all’autore di Alessia Rastelli su La Lettura.
Il romanzo Piero fa la Merica di Paolo Malaguti (Einaudi) è ambientato tra il Veneto e l’America latina a cavallo tra Ottocento e Novecento e si avvale delle testimonianze di migranti. C’è stato un tempo, non troppo antico, nel quale eravamo noi ad emigrare e i ricordi nel Veneto sono ancora vivi. Nonostante la visione più generale sia diversa, continuiamo a farlo tutt’oggi: l’emigrazione italiana verso paesi che offrono un presente e un avvenire è cospicua, interessa diverse fasce di età ed è in aumento. Recensione di Demetrio Paolin su La Lettura.
La dignità portata dall’età di una figura anziana, un nonno si china verso il nipotino che tiene per mano per ascoltarlo meglio: dimentichiamo questo quadretto “di una volta”, oleografico, di pace, di tempi lunghi e calmi, di dialogo, di esperienza e ingenuità, di affetto e vicinanza. Il nostro mondo corre, muta aspetto in maniera veloce, si avvale di procedure sempre diverse. Capitalizzare esperienza è pressoché inutile, senza valore. Il valore si chiama spaesamento, continuo ed inesausto. Le persone anziane come ce le ricordiamo, non esistono più. In loro luogo vi sono nuove figure. Il “vecchiogiovane”, ad esempio, «che vive l’eccitazione della scoperta, allo stesso tempo non se ne sente all’altezza e cerca goffamente di mimetizzarsi»; oppure il “vecchio bionico” che ripone fede cieca nella tecnologia, nel lavoro che essa farà per lui. Invecchiare al tempo della rete di Massimo Mantellini (Einaudi) analizza il rapporto tra l’età senile e le modalità tecnologiche. Recensione di Francesca Nodari sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Come il panopticon di Bentham, l’esposizione sulla rete rinuncia di fatto ad ogni concetto di privato (o di privacy). Byung-Chul Han è un filosofo di origine coreana, piuttosto popolare ultimamente. Ha scritto Infocrazia: le nostre vite manipolate dalla rete (Einaudi, traduzione Federica Buongiorno). La recensione, acuta e saggia, è di Sebastiano Maffettone e si trova sul Domenicale.
Il Male nell’uomo spesso si traveste, materializzandosi esclusivamente nei suoi effetti nefasti, colpendo indirettamente le fragilità personali. Come non ricordare Marilyn Monroe nella storia della danese Tove Ditlevsen? Dipendenza (Fazi, traduzione Alessandro Storti) è l’ultimo volume di una trilogia cruda e drammatica. Recensione di Patrizia Violi su La Lettura.
Sono frequenti le cortine opache, impenetrabili, dei segreti di famiglia. Causa di dolorose sofferenze e condizionamenti psicologici, i silenzi, le menzogne, le omissioni incidono, feriscono e separano, compromettono gli equilibri personali. Segnali di fuoco di Dani Shapiro (Neri Pozza, traduzione Gaja Cenciarelli) scandaglia le modalità della rimozione famigliare e le conseguenze della stessa nelle coscienze dei componenti. Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson de la Repubblica.
Una società soffocata dal pregiudizio ed emotivamente repressa fa da sfondo a Il violino del pazzo (Iperborea, traduzione Andrea Berardini), piccolo capolavoro della Selma Lagerlöf insignita nel 1909 del Nobel per la letteratura. Recensione di Nicola Lecca su Robinson.
Leggendaria forma d’evasione, il sogno viene scandagliato nella maggior parte dei suoi aspetti, clinici e popolari, da Vittorio Lingiardi nel suo L’ombelico del sogno. Un viaggio onirico (Einaudi). Presentazione dello stesso Lingiardi sul Domenicale.
Numerose le tangenze tra mondo onirico e occulto, misterico, esoterico, e magico. Da qui alla stregoneria il passo è minimo, per approfondire l’argomento il libro Maleficia. Storie di streghe dall’Antichità al Rinascimento di Marina Montesano (Carocci). Recensione di Armando Torno sul Domenicale.
La passione per l’occulto e il paranormale accomunava tre personalità di una certa fama: George Simenon, Federico Fellini e Nino Rota. Pensiamo all’onirismo topico dei film di Fellini, al valore attribuito dal regista ai moti dell’inconscio. La bella confusione è il titolo di lavorazione di Otto e mezzo di Fellini, ed è anche il titolo del libro (Einaudi) in cui Francesco Piccolo racconta la storia del set di questo film e di quell’altro girato nello stesso anno, il 1963. Si trattava de Il Gattopardo di Visconti. Recensione di Gianluigi Simonetti sul Domenicale.
Indimenticabile la scena della “Corazzata Kotiomkin” ne Il secondo tragico Fantozzi del 1976, diretto da Luciano Salce. Si proiettavano alcune famose scene della Corazzata Potëmkin del 1925, di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. La celebre scalinata fu progettata dall’italiano Francesco Carlo Boffo negli anni ’30 dell’Ottocento. L’architetto Boffo (originario della Sardegna) emigrò a Odessa nel 1822 e nella nuova città portuale progettò e costruì più di cinquanta complessi ed edifici rappresentativi, oltre alla famosa scalinata. Al Museo Man di Nuoro fino al 25 giugno la mostra Odessa steps. La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura, catalogo Libria. Presentazione di Fulvio Irace sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
© RIPRODUZIONE RISERVATA