Rassegna Stampa Libraria – 23 giugno 2024
Leggendo, nulla si può quando lo sguardo viene rapito dal profilo lontano di un’isola sperduta. L’infatuazione fascinosa per il topos letterario dell’isola è antica e persistente. Le Isole Fortunate di Pindaro, destinate ai giusti dopo tre reincarnazioni terrestri, l’Isola del Paradiso della mappa di Hereford del XIV secolo, l’Isola degli uccelli, quella dell’inferno, quella di Giuda incontrate nella Navigatio Sancti Brandani del secolo XI. Pure, San Brandano e i suoi scambiano per un’isola il terribile Jasconius come già aveva sperimentato Simbad nelle sue avventure; la deliziosa e soave Isola dei Beati, cui si giunge dopo sette anni di traversie e accidenti, l’Isola Perduta del globo di Behaim (1492) descritta da Onorio di Autun nella sua Imago mundi (1100, circa). Insuperata rimane l’isola/stato definita nel Libellus vere aureus nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia di Thomas Moore (1516). E che dire dell’isola su cui naufraga il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, oppure de L’isola del tesoro di Stevenson? Con Le isole fantasma di Donald S. Johnson (Odoya, traduzione Stefania Manetti) si naviga nell’Oceano Atlantico, alla ricerca di isole mitiche di cui la memoria cartografica e storica segna presenza e mai più riviste. Recensione di Paolo Albani sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Il genere del fantasy ha guadagnato negli ultimi anni il plauso di una larga parte di lettori, Leigh Bardugo è una scrittrice fantasy di gran successo. Il suo ultimo romanzo, Il famiglio (Mondadori, traduzione Roberta Verde) è ambientato nella Spagna del XV secolo, una storia di riscatto tra inquisizione e magia. Sara Scarafia intervista l’autrice su Robinson de la Repubblica.
Nell’antichità, è stato il motivo del successo di innumerevoli correnti religiose orientali nei territori segnati culturalmente dall’austerità e dall’ordine razionale della cultura greca e romana. Nella modernità, la concessione all’ebbrezza, all’estasi collettiva dei riti antichi è confluita nei fenomeni di massa, di cui Elias Canetti tratta acutamente, in quel libro straordinario che è Massa e Potere (Adelphi). Nel titolo Una storia collettiva della gioia, Barbara Ehrenreich (Elèuthera, traduzione Elena Cantoni) scandaglia la fenomenologia dell’esuberanza collettiva, dello scatenamento popolare, delle condizioni estatiche perseguite dalla ritualità tradizionale, rilevando nei rave e nelle feste “alternative” di oggi la vitalità e la resistenza nel tempo di tali pratiche. Recensione di Stefano de Matteis sul Domenicale.
Era un Elémire Zolla giovane ed ammalato di tubercolosi. Dal letto della degenza, scrisse il romanzo Minuetto all’inferno dedicandolo alla sua città natale e al suo mistero, Torino. Ambientato nel ventennio della dittatura, il romanzo fu pubblicato da Einaudi nel 1956, anno nel quale vinse il Premio Strega. L’editore Aragno lo ripubblicò nel 2004 e oggi viene riproposto da Cliquot, per la cura di Grazia Marchianò, studiosa di estetica, orientalista e ultima moglie di Elémire Zolla. Recensione di Bruno Quaranta su Robinson.
Sempre più spesso grandi classici della letteratura vengono riproposti, in nuova traduzione. Lord Jim di Joseph Conrad (BUR, traduzione Rocco Coronato) è un romanzo nel quale la volontà umana si confonde con la trama del destino, indistinguibili alla stregua di un’antica ballata. Come nell’opera Peter Grimes di Benjamin Britten, la presenza del mare, della sua profondità maestosa, dell’infinito mistero silenzioso ed eterno, fa da implicito capiente universale in Lord Jim, luogo nel quale ogni partenza si risolve in ritorno. Presentazione di Michele Mari su Robinson.
I celebri noir del belga Georges Simenon allargano le meccaniche di genere, osservano le tensioni che animano un’umanità complessa, sono romanzi in cui il crimine è solo funzionale. È questa la ragione del loro successo intramontabile, il loro autore possiede la levatura letteraria della condizione umana. Ne Il primogenito dei Ferchaux (Adelphi, traduzione Laura Frausin Guarino), Simenon viene ispirato da un caso di cronaca. Recensione di Maurizio Cucchi su Robinson.
La luce difficile di Tomás Gonzáles (La nuova frontiera, traduzione Lorenzo Ribaldi) è un romanzo in cui la sofferenza, l’eutanasia, il distacco volontario e il dramma rimasto, la complessità delle relazioni, il dolore, la vita andata e l’arte come elaborazione esistenziale, trovano un’esposizione semplice, piana, senza colpi di scena, sussurrata e perciò domestica e naturale nella sua essenza tragica. Recensione di Maurizio Fiorino su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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