Rassegna Stampa Libraria – 23 luglio 2023
Come affermava Emanuele Severino, la filosofia non nacque in funzione dell’amore per la conoscenza bensì per fronteggiare il terrore costitutivo dell’uomo. A tal punto costitutivo da ingenerare l’impegno forsennato nell’erigere fortificazioni difensive tanto astratte quanto concrete le quali, al primo incedere dell’accadere, sbriciolano miseramente seppellendo l’orgoglio e la tracotanza, posticce maschere del terrore. È ciò che sperimenta Richard Hermantier, il potente imprenditore di Lione protagonista de I volti dell’ombra di Pierre Boileau e Thomas Narcejac (Adelphi, traduzione Federica di Lella e Maria Laura Vanorio). Recensione di Orazio Labbate su La Lettura del Corriere della Sera.
Naturalmente, i tempi lunghi del “dopo” si confermano veramente più lunghi di quanto ci si sforzi di credere. Ad esempio, negli anni compresi tra il 1939 e il 1975 la dittatura e della guerra civile spagnola portò a una lacerazione mai ricomposta, le cui durature conseguenze sono tutt’oggi maldestramente avvolte da silenzi evidenti. Evitando l’autoindulgenza, il linguaggio del romanzo Con gli occhi chiusi di Edurne Portela (Voland, traduzione Giulia di Filippo) descrive la permanenza dinamica di quei segreti che animano tutt’ora le terre di Spagna, nelle vicende di un piccolo villaggio. Recensione Stefania Parmeggiani su Robinson de la Repubblica.
Oppure, mentre ci assalgono i dilemmi innescati dall’avvento (inesorabile) dell’intelligenza artificiale, permangono nel nostro profondo cognitivo assetti sociali vecchi di millenni. Roberto Esposito, nella recensione al libro La morte del padre del grande giurista francese Yan Thomas (Quodlibet, cura Valerio Marotta, traduzione Giuseppe Lucchesini), afferma: «L’accecante potenza del diritto romano sta nella logica formale inesorabile, che noi moderni non riusciamo a concepire, ma che pure è alla base di un’organizzazione dei rapporti sociali le cui risonanze, nonostante i duemila anni di distanza, ancora avvertiamo», mentre si riferisce al diritto unico, assoluto, riscontrabile nel mondo antico solo a Roma, di vita e di morte che il padre romano esercitava sui figli maschi. Il padre, inoltre, aveva il diritto di vendere o ripudiare i figli maschi, secondo la propria insindacabile volontà. Possiamo leggere la recensione su Robinson.
A riprova di quanto sia presente il passato nel nostro futuro, la storia delle origini di Roma viene presentata nel volume per l’infanzia Le leggende dell’antica Roma raccontate ai bambini di Annamaria Piccione (Mondadori, illustrazioni Francesc Rovira). Introduce il proprio volume Annamaria Piccione su Robinson.
Del resto, la Bibbia, il libro di tutti i libri passati, presenti e futuri contiene anche La donna che rise di Dio di Roberto Mercadini (Rizzoli), un libro che capovolge i ruoli e fa di Dio un personaggio della propria narrazione. Il tono amichevole e coinvolgente non sfugge alla profondità dei significati, illuminandoli di luce nuova. Recensione di Demetrio Paolin su La Lettura.
Il ruolo dell’intellettuale, come l’attività del critico, sono temi che ritroviamo spesso introdotti nello “show-sagra-fest” in cui si è trasformato l’ambiente culturale. Com’è ovvio, non tutti possono avere una chiara idea su cosa sia l’intellettuale oppure sull’utilità del confronto con il critico (se non verso il sostegno e le giustificazioni ai “propri gusti”). Il volume antologico Una corsa all’avventura (Carocci, cura Umberto Motta) raccoglie una selezione cospicua della produzione saggistica di uno dei più grandi critici letterari del Novecento, il filologo Gianfranco Contini (1912-1990). Gli apparati articolati dal curatore forniscono una rappresentazione a tutto tondo dell’intellettuale e della sua produzione. Recensione di Claudio Giunta sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Pochi sono gli scrittori che hanno puntualmente e senza infingimenti scandagliato le pieghe nascoste dell’animo umano come George Simenon. Non fa eccezione questo ultimo Delitto impunito (Adelphi, traduzione Simona Mambrini); mondi interiori in conflitto perpetuo, invidie, meschinità, slanci e gelosie, abbruttimenti morali e felicità. Recensioni di Antonella Lattanzi su La Lettura e di Giancarlo de Cataldo su Robinson.
Inevitabilmente, la geografia letteraria europea si impernia in pochi luoghi, prevalentemente urbani. Come Praga, centro politico e culturale della regione storica della Boemia. Si realizza tra il 1990 e il 1995, il progetto dell’italianista ceco Zedněk Frýbort e del fotografo Danilo de Marco di recuperare l’anima praghese attraverso le figure di Franz Kafka e Jaroslav Hašek. Il progetto trova oggi la realizzazione in Io ero di Praga (San Marco, cura Angelo Floramo) volume di letteratura fotografica o di fotografia letteraria, sulle tracce dell’anima di Praga. Recensione di Maria Luisa Colledani sul Domenicale.
L’emersione internazionale di politiche populiste corrisponde all’incertezza prodotta dai limiti della politica stessa di fronte alla profonda riorganizzazione mondiale di questi anni. Limiti che palesano l’incapacità nell’affrontare organicamente e positivamente gli squilibri economici, sociali, strutturali, istituzionali, finanziari, che il “nuovo mondo” già realizza. Una nuova partita, un nuovo gioco con regole ancora tutte da consolidare se non da scrivere, conferirà forma e struttura inedite tra Stati Uniti, America meridionale, Cina e altri Orienti, Africa, Mondo Arabo, Russia ed Europa. Le tecnologie, come sempre, domineranno il cambiamento. Adriana Castagnoli argomenta l’importante questione in Terre di mezzo (il Sole 24 ore), possiamo leggere uno stralcio del libro sulle pagine del Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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