Rassegna Stampa Libraria – 24 settembre 2023

Rassegna Stampa Libraria – 24 settembre 2023

Ascoltare la storia per comprendere il presente. Al termine del dialogo tra Ken Follett e Luigi Ippolito che troviamo su La Lettura del Corriere della Sera, l’autore inglese (recentemente cittadino francese), riferendosi al suo ultimo romanzo Le armi della luce (Mondadori, traduzione Annamaria Raffo), afferma: «Ho cominciato questo romanzo prima dell’inizio della guerra [Russo-Ucraina], ma nel libro ci sono una guerra, una rivoluzione tecnologica e la crisi del costo della vita: quasi una profezia». Le armi della luce (anche se riteniamo il titolo originale The Armour of Light, “L’armatura di luce” più appropriato) è l’ultimo di cinque volumi dedicati alle vicende dell’immaginario villaggio di Kingsbridge, ed è storicamente collocato agli albori della Rivoluzione Industriale, concomitante con la Rivoluzione Francese e le successive guerre napoleoniche. Apparato documentale e storico accurato poiché, dice Follett con ottimismo: «Il lettore si rende subito conto se non sai di cosa stai parlando».

Anche Richard Holmes si concentra, nel libro L’età della meraviglia (Orville Press, traduzione Lisa Topi), sul periodo compreso tra il primo giro del mondo del capitano James Cook e il suo Endeavor nel 1768 e il viaggio di Darwin alle Galápagos nel 1831. È l’età in cui si forma l’idea romantica di scienza, il personaggio dello scienziato geniale e strambo, il dubbio se perseguire la conoscenza scientifica in modo autonomo o responsabilizzare la ricerca in funzione delle conseguenze pubbliche. Lo stesso Holmes presenta il proprio libro sul Domenicale de il Sole 24 ore.

In Maledette. Le donne nel mito di Francesca Ghedini (Marsilio) ritroviamo la donna moderna nella cultura classica. Nel cifrare i profili di Circe la maga, di Pasifae, di Arianna, Fedra e Medea, la madre assassina, Ghedini indaga gli elementi iconografici della trasmissione culturale, riscoprendo atteggiamenti e fenomeni culturali ancora contemporanei come, ad esempio, la pratica cancel culture. Recensione di Maria Luisa Colledani sul Domenicale.

Un “romanzo mondo”: I libri di Jakub del premio Nobel Olga Tokarczuk (Bompiani, traduzione Ludmila Ryba) che attraversa «messianismo, redenzione, l’Illuminismo e le sue contraddizioni, il pensiero gnostico, il Bene e la natura del Male, le fedi, il tradimento, le identità plurime, la memoria delle donne e quella degli ebrei, le lingue colte e volgari, l’emancipazione degli oppressi, la cabala e lo Zohar, il lato femminile di Dio» e non solo, nella seconda metà del Settecento in un territorio che all’epoca era polacco. Recensione di Wlodek Goldkorn su Robinson de la Repubblica.

Gli epistolari e i carteggi rimangono una fonte testimoniale e storica di prima qualità, ad esempio il Carteggio di Vittoria Colonna, marchesa di Pescara che esce in edizione critica (Edizioni della Normale, cura Veronica Copello), una testimonianza straordinaria di una personalità appartenente ai vertici politici, sociali e culturali nella confluenza italiana tra Rinascimento e Controriforma. Recensione di Massimo Firpo su Robinson.

Sempre più spesso, perfino il giallo cerca di acclimatarsi nella storia. Con lo pseudonimo di Alex Beer, l’archeologa Daniela Larchen conduce le avventure dell’ispettore capo della sezione “omicidi” August Emmerich. Il messaggero oscuro (e/o, traduzione Silvia Manfredo) racconta di efferati omicidi, ma soprattutto della Vienna post bellica, del disfacimento dell’Impero Asburgico, del dissolvimento dei valori e della miseria umana che precedette l’avvento del conflitto del 1939-1945. Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson.

Evade nell’attualità, la scrittura di Manuel Vilas che, con Amor costante (Guanda, traduzione Bruno Arpaia), ci offre la reazione vitalistica quanto vana di Irene, di fronte al fato ma specialmente alla delusione provocata dal circostante attuale. Alessia Rastelli intervista l’autore sulle pagine de La Lettura.

Di frequente, la conoscenza si avvale di descrizioni fantastiche, l’immaginazione si fa guida della comprensione, come in Koala dello svizzero Lukas Bärfuss (L’Orma, traduzione Margherita Carbonaro). È nello straniamento zoologico che l’autore trova la via per dare un senso al suicidio del fratello. Recensione di Alessandra Iadicicco su La Lettura.

Raramente, nel caso in cui la narrazione non corrisponda all’intento, subentra l’elegia, la cristallizzazione rarefatta della poesia. A cinquant’anni dalla scomparsa di Ingeborg Bachmann, Adelphi pubblica il suo secondo libro di poesia più importante, risalente al 1956: Invocazione all’Orsa Maggiore (traduzione Laura Ragone, cura Luigi Reitani, nota di Hans Höller). Bisturi linguistico che necessita all’immaginazione culturalmente evoluta, recensione di Roberto Galaverni su La Lettura del Corriere della Sera.

Andrea Oddone Martin

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