Rassegna Stampa Libraria – 26 febbraio 2023

Rassegna Stampa Libraria – 26 febbraio 2023

Centovent’anni e non sentirli. La ricorrenza della nascita di George Simenon ci sorprende, sarà possibile che un autore così attuale abbia superato abbondantemente il secolo? Nel caso fosse un Classico, certamente sì e sarà solo l’inizio. Fra altri cent’anni, i romanzi di Simenon saranno ancora letti con la stessa passione dei lettori, nel riconoscimento di sé stessi. È così che la scrittura di Simenon ha trovato la “vena d’oro”: togliere la maschera indossata nella quotidianità moderna e mostrare, con perizia narrativa e registica, le autentiche virtù di ciascuno, inconfessabili e socialmente inaccettabili. Ricalca il fortunato schema, L’orsacchiotto di Simenon (Adelphi, traduzione Laura Frausin Guarino), recensito da Giorgio Montefoschi su La Lettura del Corriere della Sera.

La condizione umana è trave portante di gran parte della storia letteraria e filosofica, da Socrate in poi, teso a comprendere l’eterna follia dell’umanità. Si inseriscono in questo flumen le Intercenales di un maggiore autore rinascimentale, Leon Battista Alberti (Polistampa, traduzione Maria Letizia Bracciali, cura Roberto Cardini). Raccolta di scritti umoristici e farseschi, si inseriscono nella complessiva riflessione albertiana, assimilabile in tutta l’opera come una grande meditazione morale sulla fatica del vivere e sull’assurdità dei comportamenti umani. Recensione di Michele Ciliberto sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Viene pubblicata a distanza di sessant’anni la raccolta di saggi di Paolo Vita-Finzi usciti nel dopoguerra sul Mondo, dal titolo Le delusioni della libertà (IBL Libri, cura Claudio Giunta, prefazione Francesco Perfetti). Una raccolta di brevi saggi in cui l’autore descrive la debolezza dell’intellettuale dell’epoca il quale, tradendo la responsabilità di cui è stato investito, si lascia sedurre dal mito del popolo e della nazione, oppure dal mito dell’élite virtuosa e dell’uomo forte, snaturando e allontanandosi dall’essenza della libertà civile e democratica. Recensione di Claudio Giunta sul Domenicale.

Ian McEwan elimina sul nascere la questione del “libero arbitrio” e delle responsabilità conseguenti. Semplicemente, pensa il libero arbitrio inesistente e invece i nostri comportamenti come integralmente derivati da causalità esterne alle nostre vite, sociali, mondiali, politiche, etc. Nel suo ultimo Lezioni (Einaudi, traduzione Susanna Basso) McEwan narra l’intera esistenza di Roland, il protagonista che pensa di decidere della propria vita, mentre la vita decide per lui. Alberto Manguel intervista l’autore inglese su Robinson de la Repubblica.

Le ricadute sociali dell’inettitudine generale sono in genere evitate. Però, appena vengono evidenziate, appena non possiamo più girarci dall’altra parte, siamo costretti ad ammetterle come endemiche. Una di queste sciagure dell’era digitale si chiama esclusione oppure emarginazione, il frutto di una società divisa e impaurita, che si sente costantemente minacciata, che ritiene di possedere un benessere da difendere anziché da condividere e moltiplicare. Di emarginazione tratta la vicenda narrata in Non esisto di Alberto Schiavone (Edizioni Clichy), dopo aver pagato per i propri errori, una donna comprende di essere stata cancellata. Recensione di Marzia Fontana su La Lettura.

Oggi come ieri, i libri si presentano come finestre di possibilità ulteriori, opportunità di rinascite imprevedibili, di rotazioni impensabili. Testimonianza narrativa d’attualità, L’anno che bruciammo i fantasmi di Louise Erdrich (Feltrinelli, traduzione Andrea Buzzi) inizia dall’anno 2005. La nativa americana Tookie viene condannata a sessant’anni di reclusione. Grazie ad una serie di circostanze, viene liberata dopo dieci anni. È libera fisicamente e mentalmente, in carcere si è appassionata alla lettura. In questo romanzo tutto ruota attorno al potere dei libri «che – afferma Livia Manera nella recensione su La Lettura – possono salvare ma anche uccidere». Viola Ardone apre la recensione del libro della Erdrich su Robinson con la frase: «I libri hanno il potere di cambiare la vita».

Ha destato un certo scalpore (subito dissimulato) l’affermazione serena ma netta dell’atleta Paola Egonu: «l’Italia è un paese razzista». Purtroppo, non solo l’Italia si rifiuta di elaborare e comprendere il concetto di razzismo (che considera dannosa o minacciosa ogni diversità, indifferentemente). L’America, nonostante la storia importante di multiculturalità e multietnicità che le appartiene, non è tutt’oggi riuscita a superare il proprio razzismo distruttivo. Soprattutto quello rivolto alla popolazione afroamericana. Lo scrittore haitiano Louis Philippe Dalembert ha vissuto per un certo periodo a Milwaukee, nel Wisconsin. In quella città, ha potuto esperire personalmente la partizione attiva e violenta tra bianchi e neri. Da quel trascorso è nato il titolo Milwaukee Blues (Sellerio, traduzione Francesco Bruno) col quale Dalembert è stato finalista al Premio Goncourt. Recensione di Enrico Franceschini su Robinson.

La scrittura, in sé si fa portatrice di innumerevoli motivazioni. Joan Didion è stata una giornalista, saggista americana, un’emanazione di quello che all’epoca si è chiamato New Journalism. La Didion aveva un’idea molto chiara della necessità della sua scrittura: «Scrivo solo per scoprire cosa penso, che cosa guardo, che cosa vedo e che cosa questo significa. Che cosa voglio e che cosa temo». È uscita un’antologia degli scritti di Joan Didion intitolata Perché scrivo (il Saggiatore, traduzione Sara Sullam) che raccoglie gli articoli scritti dal 1968 al 2000. Un pezzo di storia dell’ultimo Novecento. Recensione di Elisabetta Rasy sul Domenicale.

Giorgio de Chirico accompagnò l’intera sua carriera pittorica ad un’attività di scrittura oltremodo varia e caratteristica. Articoli, critica d’arte, romanzi, autobiografia, epistolari, poesie, scritti teorici e manuali pittorici. Scritti 1910-1978 (La nave di Teseo, cura Paolo Picozza, Andrea Cortellessa, Sabina d’Angelosante) è un volumone di circa tremila pagine in cui è raccolta la maggiore produzione del pittore metafisico. Recensione di Mario Andreose sul Domenicale.

Per far crescere la coscienza ambientale e l’empatia ecologica assieme ai bambini, la poetessa e autrice di fiabe Vivian Lamarque ha scritto Animaletti, vi amo (Solferino, illustrazioni Matteo Arosio), un libro di storielle dedicato “a tutti gli animaletti, specie a quelli che vengono maltrattati” e “a tutti i bambini, specie a quelli che se ne accorgono e li difendono”. Recensione di Severino Colombo su La Lettura.

Ma anche assieme agli adulti, con L’ultima foresta di Mauro Garofalo (Aboca). In una mattina qualsiasi di un’estate in cui non era mai piovuto, cadono furiosi muri di pioggia. Il maltempo svelle qualsiasi cosa, apre voragini nel terreno, spacca le case come melograni. La famiglia di Arren, cinque persone sono costrette a emigrare. Recensione di Simone Innocenti su La Lettura.

Dall’ambiente, è noto, ricaviamo letteralmente tutto ciò che ci nutre. L’emergenza climatica ha buone probabilità di sviluppare una crisi alimentare. Merluzzo. Storia del pesce che ha cambiato il mondo di Mark Kurlansky (Nutrimenti, traduzione Giuseppe Bernardi) è un libro che ripercorre la storia della pesca del merluzzo e dei cambiamenti di geopolitica economica che questo alimento determinò. Recensione di Luca Cesari sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

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