Rassegna Stampa Libraria – 26 marzo 2023

Rassegna Stampa Libraria – 26 marzo 2023

L’acqua, fonte di vita. In senso naturale, in quanto è il luogo nel quale si è formata la vita; e in senso metafisico, celebrato da ogni tradizione. Il corpo di una medusa è formato per il 99% di acqua, quello di un cocomero per il 96%, quello di un uomo per il 75%. Già queste percentuali danno ad intendere l’importanza di questo bene fondamentale, che sta diventando sempre meno disponibile. Le quantità sono utili per avere una dimensione immaginativa della pervasività acquea. In Italia ci sono circa 1200 fiumi, anche se in genere ne ricordiamo pochi: il Po, l’Arno, il Tevere, il Piave. In Russia, paese d’origine di Olga Fadeeva, ve ne sono oltre due milioni di cui quelli più ricordati generalmente sono il Don, il Volga e la Moscova. Acqua! di Olga Fadeeva (Caissa Italia, traduzione Tatiana Pepe) è un libro illustrato per ragazzi che rende appassionante e istruttivo il confronto con i dati dell’elemento primario. Quali sono i fiumi più lunghi del mondo? quale il più profondo? quanti mari ci sono al mondo? Ordini di grandezza che ci aiutano a considerare il valore di un bene che comincia a scarseggiare. Recensione di Ilaria Zaffino su Robinson de la Repubblica.

Molte sono le riflessioni sul rapporto tra l’uomo e la Natura degli ultimi secoli. Sovente si caricano di biasimo, molto probabilmente perché si paventano (e ormai si sperimentano) preoccupanti situazioni di criticità ambientale. Si aggiunge lo storico e giornalista tedesco Philipp Blom con il suo La Natura sottomessa. Ascesa e declino di un’idea (Marsilio, traduzione Francesco Peri). Annachiara Sacchi intervista l’autore sulle pagine de La Lettura del Corriere della Sera.

Superamento e rinnovamento godono della proprietà dei sinonimi, non c’è rinnovamento senza superamento e viceversa. Gli uomini si sono sempre dimostrati refrattari ad ambedue le questioni, anche in presenza di necessità stringenti. Le posizioni sostanziali di fronte all’emergenza climatica dimostrano di nuovo la solita vecchia storia: la morte piuttosto del rinnovamento. È così che antiche ferite suppurano dolorosamente tutt’oggi, contrapposte a barriere mentali che ne impediscono il risanamento. In America, persiste un’ostinata linea di continuità tra il Ku Klux Klan e la brutalità della polizia verso le minoranze etniche. Gli alberi di Percival Everett (La nave di Teseo, traduzione Andrea Silvestri) si confronta narrativamente con il secolare problema della segregazione razziale in America. Paolo Giordano presenta il libro e dialoga con l’autore su La Lettura.

Di norma, l’autolesionista inerzia umana si alimenta di mitologie artefatte tra un concetto livellante, prevaricante, schiacciante, vissuto come taumaturgico, di “ordine” accompagnato ad una insopportabile insofferenza verso l’evidente e vitale varietas della realtà. Il romanzo Un altro Eden di Paul Harding (Neri Pozza, traduzione Massimo Ortelio) prende spunto da una reale vicenda, la tragica storia della comunità di variopinti emarginati che viveva sulla piccola isola di Malaga fino al 1912, quando… . Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson.

La Verità, complesso filosofico di una certa importanza, assomiglia al Tempo come ha cercato di definirlo Sant’Agostino: «sento di conoscerlo ma, se mi chiedono di spiegarlo, non so cosa dire». Eppure, la Verità spiffera incessantemente da pertugi quotidiani, dallo iato lieve di imposte chiuse sbadatamente, dalle chiavi perdute nei meandri di borsette infinite, dal delicato paradosso rivelatore. Alla sensibilità necessaria a questa pratica si perviene attraverso un curriculum tipico: André Kaminski fu svizzero di nascita, polacco di origine, tedesco di lingua, di discendenza ebraica, residente in Maghreb. Viene nuovamente pubblicata Il terremoto di Agadir (Acquario, traduzione Amina Pandolfi), una raccolta di novelle in cui la realtà, grazie all’affabulazione letteraria di Kaminski, mostra la polidimensionale multiformità tra le cui fenditure spira incessante un soffio familiare. Recensione di Alessandra Iadicicco su La Lettura.

Il vissuto e l’assurdo convivono felicemente anche nei racconti di Amparo Dávila. Morte nel bosco e altri racconti (Safarà, traduzione Giulia Zavagna) è una raccolta della poetessa messicana di racconti che spesso sfociano nel tessuto fiabesco, più risoluto nel confronto con l’orrore, l’amore, la fantasia, il reale. Recensione di Nadia Terranova su Robinson.

La versatile multiformità del genio artistico di William Morris viene celebrato con il volume omonimo William Morris (Einaudi, cura Anna Mason, traduzione Chiara Veltri, Pietro del Vecchio). Una pubblicazione/catalogo ricca di 660 illustrazioni e numerosi qualificati saggi per il pioniere del movimento artistico, umanistico e politico Arts & Craft. Recensione di Stefano Salis sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Un romanzo di donne, tra donne quello di Lorena Spampinato, Piccole cose connesse al peccato (Feltrinelli). Donne, e scarto generazionale tra madri e figlie, tra adolescenze nella zona franca delle vacanze estive, tra esagerazioni giovanili e banalità del male, in un sud Italia ruvido e sanguigno. Recensione di Ermanno Paccagnini su La Lettura.

La scelta tra il bene e il male, tutt’altro che banale, è ciò su cui si sofferma lo storico Carlo Greppi nel suo Un uomo di poche parole (Laterza). Quest’uomo si chiamava Lorenzo Perrone ed era un volontario del Terzo Reich, fu inviato come operaio a costruire una fabbrica di gomma sintetica situata nei pressi del campo di concentramento in cui era internato Primo Levi. Lorenzo Perrone, rischiando ogni volta la vita, raccoglieva ogni giorno gli avanzi dei pasti degli operai e li portava a Primo Levi e a un suo altro compagno di sventura. Perrone scrisse anche due lettere ai parenti di Primo Levi in Italia, per informarli sulla situazione. Perché Perrone ha scelto la solidarietà a rischio della propria vita? Perché lui non si è girato dall’altra parte? Recensione di Marco Belpoliti su Robinson.

Tutti noi, esseri biologicamente morenti, ci riscopriamo viventi nel momento in cui comprendiamo il nostro essere linguistico. Ci rappresentiamo, di volta in volta, le virgole, gli spazi tra le parole, gli apostrofi, i puntini di sospensione, gli accenti, raramente qualche lettera e solo sporadici geni incarnano involontariamente qualche sillaba del grande Libro della Vita. Un libro è fatto per essere letto e la lettura non è un’azione qualunque. Lo afferma a chiare lettere ne L’ultimo lettore, Ricardo Piglia (SUR, traduzione Alessandro Gianetti), attraversando l’opera di autori quali Jorge Luis Borges, Franz Kafka, James Joyce, Edgar Allan Poe, William Shakespeare, Lev Tolstoj. Recensione di Cristina Taglietti su La Lettura.

Si è sempre scritto moltissimo ma gli scrittori sono sempre stati pochi. In compenso, frugando tra la vanitosa, pretestuosa quanto voyeuristica produzione moderna, ogni tanto spuntano libri divertenti, se non altro. Alex Johnson, nel suo Una stanza tutta per sé. Dove vivono i grandi scrittori (L’ippocampo, illustrazioni James Oses) si concentra sugli oggetti che grandi scrittori tenevano sulla loro scrivania, spesso chincaglieria bizzarra, sui loro tic comportamentali, sull’idiosincrasia verso la macchina da scrivere. Recensione di Giuseppe Scaraffia sul Domenicale.

Venezia, città impossibile occultata dall’insipiente glassa dell’accoglienza turistica. Che ospita un turismo per lo più insensibile, sciatto, sentimentalmente volgare e spesso violento, negli ultimi tempi. L’impossibilità enigmatica di una non-città come Venezia scompare sotto una coltre soffocante, incontenibile, straripante ma soprattutto corruttiva, deformante. Come vivere Venezia senza tradirla? Ad esempio, si potrebbe sfogliare il volume fotografico Venezia. Alter mundus di Alessandra Chemollo (Marsilio Arte, prefazione Franco Rella) dove di turisti non ne compare nemmeno uno. Un sogno fatto di silenzi e voci bianche che scalciano un pallone in campo, assenze placide e preghiere, attese e folgorazioni. Recensione di Salvatore Settis sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

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