Rassegna Stampa Libraria – 27 agosto 2023

Rassegna Stampa Libraria – 27 agosto 2023

Come ogni anno, anche agosto è passato. Un agosto a tratti torrido e non solo per questioni climatiche. Agosto è il mese racchiuso nel romanzo L’ombra del vulcano di Marco Rossari (Einaudi). In questo romanzo, Rossari si esprime in termini prettamente autobiografici: tra vicende personali contrappuntate dall’impegno nella traduzione del romanzo Sotto il vulcano che Malcom Lowry scrisse nel 1940, Rossari si interroga sul senso della letteratura. Recensione di Alessandro Beretta su La Lettura del Corriere della Sera.

La superficialità egotica nella gigantesca produzione e consumo di immagini domina incontrastata. Ma qualcuno ci prova a rimettere i piedi sulla terra, come la scrittrice giapponese Sanaka Hiiragi. Nel suo romanzo Il magico studio fotografico di Hirasaka (Feltrinelli, traduzione Gala Maria Follaco) racconta, collocandosi con levità sulla soglia estrema, l’autentica importanza delle immagini. Recensione di Michele Smargiassi su Robinson de la Repubblica.

Di questi tempi la confusione tra attribuzioni di significati apparenti, opinioni gratuite, basse morbosità, gretti interessi, libertà ostentate ma non comprese, vacue legittimità fondate sugli umori, burocratici alibi (belletto di autorevoli mediocrità) sventolati con energia comunicativa, imperversa indomita. La sensazione comune è quella di trovarsi in gran numero sul mare aperto, imbarcati su un natante senza timone dove ogni passeggero è capitano. Forse varrebbe la pena di una riflessione ponderata e solidamente originata. Come propone Marilisa d’Amico in Parole che separano. Linguaggio, Costituzione, Diritti (Raffaello Cortina), una finestra di chiarezza sulla potenza discriminatoria della lingua e sui suoi effetti. Recensione di Eliana di Caro sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Peraltro, consapevolezza letteraria e maturità linguistica sono decisamente inseparabili, nonostante l’impegno profuso nei surrogati. Mani nella terra di Lee Cole (Marsilio, traduzione Martina Testa), è un romanzo nel quale, tra le peripezie dei protagonisti, si ricercano i termini di necessità della scrittura, dell’esperienza autoriale. Recensione di Maurizio Fiorino su Robinson.

Nella storia passata e recente, sono innumerevoli le testimonianze di scrittori che denunciano l’indipendenza dei propri personaggi. Una volta definiti nei loro tratti essenziali prendono vita propria insieme all’iniziativa. Ricordiamo la commedia Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello. E pure i polemici protagonisti del rutilante Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi di Francesco Recami (Sellerio), che litigano vivacemente con l’autore, tirandolo in causa circa le decisioni della trama. La recensione è di Simone Innocenti e si trova su La Lettura.

Il mondo di sera di Christopher Isherwood (Adelphi, traduzione Laura Noulian) ci rammenta Il mondo di ieri di Stefan Zweig (Mondadori, traduzione Lavinia Mazzucchetti) e non solo per l’assonanza del titolo. Infatti, ambedue documentano di un passaggio, una mutazione, una modulazione epocale. Entrambi si muovono inesorabilmente tra vecchio e nuovo mondo, ci riportano l’immagine di un mondo scomparso che rivive solo nella memoria. Recensione di Sara Sullam sul Domenicale.

Ogni cultura trova nel mito la propria ragion d’essere, ogni uomo si riconosce nelle verità, nei significati, nei valori, nell’ordine universale creato dal mito, che lo precede. L’attività mitopoietica è antica quanto l’uomo, l’ordine mitologico è necessario alla sua stessa esistenza. Il 2 settembre ricorre il cinquantenario dalla morte di uno degli ultimi autentici mitopoieti, John Ronald Reuel Tolkien. Il dotto filologo e linguista inglese ci lasciò con la sua opera la testimonianza della propria consapevolezza creativa. Una consapevolezza opposta con decisione alla riduzione teatrale della sua produzione, supremamente letteraria. Figuriamoci cosa avrebbe pensato della trasposizione cinematografica, figlia del consumismo e nemica della libertà. Bompiani raccoglie in un volume la riscrittura tolkeniana di tre poemetti della tradizione bretone del XIV secolo: Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Perla e Sir Orfeo (traduzione Luca Manini, cura di Chris Smith e introduzione del figlio di Tolkien, Christopher). Su Robinson possiamo leggere, oltre ad un appassionato scritto di Michele Mari, uno stralcio dell’introduzione e la parte iniziale dell’antico poema in cui risuona perenne l’anima della civiltà dell’uomo.

Andrea Oddone Martin

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