Rassegna Stampa Libraria – 27 febbraio 2022
Gli sconvolgenti eventi di questi giorni hanno fatto riapparire chiaramente, per chi se le fosse dimenticate durante la lunga pace, le molteplici ragioni d’essere dell’Unione Europea. Molti dei politici che manifestavano scetticismo verso l’Unione Europea vengono ora smentiti dalle indispensabili e importanti intraprese messe in campo dall’UE in questa deleteria situazione, creatasi nel giro di un batter d’occhio. Con stile sobrio e accurato, Ernesto Rossi scrive nel 1944 L’Europa di domani, ovvero gli Stati Uniti d’Europa ora ripubblicato da Aragno per la cura di Antonella Braga. La recensione è di Gaetano Pecora e la troviamo sul Domenicale de il Sole 24 ore. L’effettiva costante conflittuale tra gli uomini, tra le società degli uomini, lungo i millenni spinge a studiare il fenomeno in termini scientifici, alla larga dalle pseudo-giustificazioni storiche asserite di volta in volta dai contendenti. Una studiosa del fenomeno di lunga data è Margaret MacMillan e la sua ultima pubblicazione si intitola War. Come la guerra ha plasmato gli uomini (Rizzoli, traduzione Daniela e Monica Pezzella). Ugo Tramballi recensisce l’interessante volume sul Domenicale.
Una vicenda particolarmente esemplificativa per la distanza che separa l’esercizio della giustizia dalle autentiche propensioni degli uomini è l’affaire Dreyfus. Piero Trellini presenta sul Domenicale il suo prossimo L’affaire. Tutti gli uomini del caso Dreyfus, un corposo volume pubblicato da Bompiani e disponibile in libreria dal 2 marzo. La giustizia terrena rispecchia quella divina, richiama in causa l’eterna quaestio sull’esistenza di Dio. Nella storia, innumerevoli risposte in merito, la più tenace venne formulata da Blaise Pascal; ma la risposta di Roberto Volpi si distingue per il metodo adoperato: la statistica. Armando Torno recensisce sul Domenicale il volume Dio dell’incerto. L’altra scommessa di Sapiens di Roberto Volpi (Leg Edizioni). La relazione tra l’arte contemporanea e il sacro viene affrontata da James Elkins con piglio spontaneo, all’americana, e dà alle stampe il titolo Lo strano posto della religione nell’arte contemporanea (Johan & Levi, a cura di Luca Bertolo). Lo recensisce Vincenzo Trione su La Lettura del Corriere della Sera.
La relazione che ci rapporta alle immagini è d’importanza fondamentale da ben prima della pervasività degli schermi elettronici del nostro presente. Un esempio per noi lettori: soffermiamoci sul fatto che un carattere alfabetico, prima di essere un suono e diventare un significante nel momento in cui, assieme ad altri caratteri, compone una parola a veicolare significati, sentimenti, intenzioni, etc. è un’immagine. Talmente importante, l’immagine, da aver originato miti il più famoso dei quali è quello di Narciso. Nel suo ultimo libro, il filosofo Andrea Pinotti propone il mito di Narciso per aiutarci a comprendere il nostro rapporto con il mondo espressivo dell’arte. Anna li Vigni presenta il titolo Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla realtà virtuale (Einaudi) sul Domenicale.
Una buona idea nasce da un “gomitolo di concause”. L’antropologia strutturale ha influenzato gran parte del novecento intellettuale, ed è il gomitolo della sua origine che si propone di dipanare Vincent Debaene, curatore del volume che raccoglie una selezione dei primi scritti di Claude Lévi-Strauss dal titolo Antropologia strutturale zero (il Saggiatore, traduzione Massimo Fumagalli). Recensione di Elisabetta Moro su La Lettura.
Del resto, il problema apicale è sempre quello dello stile. Non quello dell’attribuzione esteriore ma quello implicito alla creatività. Lo spericolato e funambolico stile letterario del cinquecentesco François Rabelais viene setacciato da un neo laureato Leo Spitzer, inaugurando così la “critica stilistica” che tanta importanza avrà in seguito. Viene per la prima volta tradotto in italiano da Lucia Assenzi il primo libro di Spitzer, Rabelais, la formazione delle parole come strumento stilistico (Quodlibet, a cura di Davide Colussi). Presenta il volume Lorenzo Tomasin sul Domenicale. Ma anche noi italiani possiamo vantare personalità assolute in codesto campo, una su tutte: Giorgio Manganelli, l’impareggiabile verbapoiete. Sono in corso di pubblicazione per Adelphi le opere di Manganelli. Il secondo volume della raccolta di recensioni, pubblicato con il titolo Altre concupiscenze (ben poco manganelliano, egli avrebbe certamente preferito, ad esempio, Concupiscenze ulteriori), segue il primo intitolato Concupiscenza libraria (a cura di Salvatore Silvano Nigro). Manganelli, dotato di un’intelligenza superiore, tratta costantemente del mondo e lo fa attraverso la letteratura, riducendola a mero pretesto: in questa riduzione si rivela maestro senza pari, catafratto da fulminanti quanto profonde ispirazioni alimentate potentemente dall’ironia, dalla sterminata cultura e dal coraggio della lucidità. Recensione un po’ fuori fuoco di Alessandro Piperno su La Lettura.
Chi conosce Diane Johnson? Immagino pochissimi, dato che nonostante sia stata per due volte finalista Pulitzer e National Book Award, abbia scritto assieme a Stanley Kubrick la sceneggiatura di Shining, abbia scritto una ventina di libri tra racconti, romanzi (da Le Divorce è stato tratto un film), saggi, etc., è stata pubblicata per la prima volta in Italia da una piccola ma intraprendente casa editrice, Atlantide. Uscito lo scorso anno negli Stati Uniti, Lorna Mott torna a casa (traduzione Chiara Manfrinato) ci permetterà finalmente di far conoscenza con l’autrice ormai ottantasettenne. Recensione di Cristina Taglietti su La Lettura del Corriere della Sera.
Andrea Oddone Martin
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