Rassegna Stampa Libraria – 27 novembre 2022
Notevoli le celebrazioni letterarie del 2022. Nel 1922 venne pubblicato Ulisse di James Joyce; nel 1922, Marcel Proust terminò la scrittura di Alla ricerca del tempo perduto; nel 1922, e precisamente il 15 novembre, ebbe i natali Giorgio Manganelli; esattamente cinquant’anni fa ci lasciava Ennio Flaiano. Personalità non riconducibile a descrizioni comuni, quella di Flaiano. Trascinata sotto i riflettori dai quali non viene sedotta (difficile non apparire quando il suo primo e unico romanzo, Tempo di uccidere, perentoriamente richiesto da Leo Longanesi, vince la prima edizione del Premio Strega; quando cura la sceneggiatura per i film di Alberto Lattuada, Mario Soldati, Luciano Emmer, Steno, Mario Monicelli, Roberto Rossellini, Dino Risi, Alessandro Blasetti, Luigi Zampa, Michelangelo Antonioni, Elio Petri, Federico Fellini, Marco Ferreri, Giuliano Montaldo, fra gli altri), la figura modesta, sobria e appartata di Flaiano è ampiamente dotata di un acume d’intelligenza straordinaria, di uno sguardo disincantato e disilluso, di una versatile ma nobile sprezzatura, degna d’Ancien Régime. Personaggio malgré lui, Flaiano segna l’impaccio della critica nei suoi confronti, incapace di coglierne l’altezza intellettuale. Critica che, costretta dall’inettitudine, gli assegna la parte di spiritoso aforista. La distanza dal protagonismo di Ennio Flaiano ha naturalmente sobillato schiere di ammiratori in veste di conoisseur più o meno sagaci quando non di veri e propri epigoni, immancabilmente insufficienti. Ci prova Tommaso Pincio (nom de plume di Marco Colapietro) con il titolo Diario di un’estate marziana (Giulio Perrone Editore). Recensione di Ermanno Paccagnini su La Lettura del Corriere della Sera.
La figura distaccata ma pronta, agile sullo scatto, di Flaiano ricorda l’enigmatico profilo del gatto. Specchio il gattino è un’incantevole fiaba pubblicata nella prima parte del secondo Ottocento dallo scrittore svizzero Gottfried Keller, oggi pubblicata da Giometti & Antonello (traduzione Manlio Mosella, illustrazioni Maximilian Liebenwein) in un’edizione arricchita da pregevoli xilografie d’epoca. Recensione di Michela Marzano su Robinson de la Repubblica.
La normalità ti annoia? Il trantràn quotidiano t’uccide? Non ne puoi più delle solite cose? Potresti cambiare identità ed iniziare una nuova vita, come ha fatto Antiochus Wilson, dirigente bancario di Chicago, protagonista di Istituto di bella morte di David Ely (Cliquot, traduzione Daniela Pezzella). Pubblicato per la prima volta nel 1964, nel 1966 ne fu tratto il film thriller Operazione diabolica (regia di John Frankenheimer, con Rock Hudson) che sconcertò il pubblico delle sale italiane. Recensione di Alberto Anile su Robinson.
Incontri ad alto tasso lisergico, come l’arte del pittore del più celebre Urlo: Edvard Munch. Oltre all’opera pittorica, Munch ci ha lasciato una notevole mole di scritti, parte dei quali viene pubblicata oggi da Donzelli con il titolo autobiografico La danza della vita. La mia arte raccontata da me (traduzione Ingrid Basso). Il volume raccoglie una miscellanea di testi critici, narrativi, lirici e autobiografici del pittore norvegese. Recensione di Melania Mazzucco su Robinson.
Un romanzo dall’alto tenore emotivo, come la pittura di Munch verrebbe da dire, è I cospiratori di Frederic Prokosch (Edizioni Settecolori, traduzione Antonio Armano, prefazione Nanni Delbecchi, postfazione Raoul Maria de Gomera. Vera protagonista, Lisbona e le sue atmosfere nelle suggestioni della scrittura di Prokosch fanno da sfondo ad un avvincente triangolo d’amore e crimine. Pubblicato nel 1943, il romanzo attraversa la testimonianza stessa di Prokosch, rifugiatosi proprio in Portogallo nella Seconda Guerra Mondiale. Recensione di Romana Petri su La Lettura.
Sono voci che provengono dal passato, come quella di Marise Ferro e del suo La violenza, scritto nel 1966, pubblicato da Mondadori l’anno successivo e ripubblicato oggi da Elliot. Voci dal passato ma vicende dolorose ancora troppo attuali. Del resto i tiranni, che vivano nel contesto pubblico o nell’intimità famigliare (spesso, in tutt’e due) sono uguali a sé stessi in tutte le epoche. Afferma la giovane protagonista del romanzo, descrivendo il padre: «Un despota con tutti i difetti dei despoti: la stupidaggine, i salti d’umore, l’insensibilità, l’amore cieco di sé stessi». Recensione di Patrizia Violi su La Lettura.
A distanza di quasi un anno, dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è risultato un eccidio e una distruzione ancora in corso. La Russia, in realtà, fin dal 1999 è stata impegnata ininterrottamente in interventi di guerra in larga parte del mondo, nel pretendere di ristabilire il titolo di Grande Potenza, sbiaditosi nel tempo. Avvenimenti dell’ultimo ventennio riportati accuratamente nel volume Storia del potere in Russia. Dagli Zar a Putin di Carolina de Stefano (Scholé). Carolina de Stefano, docente di Storia e politica russa presso l’Università Luiss di Roma, presenta il volume su La Lettura.
La storia, come materia scientifica, è soggetta a una serie di problematiche diverse, a seconda dell’epoca a cui rivolge la propria attenzione. La costante epocale in un mare di variabili è sintetizzata nell’assunto: «la Storia viene scritta dai vincitori». Il tempo necessario a far sì che fonti autentiche possano farsi valere senza influenze distorsive è sempre molto. Camilla Townsend ha rivolto la sua attenzione di studiosa oltreoceano, al XVI secolo delle conquiste spagnole. Ma questa volta, per scrivere Il quinto sole. Una nuova storia degli Aztechi (Einaudi, traduzione Daniela Salusso) si avvale di fonti autoctone. Una storia dell’invasione vista dalla parte dei conquistati, gli Aztechi. Recensione di Giancristiano Desiderio su La Lettura.
Le revisioni storiche rimangono materia calda, se non bollente, per lunghi anni dopo i fatti. Il popolo tedesco ha fatto ininterrottamente i conti con le proprie responsabilità nella Seconda Guerra Mondiale, fino ad anni recenti. Qualsiasi cittadino tedesco si portava addosso il peso dell’elaborazione della vergogna per le nefandezze del nazionalsocialismo, anche se non aveva avuto parte in causa, anche se all’epoca dei fatti non era nemmeno al mondo. In Italia vi è stato un comportamento decisamente opposto, le responsabilità in merito sono state semplicemente rimosse dall’immaginario collettivo. Gli italiani vivono inconsapevolmente con questi fantasmi che, per il solo fatto di non essere nominati, non fanno mistero della loro presenza attiva, generazione dopo generazione. È una situazione che avrebbe bisogno di un’elaborazione risolutiva, ma non ci sono speranze di intrapresa. In Italia, l’operazione di scollamento tra storia e memoria è iniziata fin dal 1945, e non è ancora finita. In Mussolini e il fascismo. Storia, memoria e amnesia lo storico Paul Corner (Viella, traduzione Teresa Bertilotti) si occupa della fenomenologia italiana che tutt’oggi sbigottisce il mondo anglosassone, e non solo. Recensione di Simonetta Fiori su Robinson.
Avremmo bisogno di una letteratura d’argomento significativa, partecipata, di silenzio rispettoso, non di silenzio assordante. Come certa letteratura nordica, densa, silenziosa, intensa. Come La tua assenza è tenebra di Jón Kalman Stefánsson (Iperborea, traduzione Silvia Cosimini), una genealogia che accomuna i vivi e i morti in duecento anni di storia. Recensione di Paolo di Paolo su Robinson.
L’emergenza climatica stenta ad imporsi all’attenzione di coloro che subiscono gli effetti in maniera diretta dei gas serra già in questi anni, e pensiamo agli abitanti delle città inquinate dalle polveri sottili (ostacolati dai divieti di circolazione e soggetti all’incremento di forme tumorali), ma anche a coloro che pensano agli interessi economici gravati da necessarie riconversioni, affezionati vigliaccamente agli utilizzi dannosi e inquinanti, più che alla loro (e figuriamoci alla nostra e del pianeta) salute. Forse quantificare ed individuare scientificamente le dimensioni, le dinamiche e le qualità dei comportamenti dannosi e inquinanti, traducendo in concretezza la teoria delle statistiche, potrebbe aiutare ad essere consapevoli della trista fine che ci aspetta? Sono due i libri presentati da Patrizia Caraveo sul Domenicale de il Sole 24 ore: Clima 2050. La matematica e la fisica per il futuro del sistema Terra di Annalisa Cherchi e Susanna Corti (Zanichelli) e Le gioie della scienza. Otto brevi lezioni per esercitare il metodo scientifico ogni giorno di Jim Al-Khalili (Bollati Boringhieri, traduzione Laura Servidei).
Dobbiamo riappropriarci dei nostri naturali contesti, recuperare il rapporto creativo con il nostro Mondo Naturale e sottolineiamo Naturale, non razional-tecnologico. Una lettura più che stimolante è La mia vita con gli alberi. Come si diventa un’arborista tree-klimber di Karine Marsilly (Einaudi, traduzione Sara Prencipe, illustrazioni Anna Regge); esperienza personale edificante, che fa pensare al modo di mettere in atto la propria alterità autenticamente femminile; e sul risvolto business legato alla rivalutazione etica e morale del rapporto con la Natura. Insomma, finalmente lavorare per vivere bene. Recensione di Maria Luisa Colledani sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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