Rassegna Stampa Libraria – 27 ottobre 2024
Fino ai due terzi del Novecento, la storia veniva ricostruita dai vincitori oppure dalle ideologie correnti. Il consueto metodo storico mostrò apertamente i suoi limiti nell’ultima parte del secolo, fatto sede di lungo dibattito tra insigni storici, dei quali ricordiamo i più celebri: Jacques Le Goff, Georges Duby, Carlo Ginzburg, Jean Starobinski, Pierre Nora, Massimo Montanari, Joan Huizinga. In questi ultimi decenni, le autobiografie e i mémoires hanno assunto un ruolo sempre più importante in ambito storiografico. Ne La linea gotica. Taccuino 1946-1958 (Guanda, postfazione Edoardo Albinati) Ottiero Ottieri descrive il dopoguerra italiano e le sue contraddizioni sociali, quelle realmente vissute dalle persone. Recensione di Ida Bozzi su La Lettura del Corriere della Sera.
Lo storico Christopher Clark insegna a Cambridge e propone, nel suo libro Il fuoco della rivoluzione. L’Europa in lotta per un nuovo mondo (Laterza, traduzione David Scaffei) un’apertura d’indagine ai moti insurrezionali che prescinda da una storiografia intrisa di nazionalismi. Secondo il professore, sono decisamente più importanti le motivazioni dei moti quarantotteschi, le aspettative delle persone che presero parte a quelle agitazioni investendo l’intera Europa, così simili alle nostre attuali: ineguaglianza sociale, lavoratori senza potere d’acquisto decente, indifferenza della minoranza abbiente per la povertà, ad esempio. Marco Mondini intervista il prof. Clark su La Lettura.
A suo tempo, Giulio Bollati, interpellato sul ruolo odierno dell’intellettuale, scrisse che lo standard che affligge l’Italia è «la separazione o il conflitto tra economia e cultura che snatura e deforma entrambi i termini della coppia, rendendo cieca l’economia e incapace di universalità la cultura, ridotta così a una sorta di professionalità particolare adibita al compito misterioso della propria autoriproduzione». Pensare stanca. Passato, presente e futuro dell’intellettuale di David Bidussa (Feltrinelli) riflette sulle trasformazioni del lavoro intellettuale nel corso del Novecento e le sue eredità. Mentre ne L’appiattimento del mondo. La crisi della cultura e il dominio della norma (Feltrinelli, traduzione Massimiliano Guareschi) Olivier Roy denuncia in dettaglio il superamento della cultura alta da parte di inedite forme para-culturali imposte dalla tecnologia. David Bidussa presenta il suo libro sul Domenicale de il Sole 24 ore, mentre Stefano Folli recensisce il libro di Olivier Roy su La Lettura.
Potrebbe essere piuttosto lungo, l’elenco di personalità protagoniste trascurate o perlomeno “offuscate” pregiudizialmente. Ricordiamo Ezra Pound, Louis Ferdinand Céline, lo stesso Luigi Pirandello, Gottfried Benn, Guido Morselli, Carl Schmitt, Giò Ponti, Curzio Malaparte e, dall’altra parte ma con la medesima pratica, il genio di Bruno Maderna. Gabriele Neri dedica finalmente un’articolata ed esaustiva opera monografica ad una delle più importanti personalità del Novecento, Pier Luigi Nervi. Gabriele Neri presenta il volume dal titolo Pier Luigi Nervi. L’arte del costruire (Hoepli) sul Domenicale.
La globalità dell’emergenza climatica è fuori discussione, con buona pace dell’incoscienza negazionista. Un aspetto non proprio immediato è l’autentica immagine di ciò che comprende tale globalità. L’ecosistema infatti non si limita al nostro bel pianeta blu ma, come puntualizza con competenza Patrizia Caraveo in Ecologia spaziale. Dalla Terra alla Luna a Marte (Hoepli), si estende a tutto lo spazio circumterrestre. Di fatto, abbiamo già occupato questo spazio con migliaia di satelliti, attraversamenti di razzi, aeromobili, antenne, ripetitori e stanno emergendo impatti negativi come l’inquinamento luminoso, le collisioni orbitali, depositi di gas tossici in atmosfera, detriti in caduta libera: un ambiente da preservare. Sulle pagine del Domenicale, uno stralcio introduttivo del libro di Patrizia Caraveo.
Come afferma lo studioso di ecologia Jonathan Silvertown, nell’idea di recupero e preservazione della Natura è opportuno considerare l’importanza della cooperazione nei meccanismi evolutivi. Nel suo Cooperare per la vita. Dai geni egoisti agli animali sociali (Bollati Boringhieri, traduzione Giuliana Oliviero), Silvertown afferma un principio guida da non dimenticare riportato nell’intervista condotta da Danilo Zagaria su La Lettura: «Tutti noi amiamo l’idea che la Natura sia buona. Tuttavia, da scienziato, mi sento di dire che dobbiamo mettere da parte alcune emozioni e concentrarci sui fatti. Piace l’idea che gli alberi siano “amici” fra loro. Bene: a volte lo sono davvero, altre no».
Il medium linguistico permette alla letteratura di realizzare ed esprimere codici interpretativi della realtà percepita. Esemplare la raccolta di racconti di Paul Willems intitolata La cattedrale di nebbia (Safarà, traduzione Giuseppe Girimondi Greco, Federico Musardo) dove, tra reportage ed antica leggenda, colgono segni, frammenti, evenienze mnemoniche, potenziali significazioni del reale. Recensione di Francesco Maria Colombo sul Domenicale.
La lettura arricchisce chi la pratica ma spesso si rivela puro divertimento. Talvolta, l’intrattenimento può essere senza pretese ma di qualità. L’ultimo Portami a casa di Sebastian Fitzek (Fazi, traduzione Elisa Ronchi) è il classico thriller da salotto: forti emozioni in comoda poltrona. Recensione di Alberto Anile su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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