Rassegna Stampa Libraria – 28 agosto 2022

Rassegna Stampa Libraria – 28 agosto 2022

Nel suo organico articolarsi, la concretezza materiale delle città definisce l’ambiente artificiale nel quale, grazie alla concentrazione economica, si è sviluppata una cultura umana distinta dalla Natura. Nel bene e nel male, è nelle città che si origina la struttura cognitiva moderna, autoreferenziale, feroce, razionale e protettiva, ignara del mistero selvaggio. Fin dal tardo Ottocento, le città si pongono come complesso oggetto alla riflessione intellettuale, di vario genere. Ricordiamo, tra numerosi altri, Walter Benjamin con i suoi Passages di Parigi (Einaudi), Jules Verne con Parigi nel XX secolo (Elliot Edizioni, Conti Editore), Henri Pirenne con Le città del Medioevo (Laterza), Aldo Rossi con il suo celebre L’architettura della città (il Saggiatore), Alberto Savinio con Ascolto il tuo cuore, città (Adelphi). Ben Wilson, ricercatore di Cambridge, propone Metropolis. Storia della città, la più grande invenzione della specie umana (il Saggiatore, traduzione Fabio Galimberti e Paola Marangon); corposo volume di carattere storico-saggistico in cui l’autore prevede l’ampliarsi della differenza, già importante, tra concentrazioni di grattacieli e sterminate bidonville. Recensione di Annachiara Sacchi su La Lettura del Corriere della Sera.

Complice la pandemia, si è verificato recentemente un interesse verso i borghi dell’entroterra senza precedenti. Si lascia la città per trasferirsi in località più o meno amene, decentrate. Dalla città viene esportata ed applicata a queste località la mentalità delle eccellenze artigianali, artistiche, gastronomiche, rivolta allo sfruttamento turistico. Uno sfruttamento che inizia con la spersonalizzazione destrutturante dei luoghi e delle comunità dei residenti storici, indirizzato all’omologazione patinata di un’ingordigia ignorante e perciò, involontariamente irrispettosa. Che alimenta un turismo sordido, perennemente ubriaco e sudato, delocalizzato digitalmente, sterilmente glamour, che spegne qualunque specificità: artistica, ambientale, culturale, esotica (Turista da banane di Georges Simenon, Adelphi, traduzione Laura Frausin Guarino, recensione Franco Marcoaldi su Robinson de la Repubblica). L’odierna, tragica situazione delle città d’arte non è ancora sufficiente a destare qualche considerazione. «La colpa» affermano Filippo Barbera, Domenico Certosino e Antonio de Rossi nel loro Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi (Donzelli) «è del capitalismo e della sua generalmente bassa cultura che non riescono, nemmeno volendolo, a creare ricchezza diffusa, ad allargare il perimetro delle chanche e sanno solo generare ulteriori livelli di disuguaglianza». La recensione al volume è di Dario di Vico e si trova su La Lettura.

La cultura capitalistica imperante (non quella che praticava Adriano Olivetti, per intenderci) ha campo visuale ridotto, vede solamente gli obiettivi selezionati e preferiti mentre non si cura delle conseguenze panoramiche che peraltro, afflitta cronicamente da rimosso psicologico, non avverte. Nel bilancio delle attività capitalistiche non appare mai uno dei suoi maggiori prodotti: lo scarto umano, ambientale e sociale. Riunisce tre racconti d’emarginazione sociale, il libro Uscire dal mondo di Edoardo Albinati (Rizzoli) recensito da Teresa Ciabatti su La Lettura.

La lotta contro l’appiattimento dell’omologazione ci rende vivi, rende la nostra storia degna di essere ricordata. La disubbidienza, convinta e pagata, resta il nostro successo personale più importante, molto più importante delle recite disciplinate e ossequiose, vanamente astute, messe in scena inseguendo il “successo preordinato”, il riconoscimento sincero di una società ipocrita. Lo si comprende in punto di morte, quando ormai i giochi sono fatti. Alcuni però lo capiscono prima: «solo la verità vale. Le maschere non servono a niente, e nemmeno il successo», afferma Silvia Avallone recensendo I tradimenti di Russel Banks (Einaudi, traduzione Gianni Pannofino) su La Lettura.

Riconsiderare, ricostruire, fare esercizio di memoria individuale, collettiva, storica. In una parola: riconoscersi. Elisabeth Åsbrink indaga nel passato della famiglia, un viaggio nelle memorie intitolato Abbandono (Iperborea, traduzione Alessandra Scali). Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson.

Un libro di memorie, sul valore della memoria, come Sono difficili le cose belle di Matteo Nucci (Harpercollins), la rievocazione famigliare di cose, persone, caratteri e situazioni nella loro intima dimensione emotiva. La recensione è di Ermanno Paccagnini e si trova su La Lettura.

Per riconoscere i limiti del proprio talento è necessario misurarsi sul campo come fa Erich Kroll, il protagonista del romanzo La linea e l’ombra. Senza talento nel luogo simbolo del talento: il Bauhaus di Alfredo Accatino (Giunti Editore). Damiano Fedeli intervista l’autore su La Lettura.

E se parliamo di talento, giunge a proposito la recente pubblicazione del romanzo Savrola di Winston Churchill (Gallucci, traduzione Daniele Tinti). Savrola, scritto nel 1897 da un Churchill ventiduenne, dà prova del talento innato di quello che diventerà un uomo politico determinante per l’Occidente, insignito peraltro del Nobel per la letteratura nel 1953 per la propria produzione storica e memorialistica, nonché stimato pittore. Recensione di Enrico Franceschini su Robinson.

Una radicale metamorfosi nei soggetti depositari del potere dà il soggetto di un importante volume, intitolato Poteri nuovi. Privati, penetranti, opachi di Maria Rosa Ferrarese (il Mulino). Sabino Cassese, nella recensione al volume sul Domenicale de il Sole 24 ore, descrive con proprietà il punto fondamentale del libro: il passaggio di mano del potere dallo Stato nazionale a entità private, spesso transnazionali, e le questioni che ne derivano.

Chi pensa che la lettura si possa esercitare a qualsiasi livello su qualsiasi supporto (cartaceo, digitale, tablet, smartphone, lettore di ebook) dovrebbe confrontare le proprie opinioni con Come leggere. Carta, schermo o audio? di Naomi S. Baron (Raffaello Cortina, a cura di Stefania Garassini). Scoprirà che il nostro cervello si attiva in maniera diversa rispetto ai supporti su cui si conduce l’attività di lettura; inoltre, che per diversi generi di testo, bisognosi di diversi livelli di lettura, sono adatti diversi tipi di supporto. Per la lettura profonda, ad esempio, il supporto digitale è bocciato senza appello. Recensione di Lorenzo Tomasin sul Domenicale.

Questi anni sono caratterizzati dall’emergenza climatica, dal riscaldamento globale dovuto all’immissione in atmosfera dell’eccesso di anidride carbonica generato dalle attività umane, dalla siccità, dall’inquinamento dei manufatti plastici e dal riscaldamento del mare, dallo scioglimento dei ghiacci. I rimedi che vengono messi in atto per correggere le iniziative umane spesso presentano effetti collaterali negativi non previsti. Paradossalmente, la coltre inquinata avvelena certamente l’aria ma protegge la superficie terrestre dal riscaldamento eccessivo: uno dei molti aspetti che Elizabeth Kolbert descrive e analizza in Sotto un cielo bianco. La natura del futuro (Neri Pozza, traduzione Raffaella Vitangeli). Recensione di Patrizia Caraveo sul Domenicale de il Sole 24 ore.

Andrea Oddone Martin

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