Rassegna Stampa Libraria – 3 luglio 2022
Nonostante siano trascorsi ormai più di quattro mesi pieni da quando la guerra in Ucraina è iniziata, il nostro sgomento di fronte all’improvviso conflitto non è stato superato. Dopo circa 70 anni di pace europea ininterrotta, frutto della lunga esperienza nei conflitti armati, gli ultimi dei quali (nell’arco di tempo compreso tra il 1915 e il 1945) estremamente sanguinosi e devastanti, un regresso così clamoroso, crudele, insensato e oltremodo dannoso ci appare ancora sconcertante. Non v’è ragione valida a giustificarlo, solo pretesti. A partire dal 1952, il filosofo Jean Guitton tenne una serie di lezioni che sono oggi raccolte nel volume Il pensiero e la guerra (Morcelliana) nelle quali possiamo capire le “logiche” della guerra. Presenta il volume Armando Torno sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Per non favorire l’ignoranza sarebbe opportuno attivare il tarlo della conoscenza sin dall’infanzia, ci prova Mathilda Masters con il suo 321 cose intelligenti da sapere sulla Storia (Rizzoli, traduzione Francesco Panzeri e illustrazioni Louize Perdieus), una raccolta di eventi e curiosità storiche narrate con semplicità ed acume. Un piccolo assaggio sulle pagine di Robinson de la Repubblica. Ad alimentare il tarlo dei più grandi e degli adulti, un importante volume che ripercorre i restauri della Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani. Realizzata nella seconda metà del XVI secolo, è il più vasto ciclo pittorico di figurazioni cartografiche esistente al mondo e raccoglie l’intera geografia italiana. Assieme alle particolareggiate descrizioni geografiche vi sono continui riferimenti storici che segnarono l’Italia, nel pensiero di un’unità ancora da venire. Il ricco volume s’intitola Della Gran Galleria Vaticana. Viaggio attraverso il restauro della Galleria delle Carte Geografiche ed è curata da Annavaleria Caffo (Edizioni Musei Vaticani). Recensione di Stefano Bucci su La Lettura del Corriere della Sera.
Uno sguardo rivolto al passato garantisce il futuro, come dimostra Il custode delle parole di Gioacchino Criaco (Feltrinelli). In una Calabria che si fa metafora dell’Italia intera, due giovani comprendono che per concedersi un futuro debbono sganciarsi dalla vacuità della contingenza quotidiana e rivolgersi al passato, alla lingua dei padri che ridefinisce lo spazio e il tempo della vita. Recensione di Demetrio Paolin su La Lettura.
Viene definita Antropocene l’era geologica nella quale le conseguenze delle attività umane impattano sugli equilibri naturali modificandoli radicalmente. Come è avvenuta la sostituzione della mentalità fondata su un impianto cosmologico armonico, di equilibri e ciclicità, con la mentalità priva di cosmologia che ci estinguerà? Jürgen Renn dirige l’Istituto Max Planck per la storia della scienza di Berlino, conclude il volume intitolato L’evoluzione della conoscenza. Dalle origini all’Antropocene (Carocci) con la seguente frase: «gli scienziati possano nuovamente trovarsi a collaborare in un laboratorio delle speranze, tra le quali c’è quella di sopravvivenza dell’umanità». Recensione di Paolo Legrenzi sul Domenicale.
Non solo l’ambiente naturale è sconvolto a tutto danno dell’umanità, anche gli assetti economici internazionali da tempo si sono trasformati da liberali a neoliberisti, dove la prevalenza del Mercato e del Capitale viene gestita a scapito del Diritto e del Welfare. Gli effetti della globalizzazione spinta e della débâcle delle strutture di welfare economico-sociale sono sotto gli occhi (e nel portafoglio) di chiunque. Vittorio Emanuele Parsi è ordinario di Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano ed ha riunito nel volume Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale (il Mulino) analisi storica, analisi attuale e proposte per il futuro degli equilibri economico-sociali del mondo, in crisi progressiva fin dagli anni ’70. Recensione di Maurizio Ferrera su La Lettura.
Ma qual è la dimensione identitaria della Natura, come veniva identificata culturalmente, in che modo l’uomo trovava collocazione ideale nella e con la Natura? «Madre dei Romani, gioia degli uomini e degli dei, Venere feconda: sotto gli astri che si muovono in cielo / tu riempi di vita il mare solcato dalle navi e le terre / ricche di frutti e per opera tua ogni specie vivente / può essere concepita, nascere, vedere la luce del sole» questo è l’inizio del De rerum natura del poeta antico Lucrezio, vissuto nella prima metà del I sec. a.C. È uscita recentemente per i tipi di Mondadori la traduzione di Milo de Angelis del poema. La recensione è di Nicola Gardini e si trova sul Domenicale.
Negli ultimi tempi sono uscite numerose pubblicazioni sulla Natura e gli animali. Adelphi, ad esempio, ha dedicato la collana Animalia all’argomento. Ed è indubbio l’aiuto che la scienza ci fornisce a comprendere la nostra e l’altrui natura, scavalcando abitudini e pregiudizi. Raffaello Cortina pubblica Diversi. Le questioni di genere viste con gli occhi di un primatologo del famoso etologo olandese Frans de Waal, il volume viene presentato da Edoardo Boncinelli su La Lettura.
Una paradossale schizofrenia segna la relazione dell’essere umano e il mondo animale, si oscilla tra sfruttamento cieco e bieco e mutuo riconoscimento speculare. Gli esempi nella letteratura sono numerosi, in questi giorni esce Il bestiario di Proust di Daria Galateria (Sellerio). In questo volume, l’autrice scopre tutte le presenze nell’opera proustiana sottolineando la particolare attenzione dello scrittore francese per gli animali e per gli uomini. Recensione di Giuseppe Scaraffia sul Domenicale.
È possibile indicare con sicurezza il momento nel quale una rivoluzione sostituisce e diventa lo status quo? In quale momento una forza rivoluzionaria perde la propria spinta vitale e si trasforma in ottuso conformismo? Un romanzo continua a generare dibattiti in numerosi ambienti: Il metro del dolore di Marco Onnembo (Mondadori Electa). Narra infatti la vicenda del sacerdote Don Carmine, alle prese con i mutamenti epocali. Su La Lettura, l’autore interviene assieme all’antropologa Elisabetta Moro e alla teologa Marinella Perroni, intessendo un dialogo che mette sotto il riflettore alcuni degli argomenti essenziali del nostro tempo come la fede, la necessità, l’ascolto, la solitudine, l’umanità (a cura di Severino Colombo).
La Regina del giallo poliziesco diventa protagonista suo malgrado di un giallo: nell’inverno del 1926, all’apice di una crisi matrimoniale che sfocerà nel definitivo divorzio, Agatha Christie scompare letteralmente per undici giorni, per ricomparire silenziosamente ed inaspettatamente in un appartato albergo termale. Un caso che destò scalpore all’epoca, ma che la scrittrice onorò del massimo riserbo. Oggi, Nina de Gramont ricostruisce la vicenda ne Il caso Agatha Christie (Neri Pozza, traduzione Massimo Ortello) imperniandola nella figura dell’amante dell’ex marito della Christie. Articolato dall’intreccio avvincente del giallo poliziesco, lo spazio del romanzo descrive opportunamente la condizione sociale femminile dell’epoca, donne avversate dalla vita e dal pregiudizio imperante nella prima metà del Novecento anche nelle classi privilegiate. L’ottima recensione è di Ida Bozzi e si trova sulle pagine de La Lettura.
Per gli amatori, i conoisseurs, i gourmets delle commedie “à la française” segnaliamo l’ottava fatica di Tessa Hadley, dal titolo allettante de L’arte del matrimonio (Bompiani, traduzione Milena Zemira). Le vicissitudini intricate e brillanti di una doppia coppia di amici, sconvolte da un evento fulmineo quanto inaspettato. Recensione di Susanna Nirenstein su Robinson.
E per gli appassionati, i cultori del grande schermo segnaliamo il volume Lo specchio della vita di Douglas Sirk (il Saggiatore, cura di Andrea Inzerillo). Marlon Brando, Marilyn Monroe, Martin Heidegger, Albert Einstein, Bertold Brecht, Rock Hudson, ma anche Reiner Werner Fassbinder, Pedro Almodóvar, Guillermo del Toro vengono evocati nella densa intervista-fiume che lo storico irlandese Jon Halliday fece al regista tedesco Hans Detlev Sierck, alias Douglas Sirk. La postfazione è di Goffredo Fofi ma la recensione è di Mariarosa Mancuso su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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