Rassegna Stampa Libraria – 30 giugno 2024
Massime si fanno le costernazioni attualmente, nel momento in cui è necessario esprimersi usando preposizioni non neutre, quali articoli e qualifiche professionali, in riferimento al genere. Invero, la questione non è linguistica ma etico-politica in quanto, come rileva il linguista Edoardo Lombardi Vallauri in Le guerre per la lingua (Einaudi) l’uso del maschile in italiano compensa per convenzione la mancanza del neutro. La lotta al sessismo andrebbe praticata con un’idea di sostanza più precisa; purtroppo in questo caso la costernazione è da leggersi in senso contrario, come indica il sottotitolo dell’illuminante volume: Piegare l’italiano per darsi ragione. Recensione di Claudio Giunta sul Domenicale de il Sole 24 ore.
La questione dell’identità di genere non è una novità dei nostri tempi anzi, possiede una storia antica. Una storia di grande trasformazione ripercorsa fino ai nostri giorni dalla grecista Giulia Sissa nelle pagine de I generi e la storia. Femminile e maschile in rivoluzione (il Mulino). Recensione di Franco Nodari sul Domenicale.
Che le parole definiscano il mondo corrisponde certamente a verità, tuttavia l’origine delle discriminazioni non risiede nelle parole ma nelle pratiche di una società sessista. Ad ogni modo, la complessità umana supera ogni riducente prammatica nel momento in cui è assoggettata agli eterni: l’Amore e l’Odio. L’amore è un fiume di Carla Madeira (Fazi, traduzione Daniele Petruccioli) è un romanzo nel quale i limiti del sentimento vengono messi alla prova del tempo, della vita e dell’invidia degli dèi. Recensione di Francesca Giannone su Robinson de la Repubblica.
La protagonista del noir di Michel Bussi, Ophélie si vendica (e/o, traduzione Alberto Bracci Testasecca) mette la propria vita al servizio dell’ossessione: all’età di sette anni perde la madre, ed è convinta che si tratti di omicidio perpetrato dal padre, ex carcerato, violento ed alcolizzato. L’odio irrisolto ne segnerà l’intera crescita e ne accompagnerà la giovinezza. Recensione di Fabio Gambaro su Robinson.
Il mondo della valle, la realtà contadina e i ritmi naturali sono il palcoscenico di Grit e le sue figlie di Noëmi Lerch (Casagrande, traduzione Anna Allenbach), romanzo in cui il luogo è personaggio non secondario. Le atmosfere, il tempo sospeso, lo stacco accogliente del silenzio, la lentezza dello scorrere, il linguaggio discreto al limite del distaccato, ospitano drammi, felicità, tensioni, incanti poetici, inquietudini, ombre e redenzioni. La valle, frontiera incorrotta del sacro. Recensione di Prisca Agustoni sul Domenicale.
In un piccolo e sperduto villaggio bretone, sparuta comunità in cui cultura fa tutt’uno con superstizione, viene ucciso un uomo. Indaga il commissario Jean-Baptiste Adamsberg, noto protagonista dei romanzi di Fred Vargas, in questo caso intitolato Sulla pietra (Einaudi, traduzione Margherita Botto, Simona Mambrini). Ancora una volta sarà la capacità metafisica del commissario Adamsberg, sensibile alle vibrazioni del luogo, a sbrogliare l’intreccio dominato da un nome ragguardevole: François-René de Chateaubriand. Recensione di Claudia Morgoglione su Robinson.
Ritroviamo tutto il carattere e la sostanza dello scrittore di classe, quale è stato Giuseppe Pontiggia, nella raccolta di pareri editoriali intitolata Un libro che divorerei (Palingenia, cura di Daniela Marcheschi). Brevi incisi, sapidi e compiuti, nei quali l’esercizio e il vasto orizzonte letterario di Pontiggia barbagliano fosforescenti, acuminati e cortesi. Autentico gentleman culturale, emblema di sobrietà, forte nella chiarezza di inesauribile complessità, vera faglia conoscitiva nella stratificazione dei significati; il linguaggio preciso, terso e sorprendente. Recensione di Cristina Taglietti su La Lettura del Corriere della Sera.
Andrea Oddone Martin
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