Rassegna Stampa Libraria – 30 luglio 2023
Ricomporre una consapevolezza della Natura non distorta da pregiudizi e interessi di pochi (i quali evidentemente risiedono su un altro pianeta visto che, in caso contrario, sarebbero altrettanto colpiti dalle conseguenze delle loro scelleratezze) impegna ciclicamente la società. Già alle soglie dell’Ottocento, infatti, l’opera dello scienziato, botanico, naturalista e viaggiatore Alexander von Humboldt ebbe ampia risonanza nella cultura del tempo raggiungendo una popolarità vastissima, per proseguire nell’immaginazione letteraria novecentesca (ad esempio, Il dono di Humboldt di Saul Bellow, Mondadori, traduzione Pier Francesco Paolini). Andrea Wulf nel suo L’invenzione della Natura (Luiss University Press, traduzione Lapo Berti) ricostruisce puntualmente la vita, la grandezza e l’influenza che l’opera di Alexander von Humboldt ebbe su numerose personalità coeve e successive quali, tra gli altri: Johann Wolfgang von Goethe, Charles Darwin, William Wordsworth. Presentazione di Franco Marcoaldi su Robinson de la Repubblica.
Il primo consistente rigurgito della civiltà occidentale, in reazione all’orientamento della nuova direzione epistemica nata nel primo Seicento e consolidata nella fase dell’Illuminismo, avviene in terra tedesca e prende il nome di Sturm und Drang. Giampiero Moretti traduce il primo dei quattro volumi di Hermann August Korff, Lo spirito dell’età di Goethe (Marsilio), un affresco di grande respiro di un’epoca la cui cifra ultima si individua nella riscoperta dell’uomo nel mondo. Recensione di Roberto Esposito su Robinson.
In un’epoca come la nostra, nella quale non si perde occasione per definire la posizione critica come “violenta e inappropriata” addirittura di fronte alle urgenze più manifeste, occorre una riflessione sul significato del termine obbedienza nelle sue numerose declinazioni. Il filosofo, nonché storico dell’arte, francese Georges Didi-Huberman propone nel suo Per che obbedire? (Luca Sossella Editore, traduzione Maria Nadotti) il resoconto di una sua conferenza sull’argomento. Recensione di Filippo la Porta su Robinson.
L’impotenza della politica, mentre viene letteralmente ignorata dai profondi cambiamenti economici, sociali ed etici dovuti alla globalità digitale, è sotto gli occhi di chiunque. Si tratta di un vitale problema di individuazione e interpretazione. Profeti, oligarchi e spie. Democrazia e società nell’era del capitalismo digitale di Franco Bernabè e Massimo Gaggi (Feltrinelli) si inoltra nella complessità di soggetti primari e secondari di ogni categoria implicata. Recensione di Sabino Cassese sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Il precariato ha una lunga storia in questo Paese, ormai. Ogni settore economico e culturale è infestato da questa piaga. Non fa eccezione l’Università e, precisamente nel caso di questa pubblicazione, l’ambito della ricerca. È fisiologico che, in almeno trent’anni di presenza in graduale progresso, il fenomeno del precariato determini una produzione narrativa. Con tratto ironico, l’esordio narrativo di Vincenzo A. Scalfari, A pala e piccone (Marcos y Marcos) percorre schiettamente la propria esperienza di impegno e passione in ambito archeologico. Recensione di Alessandro Beretta su La Lettura del Corriere della Sera.
Recuperare un assetto d’equilibrio in una società che induce potentemente all’appiattimento del conformismo comporta delle riflessioni inedite su ciò che possiamo oggi considerare come “normalità”. Il paradosso viene esaurientemente enunciato da Giuseppe Sciortino mentre, sulle pagine del Domenicale, recensisce il volume Sono normale? Due secoli di ricerca ossessiva della norma di Sarah Chaney (Bollati Boringhieri, traduzione Bianca Bertola): «Vogliamo essere diversi ed unici, ma se vogliamo legittimare un desiderio o un’azione non troviamo niente di meglio del dire che è normale, che lo vogliono tutti».
Una valutazione che potremo estendere alla qualità del vivere e dell’abitare, nel nostro presente di sterminate periferie anonime, socialmente destrutturate, frutto di urbanistiche ebeti e di piani regolatori persuasi da pura speculazione. All’antica arte dell’abitare è dedicato il libro Tetti degni di un Dio. Fantasie e delizie dell’architettura abitativa dei Romani curato da Andrea Carandini e Paolo Carafa (Rizzoli). Sul Domenicale possiamo leggerne uno stralcio a firma di Andrea Carandini.
Nelle zone di confine, tra prigionia e libertà, tra vita e morte, si situano i luoghi di efficaci pratiche narrative. In queste zone liminari, nelle quali si manifesta apertamente la transitorietà, il pensiero smette di rincorrere e si fa autonomo, intimo e radicale. Appunti su un’esecuzione di Danya Kukafka (Bompiani, traduzione Bérénice Capatti) è un memoriale, un thriller esistenziale e un romanzo d’amore di cruda drammaticità, ecletticamente strutturato. La recensione è di Orazio Labbate e si trova sulle pagine de La Lettura.
Sono parecchi e di varia natura, i motivi per cui un testo finisce col diventare un libro. Talvolta, anche se raramente, diventa perfino un successo di vendite. Non ci pensava proprio, Sylvie (la protagonista di Dove nascono le eroine dei romanzi di Claire Vigarello, E/O, traduzione Alberto Bracci Testasecca), di essere una scrittrice. Onestamente, scrivere per lei non aveva nulla di letterario, era invece la necessità personale di portare in equilibrio la posizione disassata della propria vita. Recensione di Patrizia Violi su La Lettura del Corriere della Sera.
Andrea Oddone Martin
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