Rassegna Stampa Libraria – 6 novembre 2022
Pochi uomini sono stati consapevoli della qualità spirituale dell’esistenza nella forma dello scrivere. Rari sono stati coloro capaci di stabilire una più profonda intesa con l’eternità complessa di autori come Giacomo Leopardi e con l’espressione letteraria di ogni tempo della civiltà. Uno di questi rarissimi esempi è stato certamente Giorgio Manganelli, di cui il 15 novembre prossimo ricorre il centenario dalla nascita (curiosamente segue di pochi giorni il centenario del grande filologo Dante Isella). Di sterminata cultura e consapevolezza, acuto, penetrante, finissimo cesellatore, sagace e tormentato, astuto e generoso, autorevole giocoliere, traduttore, curatore, autore enorme ed impegnativo, Manganelli, altamente gradito ai palati extrafini, asperrimo e respingente per i più: mostruosamente gratificante nell’opera, a tal ragione non per tutti. Dopo lunga gestazione, esce la testimonianza speciale della figlia Amelia “Lietta” Manganelli, intitolata Giorgio Manganelli. Aspettando che l’Inferno cominci a funzionare (La nave di Teseo). Presenta il volume Paolo di Stefano su La Lettura del Corriere della Sera.
Nella pagina a fronte, Roberto Galaverni presenta due raccolte di poesia di Giorgio Manganelli, intitolate rispettivamente Poesie (Crocetti, prefazione Daniele Piccini, postfazione Federico Francucci) e Un uomo pieno di morte (Graphe.it Edizioni).
Rievoca e custodisce allo stesso tempo la vitalità di lemmi in pericolo di estinzione, di parole che svaniscono per inutilizzo, sostituite da abitudini e accondiscendenze, dalla passività indotta che elimina l’espressione. Un tomo unico ed importante, anche nelle dimensioni delle sue 1299 pagine, Oga Magoga di Giuseppe Occhiato, ora riproposto da il Saggiatore (cura Emilio Giordano, prefazione Andrea Gentile), libro da cui si leva aspro il canto di Rizieri Mercatante guidato dalle stelle, tra figure grottesche, mitologiche, spesso maligne. Un canto epico della terra e del cielo, una lingua espressionista, feroce nella sua vitalità, desiderosa di pazienti letture e riletture. Recensione di Orazio Labbate su La Lettura.
Concepito nel secondo Ottocento, il pensiero di Frederich Nietzsche non cessa di staffilare le menti degli intellettuali che gli si accostano. Pietra dello skàndalon fin dall’inizio, l’opera di Nietzsche possiede la forza, la puntualità e l’energia primaria naturale unita ad uno stile vivo, limpido e presente nella sua “inattualità”. Paolo Ercolani si confronta con il filosofo e saggista tedesco in Nietzsche l’iperboreo. Il profeta della morte dell’uomo nell’epoca dell’intelligenza artificiale (il melangolo). Recensione di Sossio Giametta sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Leggendo Nietszche comprendiamo che interpretare la complessità del mondo evitando le semplificazioni è, in fondo, uno sforzo artistico di livello non comune. Che si tratti comunque e sempre di interpretazione lo afferma Veronica Tomassini nel suo ultimo L’inganno (La nave di Teseo), in cui la protagonista indugia con cura di linguaggio sulle riflessioni della propria ritrovata solitudine. Recensione di Nicola H. Cosentino su La Lettura.
Anche Maurizio Milani cerca, nel libro Il bambino che faceva digerire gli orsi. Appunti sulla diseducazione del fanciullo (Solferino), con piglio umoristico, di strappare il velo di convenienza farlocca che ricopre la realtà. Recensione di Aldo Grasso su La Lettura.
Raccontare i fasti, le glorie, i successi come le bassezze, le ignominie, gli scandali della storia della settima arte non è nelle possibilità di molti. Il critico David Thomson, ormai ottuagenario, ne ha molte di storie da raccontare, soprattutto sul cinema americano. Ora sono raccolte nel titolo La formula perfetta. Una storia di Hollywood (Adelphi, traduzione Gilberto Tofano) recensito da Mariarosa Mancuso su Robinson de la Repubblica.
Orson Welles è stato uno dei grandi autori traditi dall’industria cinematografica hollywoodiana; si vendicò artisticamente (oltre che con la sua fama imperitura) scrivendo l’esilarante commedia teatrale Miracolo a Hollywood che ora esce per i tipi di Sellerio e la cura di Gianfranco Giagni. Recensione di Davide Ferrario su La Lettura.
Alcuni musicisti confessano la predilezione per una particolare nota del loro strumento, dotata di coloritura affascinante e pienezza sonora. Cicerone, dal canto suo, era invece insofferente alla lettera «F» dell’alfabeto, mentre Luciano di Samosata odiava la «T» perché gli ricordava la croce del martirio. Il dono di Cadmo (Ponte alle Grazie) è un saggio divulgativo e dilettoso di Alessandro Magrini dedicato al codice genetico del linguaggio, l’alfabeto. Recensione di Andrea Kerbaker sul Domenicale.
Le meraviglie d’Italia di Carlo Emilio Gadda, viaggio inconsueto e sorprendente nell’Italia degli anni ’30, non annovera un manufatto diffusissimo che, invero, rimane da scoprire. Ogni segreto del tombino antico e moderno viene svelato da Tombini d’Italia. Dal progetto grafico al design del prodotto di Alfonso Morone (LetteraVentidue Edizioni). Recensione di Gabriele Neri sul Domenicale.
Nonostante il recente rutilante (e problematico) sviluppo economico e l’occidentalizzazione dei costumi, la Cina mantiene il mistero che storicamente avvolge l’Oriente. Trent’anni fa, il fotografo Danilo de Marco produsse uno splendido reportage che viene pubblicato oggi da Forum-Craf con il titolo di Un tempo in Cina. Recensione di Maria Luisa Colledani sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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