Rassegna Stampa Libraria – 8 ottobre 2023
Da un punto di vista qualitativo, la pratica della lettura non è uniforme. Si possono distinguere fino a cinque livelli qualitativi di lettore, comprendenti gli estremi del lettore principiante e del lettore evoluto. Nella storia, il diffondersi della lettura seguitò le vicende alterne della diffusione dei testi e delle modalità culturali, dell’avvento della stampa a caratteri mobili e più recentemente delle tecnologie digitali. Leggere in Europa. Testi, forme e pratiche (secoli XVII – XXI) è una raccolta di saggi curata da Ludovica Braida e Brigitte Ouvry – Vial (Carocci) in cui si dà conto con competenza scientifica e storica della pratica fondamentale nella realizzazione della civiltà occidentale. Recensione di Lina Bolzoni sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Per comprendere più profondamente l’importanza della lettura potremo considerare l’ultimo romanzo di Norman Manea L’ombra in esilio (il Saggiatore, traduzione Roberto Merlo, Barbara Pavetto), in cui i libri si fanno promotori della coscienza dell’essere, altrimenti sottratta all’umanità da sé stessa. Un romanzo che ricorda molto da vicino il capolavoro di Elias Canetti, Die Blendung (letteralmente l’accecamento, tradotto nel titolo italiano con Auto da fé, Adelphi, traduzione Bianca Zagari, Luciano Zagari). Nel libro di Manea incontriamo gran parte del gotha europeo letterario novecentesco e del vissuto tragico dell’esule moderno. Recensione di Demetrio Paolin su La Lettura del Corriere della Sera.
Sono infatti le testimonianze a restituire verità che superano la cronaca e la propaganda politica. La testimonianza allegra ed atroce del poeta Blaise Cendrars riunita in Ho ucciso. Ho sanguinato (Marietti 1820, traduzione Francesco Pilastro) restituisce a colori vivissimi, privi di edulcorazione, la realtà della prima guerra mondiale e di tutte le guerre. Recensione di Daria Galateria su Robinson de la Repubblica.
Talvolta, la testimonianza letteraria permette di scorgere il seme della violenza. Esemplare il libro Una volta ero soldato di Claude AnShin Thomas (il Saggiatore, traduzione Diana Petech) nell’individuare con lucidità i prodromi dell’etica della violenza, pianificati con cura nel vivere comune. Recensione di Carlo Pizzati su Robinson.
In questi giorni assistiamo alla recrudescenza violenta del conflitto israelo-palestinese, ma non è il solo conflitto identitario che sfocia nella persecuzione. Pensiamo al tragico destino del popolo armeno, del popolo ebraico, del popolo curdo e del Tibet. Quando la nostra terra toccava il cielo. Una saga tibetana di Tsering Yangzom Lama (Einaudi, traduzione Federica Oddera) racconta le vicende di una famiglia costretta alla diaspora dall’occupazione cinese del Tibet risalente al 1950. Recensione di Enrico Rotelli su La Lettura.
La letteratura dimora nella sovrapposizione, nella compresenza conseguente e stridente dei grandi movimenti politici, delle prese di posizione sociali, e delle intimità personali, degli interni famigliari. Un microcosmo alpino fa da palcoscenico a La conca buia di Claudio Morandini (Nottetempo), geografia minima e spazio universale in cui la fronda narrativa dell’autore, venata di grottesco per meglio sottolineare le aporie di un vissuto, racconta di una sopravvivenza di compromesso, spesso incrociata al Male. Recensione di Ermanno Paccagnini su La Lettura.
Nella dicotomia norvegese tra città e villaggio, tra società urbanizzata e società rurale si articola la prosa di Helga Flatland in Fino alla fine (Fazi, traduzione Alessandro Storti). Protagonisti sono i legami famigliari a più livelli che innervano tutte le personalità del romanzo, sullo sfondo dei grandi temi: la morte, lo scarto generazionale, il riscatto, l’amore, il capitalismo, la vecchiaia. Recensione di Angelo Ferracuti su La Lettura.
Ma non vi sono solo i romanzi, a persuadere di completezza gli eventi narrativi. Il racconto è un genere narrativo autonomo, più che una palestra per il più ampio romanzo, in cui alcuni scrittori eccellono. Sono ripubblicate le storie brevi di Katherine Mansfield (1888-1923) in Qualcosa di infantile ma di molto naturale (Adelphi, traduzione varia). «Una scrittura – afferma Giorgio Manganelli nel risvolto del libro – elusiva ed impossibile, una letteratura esigente, rigorosa, spietata». Recensione di Nadia Fusini su Robinson.
Una “ciambella col buco” per Margaret Atwood, che in Vecchi bambini perduti nel bosco (Ponte alle grazie, traduzione Guido Calza) riunisce quindici racconti nei quali, con tono ironico se non esilarante, l’autrice incrocia pandemia, disastri naturali, anzianità, vedovanza e un’intervista impossibile a George Orwell. Recensione di Leonetta Bentivoglio su Robinson.
Il realismo magico di solida tradizione ramifica la narrativa della messicana Guadalupe Nettel. Nella raccolta di racconti La vita altrove (La nuova frontiera, traduzione Federica Niola) l’audacia immaginativa di un reale metaforico si amplifica concedendo alla lettura un andamento rischioso, per lettori coraggiosi. Recensione di Viola Ardone su Robinson.
Finanche una raccolta di saggi può presentare unità letteraria e vivezza espressiva di straordinaria qualità, a patto di incontrare lettori all’altezza. È il caso magnifico della raccolta I viaggi la morte di Carlo Emilio Gadda (Adelphi, cura Mariarosa Bricchi), alta via letteraria in cui i frastagliati contenuti si esplicano profondamente negli artifizi, le ricercatezze, i preziosismi linguistici: la lingua Reale del reale. Recensione di Paolo di Stefano su La Lettura.
Il linguaggio è la nostra casa, che abitiamo essendone a nostra volta abitati, come comprova Il lessico della modernità (Carocci, a cura di Simonetta Bassi) un’ampia e aggiornata raccolta di saggi che indicano i lineamenti della trasformazione concettuale e paradigmatica costitutiva della modernità, e le parole che l’hanno e continuano ad esprimerla. Recensione di Armando Torno sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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