Rassegna Stampa Libraria – 9 aprile 2023
Quel particolare genere di narrazione nel quale permangono, in svariati travestimenti metaforici, archetipi antichi quanto aderenti alla natura del genere umano, viene identificato con il termine “fiabe”. Persa la chiave metafisica di accesso al mito, perfino Platone, obbligato ad una lettura razionale, respinge i miti antichi come narrazioni fantasiose e bizzarre, senza alcuna correlazione evidente alla realtà e, pur riconoscendone la qualità di sintesi, attribuisce loro solamente una funzione didascalica, esplicativa e allegorica. Le fiabe, nonostante la sottostima di cui generalmente hanno goduto nella storia e nella mentalità popolare, mediante le pratiche dell’ascolto e della lettura rimangono innegabilmente un correlato fondamentale dell’apprendimento cognitivo, non solo funzionale ma ontologico. Nicholas Jubber raccoglie nel suo I raccontastorie. Un viaggio nella storia segreta delle fiabe e dei loro autori (Bompiani, traduzione Andrea Asioli) le affascinanti vicende della nascita di fiabe quali Cenerentola, Le fiabe del focolare, Mille e una notte, etc. Recensione di Emanuele Trevi su La Lettura del Corriere della Sera.
Ultima creazione dello scrittore belga per l’infanzia Bart Moeyaert, Morris (Sinnos, traduzione Laura Pignatti) deve al meraviglioso corpus di illustrazioni di Sebastiaan Van Doninck parte consistente del proprio valore. Bart Moeyaert presenta alcune riflessioni personali sullo scrivere per bambini su Robinson de la Repubblica.
La narrazione oggi è confusa con la comunicazione, il circo mediatico che veicola storie, concetti, notizie, volti, accadimenti, e che confeziona celebrità di plastica. Hakan Günday è figlio di due diplomatici, conosce dall’interno i meccanismi delle relazioni politiche, e scrive Zamir (Marcos y Marcos, traduzione Fulvio Bertuccelli), romanzo crudo ma schietto della vita di un profugo sopravvissuto. Recensione di Raffaella de Santis su Robinson.
Sempre risoluto nel versante del vissuto, il corposo romanzo La vampa di Pier Franco Brandimarte (il Saggiatore) descrive senza mezzi termini e senza edulcorazione la reale storia dell’Italia economica e politica del secondo Novecento. Recensione di Ermanno Paccagnini su La Lettura.
Occorre ricordare sempre che la storia è scritta dai vincitori e si spiega diversamente secondo le occasioni del momento. La libera, creativa, inquieta e contraddittoria, democratica Berlino del 1932 viene sostituita in un batter d’occhio dalla Berlino, decisamente diversa, del 1933. Nella percezione collettiva tedesca è rimasta impressa la percezione dell’insicurezza, del fatto che tutto può rovesciarsi in un momento. Febbraio 1933. L’inverno della letteratura di Uwe Wittstock (Marsilio, traduzione Isabella Amico di Meane, Giovanna Targia) fotografa in maniera solidamente documentata il momento in cui venne inferta la, non ancora sanata, ferita. Presentazione di Giulio Busi sul Domenicale de il Sole 24 ore.
A volte perciò, il tempo e l’opera indefessa di alcuni ricercatori rende giustizia alle interpretazioni corrive della storia. Carmine Pinto ricostruisce, grazie ad un’accurata e pluriennale frequentazione delle fonti, le vicende post-risorgimentali delle terre del sud Italia e del fenomeno del brigantaggio, rovesciando le letture prevalenti. La prospettiva di Carmine Pinto si impone tra le vite di Emilio Pallavicini e di Carmine Crocco, nel volume Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola (Laterza). Recensione di Roberto Balzani sul Domenicale.
Spesso sono gli stessi testimoni dei fatti successi all’epoca, a produrre revisioni, a fissare nella memoria la realtà di fatti che tendono alla dimenticanza. È il caso di Gaia Tortora, figlia di quell’ Enzo Tortora stritolato dal meccanismo distruttivo della malagiustizia, nell’indifferenza legale dei funzionari. Testa alta, e avanti (Mondadori) è il titolo del libro a cui Gaia Tortora affida le proprie memorie di una vicenda tragica per il protagonista e la sua famiglia, e abbietta per le persone del sistema giudiziario. Recensione di Stefano Folli su Robinson.
Le aporie ignorate dal sistema, per brevità di visione e per interessi solidi. C’è stato un tempo in cui l’economia venne completamente affidata al cosiddetto mercato, ritenuto depositario automatico ed autorevole di capacità equilibratrici. Oggi paghiamo pesantemente il dazio di quella visione miope e unilaterale, in quanto il mercato venne orientato unicamente al profitto, sconvolgendo ogni ecosistema sociale ed ambientale. Nonostante l’evidenza, il processo rimane in fieri generando mostri abominevoli di sacche di povertà, di inquinamento, di riduzione nociva di risorse non rinnovabili, etc. Alcuni stralci di comprensione ci sono offerti dal volume Il paradosso del profitto di Jan Eeckhout (Franco Angeli, traduzione Marco Cupellaro) recensito da Alberto Orioli sul Domenicale.
La scrittura di viaggio presenta innumerevoli punti di contatto, se non a volte sovrapposizioni, con la scrittura autobiografica. La scrittura autobiografica, per contro, costruisce il panorama dell’intendimento, della diversa prospettiva. La fortuna ha gli occhi a mandorla di Rossella Cerrone (Europa) mantiene questi tratti e conduce alla riflessione sui modelli del desiderio sociale. Recensione di Marco Onnembo sul Domenicale.
Lo spazio multidimensionale di Albert Einstein è la materia con cui si concretizza il romanzo Thomas l’oscuro di Maurice Blanchot (il Saggiatore, traduzione Francesco Fogliotti). Scritto nel 1941 è ora una novità in Italia, rompe le consuetudini generali della narrazione con uno stile unico. Recensione di Orazio Labbate su La Lettura.
È il sessantesimo della trasposizione cinematografica de Il Gattopardo, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa pubblicato postumo nel 1958. Nel 1963, Luchino Visconti gira il film a cui dovrà una larga popolarità. Giovanni Testori dedicò a Visconti un saggio, Luchino oggi ripubblicato da Feltrinelli per la cura di Giovanni Agosti. Fra queste righe scorre la vitalità di un tempo frequentato da personalità di notevole statura intellettuale, un’epoca di impegno anche ideologico che non avrebbe immaginato gli esiti odierni. Goffredo Fofi presenta il volume sulle pagine de il Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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