Rassegna Stampa Libraria – 9 luglio 2023
Alquanto rari, alcuni libri trasformano le proprie pagine nelle assi di un palcoscenico teatrale. Il teatro maggiore, mentre rende perenne il fatto presente e universale il monologo, sospende l’appartenenza delle parti ai rispettivi personaggi, fa circolare l’immedesimazione delle esperienze degli attori nel testo e degli spettatori dai palchi, accendendo le menti. Ciò accade in Io resto re dei miei dolori di Philippe Forest (Fandango, traduzione Gabriella Bosco), nel quale Winston Churchill e il pittore Graham Vivian Shuterland si frequentano durante le sedute di posa per il ritratto dello statista. Cautamente, i due uomini si rivelano e si scoprono nei tratti comuni delle proprie vite, mentre il tempo scorre immobile nella liminare, zona franca della posa. Recensione di Daria Galateria su Robinson de la Repubblica.
Estate, tempo di viaggi. Ma chi ama i libri, i lettori, sono indifferenti alla stagione: sono sempre “in viaggio”. Sono nella Cina al tempo dell’invasione giapponese con il titolo Il messaggio di Mai Jia (pseudonimo di Jiang Benhu, Marsilio, traduzione Fabio Zucchella dalla versione inglese di Olivia Milburn). Un’avvincente spy story storicamente ambientata tra il 1939 e il 1940, scritta da un ex intelligence dell’esercito. Recensione di Marco del Corona su La Lettura del Corriere della Sera. Oppure sono nella Roma antica del 72 a. C. con La stagione delle Erinnni di Edgardo Fiorillo e Stefano de Bellis (Einaudi). In questo caso, il detective è il senatore Marco Tullio Cicerone (sì, proprio lui) che deve dirimere un difficile caso ereditario. La vera protagonista è la suggestiva Roma, sordida e aristocratica, fiera e delinquenziale, l’onore e la vergogna, la prostituta e la politica. Recensione di Annachiara Sacchi su La Lettura.
Viaggiare nei luoghi più inospitali della terra spesso coincide con il viaggio interiore, alla ricerca dello specchio vuoto che rifletta fedelmente la profondità dell’anima. Luoghi come il deserto: luogo metafisico per eccellenza. Sul Domenicale de il Sole 24 ore possiamo leggere un estratto da Un mondo senza confini. Viaggi in luoghi deserti di William Atkins (Adelphi, traduzione Francesco Francis).
Il viaggio autentico, il non plus ultra è quello che ci presenta l’orizzonte sconfinato: l’oceano. Il premio Nobel Willam Golding morì trent’anni or sono, da dieci anni era stato insignito del prestigioso premio e aveva pubblicato il primo volume della Trilogia del Mare. Oggi ritroveremo l’intera trilogia nella nostra libreria di fiducia con il titolo Ai confini della terra. La grande trilogia del mare (Longanesi, traduzione Pier Francesco Paolini e Mario Biondi). Recensione di Roberto Casati sul Domenicale.
Se non a fini di propaganda politica, il tema dell’immigrazione stenta a collocarsi nella nostra quotidianità. Dovremo prima o poi confrontarci seriamente con l’identità e la diversità (la propria diversità, per intenderci). Ad ogni modo, non possiamo fregiarci di originalità in questo specifico caso, dato che perfino in quei paesi che sono stati fondati sull’immigrazione, come gli Stati Uniti, il tema rimane aperto e irrisolto a tutt’oggi. Mani nella terra di Lee Cole (Marsilio, traduzione Martina Testa) rende uno spaccato vivido della situazione americana, nella quale le storie si intrecciano intensamente portandosi dietro passati caotici e spesso traumatici al punto da segnare il presente della discendenza. Recensione di Enrico Rotelli su La Lettura.
È una graphic-novel ad aiutarci a ricordare la nostra storia di italiani nel mondo (passata, ma oggi decisamente presente), si articola in tre volumi e si intitola A caro prezzo (Oblomov, traduzione Stefano Sacchitella). L’autore? È Hervé “Baru” Barulea, franco-belga di origine marchigiana. In questi giorni esce il volume che completa la trilogia, frutto di un’imponente ricerca documentaria, iconografica generale e della storia della propria famiglia. Recensione di Chiara Severgnini su La Lettura.
Quale vantaggio comporta la separazione risoluta tra specializzazioni di aree di studio specializzato tecnico e aree di ricerca sociale, storica, umanistica? Mariangela Pira osserva il funzionamento dell’economia, le sue relazioni con la società e con i fenomeni culturali. Uno sguardo da antropologa che riesce a mettere in relazione, come è vero, eventi che normalmente vengono considerati separatamente. Nel saggio intitolato Effetto domino (Chiarelettere) la Pira dimostra la consequenzialità e i legami tra gli eventi e i ruoli che strutturano la nostra comunità. Recensione di Paolo Bricco sul Domenicale.
Talvolta, può capitare di ascoltare un brano musicale che non riusciamo a catalogare in alcun genere, in tal caso significa che quel che stiamo ascoltando è Jazz. Questo detto corrente presenta il fenomeno delle “etichette” di genere nelle varie espressioni artistiche, la letteratura non fa eccezione. Ad esempio, spesso vi sarete chiesti che cos’è il new weird. Se ancora non ve lo siete chiesto è perché non conoscete l’autore China Miéville, il principale teorico del genere letterario fantasy anti-tolkeniano, denominato appunto new weird. Un buon modo per conoscere il genere è leggere ad esempio A Jake, con amore di Miéville (Moscabianca edizioni, traduzione Lucrezia Pei, illustrazioni Simone Pace). La recensione è di Leonardo G. Luccone e si trova su Robinson.
L’ultimo poeta è un romanzo d’azione scaturito dalla fantasia di Silvio Raffo (Elliot). Completamente inventata, la realtà descritta nel romanzo presenta importanti ed aderenti termini di riconoscibilità contemporanea. Recensione di Patrizia Violi su La Lettura.
La storia dell’editoria, nei suoi intriganti aspetti, può essere ricondotta ad una sorta di “filibusta culturale”: è costellata di imprese, avvenimenti e uomini. Alcuni di essi sono entrati nell’immaginario come presenze mitiche, comunque sbalorditive. E possiamo ricordare Guglielmo Libri (1803-1869), fenomenale trafugatore di biblioteche, nonché matematico ed erudito bibliofilo. Più recentemente ricorderemo Tammaro de Marinis (1878-1969), principe dei bibliofili e antiquario internazionale al quale vengono dedicati tre volumi: Multa renascentur. Tammaro de Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista (Marsilio, cura Ilenia Maschietto); Tammaro de Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento (Rubettino, cura Giancarlo Petrella) e il Carteggio Croce-De Marinis (il Mulino, Istituto Italiano per gli Studi Storici, cura Giancarlo Petrella). Recensione di Massimo Gatta sul Domenicale.
È un dato di fatto inoppugnabile, la Natura non ha alcun bisogno dell’uomo mentre è integralmente vero il contrario. Ma, ammesso che riusciremo a contenere il delirio di onnipotenza che contraddistingue l’umanità, come potremo ristabilire un equilibrio? Se esiste una caratteristica autentica dell’uomo nel mondo, essa si chiama “fragilità”. Come si è corrisposto a questa evidenza? I limiti del mito “illuminista” dell’individuo e della sua incarnazione nell’homo aeconomicus sono stati palesemente raggiunti da tempo, ma l’attività di costruire nuovi rapporti lavorando sui simboli, reinventando relazioni ed elaborando spiegazioni continua ad articolare un cosmo di riferimenti necessari ad immaginare una plausibilità. La nuova scienza dell’universo incantato. Un’antropologia dell’umanità (quasi tutta) riassume uno degli assi portanti del pensiero di Marshall Shalins (Raffaello Cortina, traduzione Gesualdo Busacca). Stefano de Matteis presenta il libro dell’antropologo statunitense sulle pagine del Domenicale de il Sole 24 ore.
Andrea Oddone Martin
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