Rassegna Stampa Libraria – 9 ottobre 2022
Le grandi narrazioni fondano le civiltà, sono assi portanti dell’immaginario collettivo. Grandi o minori, sono anche manipolabili in modo interessato. Negli ultimi anni, ha preso piede l’uso di una narrazione, definita con l’anglicismo “storytelling”, per promuovere e identificare qualsiasi prodotto industriale, geografico, agricolo o turistico. Notoriamente, questi storytelling privi di qualsiasi fondamento, se non generico, sono frutto di invenzioni affascinanti quanto interessate e sono destinate al “cliente”, non alla persona. Jonathan Gottschall è un insegnante americano che si è specializzato in letteratura ed evoluzione. La sua prima pubblicazione in italiano si intitola L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani (Bollati Boringhieri 2018, traduzione Giuliana Maria Olivero) ed è la prima parte di un’inversione espositiva, la pars costruens di un discorso che comprende la più recente pars destruens: Il lato oscuro delle storie. Come lo storytelling cementa le società e talvolta le distrugge (Bollati Boringhieri 2022, traduzione Giuliana Maria Olivero). Roberto Esposito presenta quest’ultimo volume su Robinson de la Repubblica.
Il vero tesoro delle narrazioni risiede nel patrimonio della memoria, patrimonio al quale il Nobel per la letteratura di quest’anno rende tributo. È la memoria personale della condizione femminile nei romanzi di Annie Ernaux che diventa lo specchio di un’esperienza collettiva, e viene riconosciuta come tale. Elisabetta Rasy presenta l’opera di Annie Ernaux sul Domenicale de il Sole 24 ore.
Calla Henkel è una drammaturga, regista e artista americana. Ha dato alle stampe il suo primo romanzo, I vestiti degli altri (Guanda, traduzione Stefania de Franco). Ambientato nella Berlino degli anni ’80, ha il pregio di definire in maniera molto leggibile, nel profilo personale della protagonista Zoe e del rutilante ambiente berlinese di secondo Novecento, la condizione individuale e collettiva imperante: lo spaesamento. Recensione di Marco Onnembo sul Domenicale.
Lungi dal rappresentare un esito letterario, lo sforzo editoriale di denuncia è una pratica che sta prevalendo sull’autentico esercizio letterario in coppia con l’altro versante prevalente dell’espressione editoriale, l’intrattenimento. Il lato educativo della letteratura, organismo complesso ad alto tasso di evoluzione stilistica e concettuale (perciò lontano da un approccio popolare e consumistico), lontano dal clima giubilante e turistico dei festivals, ha bisogno di attenzione intelligente e di cultura (quella che si forma con lo studio appassionato). L’editrice Vita e Pensiero dà alle stampe un titolo che, grazie alla curatela di Gabrio Forti, Claudia Mazzuccato, Alessandro Provera e Arianna Visconti, riflette attorno alla letteratura che in varie epoche stigmatizza uno dei fondamenti delle dinamiche sociali: il capro espiatorio. Il libro si intitola L’ombra delle «Colonne infami». La letteratura e l’ingiustizia del capro espiatorio ed è presentato da Paolo di Stefano su La Lettura del Corriere della Sera.
Il racconto intitolato Recitativo di Tony Morrison (Frassinelli, traduzione Silvia Fornasiero e Martina Testa, postfazione Zadie Smith) è un esperimento letterario. Non dichiara mai infatti l’appartenenza etnica delle due protagoniste, scoprendo così i limiti dei meccanismi cognitivi sociali dell’umanità, rappresentata in quel momento dal lettore che, non appena identifica la protagonista bianca, viene smentito dal suo stesso pregiudizio. Recensione di Marco Bruna su La Lettura.
Né l’assolutismo della dittatura, né tantomeno la mediocrità generale della democrazia popolare possono tollerare l’uomo di genio, l’unico che può fornire soluzioni vere, che di tanta misura sovrasta i migliori contendenti del potere e i depositari della norma, per quanto inadeguata sia. Lorenza Foschini dedica L’attrito della vita. Indagine su Renato Caccioppoli matematico napoletano (La nave di Teseo) alla figura straordinaria di un uomo di genio, la cui principale intuizione risiedeva nell’armonia del tutto e nel concetto sublime di libertà, negata dalla bassezza della contingenza sociale, politica e intellettuale generale. La solita vecchia storia: il genio vittima di emarginazione; pensiamo, ad esempio, a Walter Benjamin, a Giordano Bruno oppure a Bruno Maderna per la musica. La recensione sul Domenicale è di Umberto Bottazzini.
Il turismo culturale preferisce l’intrattenimento e gli slogan astratti, politically correct; ma tre romanzi ci riportano la realtà, senza travestimenti. La Gana di Jean Douassot (GOG Editore, traduzione Mario Picchi, prefazione Luca Buoncristiano) fu pubblicato in Italia nel 1964 ma, in seguito al successo, tutte le copie furono sequestrate dalla magistratura dell’epoca. Si tratta di un romanzo ambientato nella Parigi degli anni ‘30 che ci ricorda concretamente cosa significa povertà, senza sconti. Recensione di Simone Innocenti su La Lettura. Si rivolge alla realtà di dettaglio, Lydia Davis (traduttrice di Gustave Flaubert) nel suo Osservazione sulle faccende domestiche (Mondadori, traduzione Adelaide Cioni). Un libro concentrato su minute scene quotidiane e su brandelli di flusso di coscienza, in un’amplificazione del reale quotidiano. Recensione di Enrico Rotelli su La Lettura. Ed è la casa isolata, vicina al bosco, che consente alle protagoniste di Infinito Moonglight di Sara Gamberini (NN Editore) di sganciarsi dagli appesantimenti gratuiti, burocratici e violenti della società e dare spazio ad una sensibilità positiva, autentica da rivolgere indistintamente agli esseri viventi e alle cose che, pur rimanendo inanimate, un significato ce l’hanno. Recensione di Chiara Fenoglio su La Lettura.
Luigi Zoja, affermato psicanalista, mette sul piatto un tema centrale quanto disatteso del nostro tempo. Prendendo spunto dagli aggiornamenti statistici internazionali, che denunciano un drastico calo delle attività sessuali in tutte le categorie di età, nel suo ultimo Il declino del desiderio. Perché il mondo sta rinunciando al sesso (Einaudi) si concentra sulle cause sociali, politiche, culturali e tecnologiche di questo regresso, che va di pari passo con la crisi demografica. Lo stesso Luigi Zoja presenta il libro sul Domenicale.
Telmo Pievani affronta il tema del rapporto tra l’uomo moderno e la natura, è così che realizza il libro La natura è più grande di noi. Storie di microbi, di umani e di altre strane creature (Solferino), una raccolta di scritti tra scienza, letteratura e testimonianza strettamente personale che aiuta a comprendere veramente il nostro posto nel mondo. Paolo Legrenzi presenta il volume sul Domenicale.
È da poco uscito il volume che raccoglie l’opera grafica di Franz Kafka (I disegni di Kafka, Adelphi, traduzione Ada Vigliani, cura Andreas Kilcher). Un’opera inedita che mette in evidenza la bontà della mano che si accompagna all’acume dell’osservazione di un talento. Talentuoso lo è di certo, Philippe Jullian, sia nel disegno che nell’invenzione narrativa. Scattante, caustico ed ironico, esce per i tipi di Medusa Edizioni Il circo di Père Lachaise (cura Pasquale di Palmo), libro dedicato alla satira e al celebre cimitero parigino. La recensione è di Francesco Maria Colombo e si trova sul Domenicale.
Chissà se il titolo del libro di Willem Frederik Hermans, La camera oscura di Damocle (Iperborea, traduzione Claudia di Palermo), si riferisce all’oscurità dell’inconscio di ciascuno di noi. In effetti, l’ambientazione e le situazioni surreali del romanzo richiamano la specularità interiore di ciascuno, al pari di freudiane visioni oniriche. Recensione di Luciano Funetta su Robinson.
«Nessuno è come sembra, sembrano brave persone ma tutte nascondono qualcosa» è la formula vincente di qualsiasi romanzo giallo. Non sgarra la tradizione I dodici segreti di Robert Gold (Longanesi, traduzione Giuseppe Maugeri), giallo anglosassone che estende la propria avventura nell’arco di più generazioni. Robert Gold faceva parte della squadra di assistenti che scriveva i bestseller di James Patterson (eh già, non sempre il nome che appare sulla copertina di un libro appartiene effettivamente all’autore) ma si è emancipato dalla catena dell’anonimato, mettendo in gioco felicemente la propria capacità. Recensione di Enrico Franceschini su Robinson de la Repubblica.
Andrea Oddone Martin
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