RECENSIONE: Augusto Frassineti “Misteri dei Ministeri” – Patrizia Parnisari “BUROCRALIA”
Parrebbe un caso tipico di quella che Carl Gustav Jung ha definito Sincronicità. Nel corso dell’anno 2022 è uscita presso l’editore Einaudi una nuova edizione del classico Misteri dei Ministeri di Augusto Frassineti. Nel corso dello stesso anno, usciva per i tipi di Corte Nova Scriptorium, il titolo BUROCRALIA di Patrizia Parnisari. In epoche diverse, entrambi gli autori esperiscono profondamente la realtà burocratico-amministrativa, regolatoria del presente.
Augusto Frassineti, forte del suo trascorso ministeriale ed amministrativo, ne ricalca le spire avviandosi dalla più classica delle circostanze narrative: la consegna di un manoscritto anonimo. Il manoscritto in questione viene definito per ciò che vuol essere: uno studio o rapporto o comunicazione sulla cosiddetta “Ministerialità”, specie di nuova branca del sapere alla quale l’autore ammette la massima importanza.
Effettivamente, la Ministerialità e soprattutto la sua essenza, viene rincorsa con la massima acribia consentita dallo stile linguistico praticato, che si autogenera nelle “viti senza fine” degli apparati burocratici. La burocrazia, infatti, viene identificata quale fenomenologia della misteriosa essenza energetica della Ministerialità, ed è seguendo questa unica pista indiziaria che l’autore può azzardare delle ipotesi di individuazione. Una pista indiziaria nutrita da una coltre documentale cospicua, testimonio del largo confronto popolare con le amministrazioni. Coltre cospicua e sommamente varia per censo, necessità, estrazione, cultura, immaginazione, creatività e finalità. Sono invero molte le suppliche, missive, dichiarazioni, richieste, annunci, registrate dal misterioso manoscritto.
In questo libro, che si presenta come il primo trattato di Ministerialità Generale & Comparata, arricchito di nuove rilevazioni ipotesi eventi e controprove in tre libri compiutamente ordinato, l’autore revisiona, ordina, riscrive, analizza, certifica, animato da una vera passione di tipo diremo filologico, sospinto da energiche folate di interesse, acume e curiosità. Identifica perciò l’interscambio simbiotico fra sentimento ministeriale moderno e quello primordiale della sacralità, però mitigando immediatamente ogni afflato metafisico, lontano dalle proprie intenzioni. Indica la presenza erratica e inafferrabile dell’energia arcana della Ministerialità negli indizi certi di un cappello, di un soprabito dimenticato. Azzarda collocazioni mappali, geografiche delle cosiddette “pratiche” fascicolari, organizzandone la tassonomia, seguendone i flussi, distinguendone i percorsi e le innumerevoli possibilità di variazione, nonostante la persistenza dell’imprevedibilità. Anzi, l’imprevedibilità si fa strumento flessibile ed efficace nella Ministerialità, quasi sua appendice biologica.
È così che incontriamo le istanze del sig. Ilario Eventuale, del sig. Gaetano Mastrocavallo, della sig. ra La Pietra Carmela, del sig. Previte Bartolomeo, del sig. Salvatore Alacchi, del sig. Oriente Malvestiti, del sig. Oriundo Pentecoste, e così via in una casistica d’utenza frastagliata ed esemplificativa, dai tratti ilari e tragici. Come si può comprendere, nell’economia del trattato viene diligentemente riportato finanche il “catalogo delle varietà e delle specie” del personale ministeriale, l’autore disegna profili psicologici, attitudini, introversioni ed estroversioni, atonie diffuse, vigori facinorosi, crolli mentali, consunzioni d’anima, esaltazioni. L’ispettore Treppigne, l’impiegato Inatteso Sinibaldi (morto da sedici anni ma tutt’ora in servizio, in aggiunta sotto inchiesta per irregolarità contabile), il Cav. Comm. Gr. Uff. Malavolta, il cav. Mezzanotte (impiegato del gruppo C, colto da repentino malore mentre si trovava a passare davanti alla Porta Maggiore del gabinetto del Ministro) sono alcuni tra gli antieroi amministrativi incontrati.
Già, la Porta Maggiore. Una probabile, se non possibile, soluzione alla rabdomantica investigazione viene suggerita a Frassineti dall’astuta intelligenza mitologica, sagace e brillante di un misterioso amico (del quale l’autore non è autorizzato a precisare il nome) il quale intuisce l’appartenenza della Ministerialità agli «arazzi, ori e tendaggi delle stanze ministeriali più solenni, nonché ai fastigi e alle mensole che sovrastano le porte più illustri». Una qualità appannaggio dell’oggettistica, degli arredi, delle suppellettili, alla stregua della densità iconografica delle presenze nelle cornici barocche, ben più importanti dei quadri stessi.
«Il Mostro – scrive Roberto Calasso in Le nozze di Cadmo e Armonia – in origine sta al centro, al centro della Terra e del Cielo, là dove sgorgano le acque. Quando il Mostro fu ucciso dall’eroe, il suo corpo smembrato migrò e si ricompose ai quattro angoli del mondo. Poi cinse il mondo in un cerchio, di squame e di acque. Era il margine composito del tutto. Era la cornice». Riferito a questo presente, Augusto Frassineti ha buon gioco ad individuare l’autentica sede dell’energia Ministeriale in quelle che chiama Sovrastrutture M, ravvisandone gli effetti e le conseguenze.
A distanza di settant’anni, il frangente è totalmente diverso, lo sviluppo della congiuntura non si è mai interrotto. «Poi venne il momento – continua Roberto Calasso – in cui non si vollero più le cornici. I musei ospitarono quadri senza cornici, che sembravano spogliati. La cornice non è l’antiquato, ma il remoto. Scomparsa la cornice, il Mostro perde la sua ultima dimora. E torna a vagare, ovunque». È questo il tempo di BUROCRALIA di Patrizia Parnisari, labirinto senza centro e senza Minotauro, dove le rituali attività hanno perso il loro arcano argomento, sono divenute ormai mezzo promiscuo di grette volgarità e gratuite violenze.
Ogni sforzo di localizzazione è vano, ogni geografia si infrange, rimangono frammenti di un centro irrimediabilmente perduto; una fuga vorticosa ed ironica, terribile ed ilare, crudele e comica, circonda l’assenza di un centro insondabile. Sono frammenti di provenienze, calembour, giochi linguistici, perplessità situazionistiche, apparizioni, contrappassi, metamorfosi, divagazioni spazio temporali in cui lo stile della Parnisari e la funzione del suo linguaggio prendono il sopravvento e donano la possibilità non di un riassetto, di una speranza, come ancora si intravede in Frassineti, ma dell’inevitabile abbandono giocoso a quella che potremo definire Provvidenza.
Le ipotesi dei Misteri dei Ministeri si trasformano in BUROCRALIA in ipotesti che generano ipertesti. Una letteratura in cui le frasi, la punteggiatura, le parole stesse sono potenti scintille a cui seguono deflagrazioni culturali, visioni inesauste nel brulicare di significati, definizioni, versetti biblici, citazioni, recuperi antropologici, sociali e archeologici.
Universo rutilante ed esapartito, BUROCRALIA, regno paranoico del Sommo Buffalmacco e del suo sottoposto, il Gonzo Calandrino. Ufficio Invalidi, Catasto, Ufficio Anagrafe, Ufficio Brevetti, Ufficio Reclami e Ufficio Tasse sono gli indirizzi popolati da ospiti e ospitati di fattezze e sentimenti della peggior umanità, abbruttita da pratiche sadiche subite e propinate, furberie e soprusi, ostracismi e imboscamenti, gozzoviglie, allucinazioni, una visione meravigliosa e apocalittica, esplosiva, densa di musiche e gerarchie, arie d’opera e graduatorie, codicilli e balli, decadenza tellurica e trionfale alla quale presiede, sacerdote cerimoniere, Giorgio Manganelli con un breve Introibo ad altare Dei.
Andrea Oddone Martin
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Augusto Frassineti Patrizia Parnisari
Misteri dei Ministeri BUROCRALIA
Collana Letture Einaudi Collana i Vascelli
Prefazione Paolo Mauri Corte Nova Scriptorium Venezia 2022
Cura Andrea Gialloreto Brossura fascicoli cuciti
Einaudi Torino 1973 e 2022 136 x 207 x 13 mm
Brossura fascicoli cuciti 190 pp
135 x 208 x 22 mm 250 gr
365 pp 18,00 €
340 gr ISBN 9788894660166
21,00 €
ISBN 9788806251819