RECENSIONE: Davide Canfora “Invito alla letteratura”
Non è facile scrivere le quarte di copertina. Questa ristretta area editoriale è la finestra di presentazione del contenuto di un libro che ha già attirato la nostra curiosità, probabilmente per il titolo, o per l’immagine di copertina. È da questo rapido sguardo al testo della quarta che probabilmente decideremo se inoltrarci o passare oltre. Già il titolo, Invito alla letteratura, blocca in posizione il segugio lettore, sempre a caccia di testi che incitano alla propria passione. E poi la quarta, che contrappone alla contemporaneità alienata e frettolosa la prospettiva di un istinto letterario eterno, di un antidoto alla prosaicità quotidiana sulle ali di un volo d’immaginazione, in barba alla nostra difficile e contraddittoria epoca. Insegna filologia, l’autore Davide Canfora (figlio peraltro dell’illustre Luciano) e pensiamo che questo potrebbe essere un buon testo.
È un buon testo, che spazia tra letterature antiche e novecentesche, e lo fa richiamando i vari titoli in funzione della tematica di genere che viene di volta in volta presa a riferimento. La struttura del contenuto è organizzata in capitoli, rispettivamente: L’innamoramento, La naturalità dell’amore, Verità e menzogna, Separatezza dal mondo o coraggio della verità, La condizione umana, La solitudine, La malvagità dell’uomo. Ad ogni capitolo viene assegnata un’opera di riferimento ma, a ben vedere, nello stesso capitolo troviamo un insieme di opere che viene richiamata di volta in volta si presenti l’occasione di un’assonanza di genere, tematica, situazionale. E gli autori (come le opere) ce le ritroviamo in ogni capitolo. Giovanni Boccaccio, Francesco Petrarca, Dante Alighieri, Ludovico Ariosto, Giacomo Leopardi, Niccolò Macchiavelli, Cesare Pavese, sono presenze costanti in quasi tutti i capitoli. È dalle opere di questi autori che Canfora ricava i suoi pareggiamenti tematici. È così che il Don Chisciotte di Cervantes dialoga con l’Inferno dell’Alighieri, con un paio di commedie di Shakespeare, con il Decameron boccaccesco, con l’Aspasia di Leopardi, etc. La traccia da seguire, il pre-testo da innesco è, in questo caso, “lo sguardo amoroso”.
I riferimenti sono certi e minuziosamente dotati di coordinate, ogni capitolo è dotato di note piuttosto corpose, utilissimo l’indice dei nomi e dei personaggi. Il linguaggio adottato è quello didattico-filologico e l’atmosfera evocata dai vari capitoli è quella della lezione, pur densa di titoli e di rinvii colti, ma pur sempre della lezione. Vi sono delle discontinuità nelle competenze con cui i vari autori sono richiamati, e su tutte emerge quel paio di chiamate in causa, a nostro avviso improprie, dell’opera kafkiana. L’opera di Franz Kafka rifugge l’accademia, la citazione d’archivio, si svaluta nell’immagine puramente descrittiva, del senso esplicito. Se non si è specialisti, è meglio lasciar stare. A meno che non si presuma di rivolgersi ad un pubblico di giovani entusiasti ed ingenui, magari studenti da esaminare. In tal caso, le nozioni hanno una certa importanza, come pure costruire paralleli argomentali, raccomandavano i nostri insegnanti. Purtroppo, nel momento in cui le selezioni di opere vengono accostate in base alla tematica dichiarata, rinunciano al loro contesto ideale e si appiattiscono nelle descrizioni, tutt’al più con qualche slancio sentimentalistico. Siamo certi di poter accostare la letteratura antica, segnata profondamente dall’eloquenza e dalla retorica, con la letteratura moderna non più regolata dalla retorica, nella quale l’eloquenza si è trasformata in dialettica naufraga, autoreferenziale e individuale? Siamo certi che la solitudine della letteratura di Francesco Petrarca sia confrontabile, accostabile alla solitudine della letteratura di Giacomo Leopardi, il XIII secolo con il XIX, e ancor più alla solitudine della letteratura di Cesare Pavese, che appartiene al secolo XX in cui nuovamente il mondo ideale dell’uomo è radicalmente mutato. Una riduzione argomentale di ordine didattico-filologico ha ancora a che fare con un invito alla letteratura?
Il libro di Canfora è e rimane un buon libro, decisamente rivolto ad un’utenza accademica. A tutto dispetto del titolo e del testo della quarta di copertina.
Andrea Oddone Martin
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Davide Canfora
Invito alla letteratura
Collana Universale Paperbacks
Società editrice il Mulino, Bologna 2017
Brossura, pagine incollate
125 x 205 x 11 mm
178 pp.
180 gr.
13,00 €
ISBN 9788815270610