RECENSIONE: Graham Greene “Brighton Rock”

RECENSIONE: Graham Greene “Brighton Rock”

Nel 1938 viene pubblicato il romanzo Brighton Rock di Graham Greene. È un momento particolarmente fertile nella stagione dello scrittore inglese; infatti, l’anno successivo, durante una permanenza prolungata in Messico, scriverà un altro dei suoi migliori romanzi: Il potere e la gloria.

Brighton Rock è forse il primo dei suoi capolavori, ambientato nella cittadina turistica situata sulla Manica a un’ora di treno da Londra. Si tratta di un luogo normalmente frequentato da Greene sin dall’infanzia. È qui che, tra miseria e delinquenza dissimulate nella leggerezza dell’ambiente dedicato al divertimento, si articola la complessa trama, composta alla stregua di una pagina musicale: a più voci in contrappunto.

Si fronteggiano principalmente due voci principali compendiate da voci meno carismatiche, di minor importanza. Ad esempio, la figura di Charles Hale, il cui dramma fornisce l’innesco al meccanismo narrativo e presenta ogni personaggio principale. Rispettivamente: la cittadina di Brighton, la cantante Ida Arnold, il teppista Pinkie Brown, la cameriera Rose Wilson. Sono queste le figure che di volta in volta incarnano in una forte caratterizzazione gli autentici protagonisti: la Giustizia, il Bene, il Male, la Paranoia, la forza insopprimibile della vita, la quotidianità di una cittadina balneare tra lusso e turisti, povertà ed emarginazione con il suo correlato malavitoso.

L’importanza politica e sociale balza con ogni evidenza agli occhi del lettore una volta considerato l’approfondimento, raffigurato magistralmente in Pinkie il Ragazzo, della paranoia. Politicamente, rimane evidente la palese descrizione dei tratti psichici del coevo cancelliere tedesco, nella narrazione che si rivelerà profetica anche negli ultimi esiti. Socialmente, nella denuncia della mancanza di un antidoto efficace e, allo stesso tempo, della cecità sociale di fronte ad una patologia tragicamente nefasta come la paranoia.

Abitualmente considerato un aspetto della demenza precoce, gli studi sul delirio paranoico furono intensificati e orientati dalla pubblicazione nel 1903 di Memorie di un malato di nervi, dove Daniel Paul Schreber, autorevole Presidente della Corte d’Appello di Dresda, fornisce un resoconto dettagliatissimo della psicosi di cui ha sofferto lungamente (Adelphi, traduzione Federico Scardanelli e Sabina de Waal). La fase successiva più significativa è stata la teoria sulla paranoia del dottor Sigmund Freud, illustrata nel saggio pubblicato nel 1911 ampiamente dibattuto negli anni successivi con Carl Gustav Jung e l’inserto Libri di malati di mente di Walter Benjamin, pubblicato nel 1928 sulla Literarische Welt, probabilmente un riferimento di Greene. Non si può escludere che Graham Greene abbia avuto tra le mani una copia del libro, anche se la famiglia di Schreber comprò presto la maggior parte della tiratura, distruggendola.

Un’esaustiva e compiuta trattazione dell’argomento, che prende le fila sempre dal prezioso lascito di Daniel Schreber, è quella di Elias Canetti, confluita poi nel più ampio Massa e Potere (Adelphi, traduzione Furio Jesi). Canetti incontrò casualmente una copia delle Memorie di un malato di nervi a Londra, nel 1939. Perciò non ebbe la possibilità di influenzare Greene, anche se la corrispondenza tra gli elementi descritti in Brighton Rock e i punti salienti del saggio in Massa e Potere è totale.

Pinkie Brown assume su di sé tutti i tratti della psicosi paranoica: dalla totale sociopatia accompagnata al sospetto indifferenziato e pregiudiziale, all’imperturbabilità che sconfina decisamente nell’apatia, alla segretezza, al doppiogiochismo, alla crudeltà efferata da cui ricava l’unica soddisfazione di cui è capace, quella sadica, all’astrazione logica fine a sé stessa che accompagna il metodo perseguito con l’acribia degna di un burocrate, alla parossistica mania di grandezza e alla sovrastante ossessione per il potere ed il complotto. Nel romanzo, l’autore indica la genesi di questa psicosi nell’esposizione di Pinkie bambino alle unioni sessuali dei genitori. Un’interpretazione che ricalca perfettamente l’analisi del dott. Freud, nell’esclusione e nel rimosso che provocano la feroce avversione verso l’atto sessuale e la sua sublimazione nell’ossessione di potere. Gli unici sentimenti di cui è capace sono il disprezzo e l’odio. Il suo aspetto esteriore conferma la propria indole: figura segaligna, dalle spalle strette, dal vestire trascurato (è inutile curare il proprio aspetto per una massa di “indegni”). Esattamente agli antipodi dell’aspetto esteriore del suo antagonista.

Infatti, Ida Arnold è una donna piacente, dalle forme generose, dagli enormi ed accoglienti seni, capace di risate aperte, fragorose, schiette, grandezza d’animo e capacità di osservazione e condivisione. La sua saggezza laica le permette di valorizzare la vita con estroversa generosità, con disponibilità divertita, con immediatezza solare, al punto da dare l’impressione di non aver mai avuto problemi.

La sua lettura della realtà parte da una profonda determinazione nel perseguire ciò che è giusto. Tuttavia, scevra da ogni sovrastruttura giuridica, la giustizia di Ida si identifica con il perseguimento etico del Bene, coincidente con l’umanità, l’altruismo, la soddisfazione del godimento condiviso, la solidarietà, la tolleranza. Spesso, nei dialoghi, essa si richiama al principio di naturalità: una naturalità immune da qualsiasi teologia o sovrastruttura ideologica.

In questo romanzo, definito dalla critica il primo “romanzo cattolico” di Graham Greene, ci troviamo invece di fronte ad un’inversione radicale: i tratti del cattolicesimo dichiarato appartengono ai personaggi negativi mentre quelli positivi, peculiari in Ida Arnold, affermano e sono definiti da un’intensa e positiva vitalità laica.

Una delle prove migliori di Greene, questo romanzo possiede un’indubbia qualità narrativa. Le sette parti in cui è diviso il romanzo presentano capitoli in cui si alternano le vicende dei personaggi, ciascuno impegnato nel conseguire i propri obiettivi. Un susseguirsi di sipari che si aprono, si chiudono e si riaprono nell’avvincente intreccio, stringendo sempre più verso una conclusione che supera l’ultima pagina per realizzarsi unicamente nella proiezione futura della mente del lettore.

Sono vari e non sempre dichiarati gli elementi che sostengono e concorrono coralmente, attraverso il dipanarsi di voci implicite, al tessuto e all’evoluzione dell’opera. Pensiamo ad esempio alla “linea dei fiori”: Ida Arnold è avvolta da una nuvola di profumo di papavero della California; i fiori sul tavolo dove la cameriera Rose incontra Spicer, uno dei delinquenti della banda, diventando così una pericolosa testimone; lo stesso nome della cameriera, che sarà deuteragonista nel romanzo; insieme a numerose altre presenze floreali strategiche Greene costruisce una delle linee strutturali della solida polifonia di Brighton Rock.

Il pregio della scrittura di Greene risiede inoltre nella capacità di esprimersi nell’efficacia di metafore aderenti e sommamente poetiche, che elevano letterariamente il carattere mainstream della narrazione e conferiscono allo scritto una dignità decisamente superiore all’intrattenimento in senso stretto. Notevole la rappresentazione della itinerante banda dei ciechi con la quale Greene, rifacendosi al dipinto La parabola dei ciechi di Pieter Bruegel il vecchio del 1568, raffigura la condizione umana: «La banda dei ciechi veniva avanti a raso di marciapiede; grattavano l’alzata con il lato delle loro scarpe, a tentoni nella luce abbagliante, un poco sudati. La musica che suonavano era una lagna afflittiva presa da chissà quale inno sui fardelli da reggere: come una voce che profetasse sciagure nell’istante del trionfo».

Thriller denso, colto ed articolato, sapientemente confezionato da una scrittura che traguarda la mitopoiesi della condizione umana nella modernità più recente, si conferma tutt’oggi una lettura avvincente e di pregnante attualità. Peraltro, il valore di Brighton Rock ne determinò gli adattamenti successivi per il teatro, il cinema, la radio e persino un musical.

Andrea Oddone Martin

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Graham Greene

Brighton Rock

Collana La memoria

Traduzione Alessandro Carrera

Sellerio Editore Palermo 2023

Brossura fascicoli cuciti

120 x 167 x 21 mm

340 gr

458 pp

16,00 €

ISBN 9788838945236