RECENSIONE: Guido Vitiello “Il lettore sul lettino”

RECENSIONE: Guido Vitiello “Il lettore sul lettino”

E pensare che alle copertine è dedicato un intero capitolo del libro. La copertina de Il lettore sul lettino di Guido Vitiello è indubbiamente carina ma, a dispetto del contenuto, generalizza l’intento dell’autore. Anche il sottotitolo, invece di introdurre, in questo caso distrae, fuorvia, riduce la varietà comportamentale a bizzarria, buffa eccezione, curiosa stravaganza, esca da codardi voyeurs. Non è ciò che il lettore si trova di fronte leggendo i primi capitoli di questo libro.

In primo luogo è necessaria una precisazione: gli autori sono due. Vitiello scrive, ma pensa come il dott. Sigmund Freud, ed è attraversando quell’ampia ritrattistica di lettori bibliofili che le teorie psicanalitiche di quest’ultimo diventano imprescindibili, vera guida interpretativa del resto più che asserita dall’onesto scrittore. Come se la lettura (e gli aspetti ad essa correlati) potesse essere definita, anziché raffinatissimo talento strumentale raggiunto in millenni di pratica, come una devianza, un’aberrazione della normalità soggetta al giudizio moralistico. Ha buon gioco, Guido Vitiello a rimescolare le carte. Rimesse sul tavolo, magari capovolte o di sghimbescio, rivelano personalità insospettate, profili inauditi, pratiche sorprendenti, giocherellone.

Nei contenuti, il libro si presenta decisamente compiuto soprattutto nella prima parte, quella dei primi capitoli. Nella seconda parte perde di freschezza, di concisione argomentale e, pur piacevole, diventa narrativo, aneddotico, autobiografico. Nell’insieme, un catalogo ritrattistico di persone comuni, segnate dalla “particolarità” di essere anche lettori, spesso bibliofili. Probabilmente, le descrizioni dell’autore saccheggiano il folto archivio che si sarà nutrito della rubrica Il bibliopatologo risponde, condotta da Vitiello su Internazionale fin dal 2016.

Il lieve sorriso che comporta la lettura dei capitoli è un sorriso complice, comprensivo, di riconoscimento. La bonarietà indulgente che ci coglie nel mentre abbiamo la sensazione di riconoscerci, ad esempio, nella fenomenologia della depressione post-librum. Si tratta di quello stato dispiaciuto nella previsione della ineluttabile fine dell’attuale lettura amata. Un dispiacimento che raggiunge livelli di angoscia in prossimità delle ultime pagine, e di lutto alla chiusura del libro. Quando non di sindrome da abbandono. Le conseguenze, dice Vitiello, sono varie: «alcuni sprofondano in una malinconia stuporosa e greve, in un’abulia contro la quale sentono di non poter nulla; gironzolano per casa imbambolati, sbattendo contro gli stipiti di tutte le porte, mettendo il sale nel caffè, il dentifricio nel frigorifero e le pantofole nel forno, come sotto l’effetto di un violentissimo jet-lag. In altri l’atterraggio dai cieli della finzione prende una forma più esaltata, ma al fondo altrettanto cupa, del furor malinconico: non si danno pace, si gettano subito su un altro libro, e poi su un altro ancora, cercando in tutti di riacciuffare l’ombra di quello appena perduto. Invano». Oppure un’altra fenomenologia che colpisce il lettore comune, il quale si trova a dover risolvere l’eventuale impasse salottiera con la menzogna. «Ad angosciarci – afferma l’autore – non è solo il timore di venire esclusi dalla cerchia dei bambini prodigio che hanno già letto Moby Dick, è qualcosa di più profondo, che non riguarda il sentimento sociale della vergogna bensì quello solitario e tutto interiore della colpa. E a pungolare il senso di colpa dei lettori nevrotici è soprattutto una famiglia di libri noti fin dagli anni della scuola per il loro sottile sadismo mentale: i classici. Sono il nostro Super–Io di carta».

Più che un libro sulle manie dei lettori, a noi pare un libro sulle manie comuni di persone che sono anche lettori. Una circoscrizione letteraria di persone comuni, un universo biblico che ospita l’umanità più normale. Un assoluto librario, suggellato dalle numerosissime citazioni di titoli, dalla fitta bibliografia in coda al testo, e da quel refuso che il dott. Freud non esiterebbe a definire lapsus (si trova a pagina 61) e che per noi indica in sintesi prodigiosa l’intento mirabile di quest’opera: “equilibro”.

Andrea Oddone Martin

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Guido Vitiello

Il lettore sul lettino

Collana Super ET Opera viva

Einaudi 2021 Torino

Brossura fresata

136 x 208 x 14 mm

167 pp

220 gr

13,50 €

ISBN 9788806249212