RECENSIONE: Herbert Clyde Lewis “Gentiluomo in mare”
«Standish decise che si sentiva come il rintocco di una campana. Quello era il primo pensiero completamente irrazionale che avesse mai elaborato in vita sua». Chi è Mr. Standish? Henry Preston Standish è un uomo di trentacinque anni, laureato presso la prestigiosa Università di Yale, sposato con due figli, abita a New York ed è un agente di Borsa. Un tipico individuo della middle-class americana negli anni compresi tra il 1930 e il 1940. È il protagonista di Gentiluomo in mare di Herbert Clyde Lewis, pubblicato la prima volta nel 1937. Anzi, precisamente incarna il deuteragonista del romanzo. Infatti, Mr. Standish muore ininterrottamente per tutto il romanzo.
Con scrittura piana, lineare, conforme alla vita di Standish fino a quel momento, Lewis scontorna chirurgicamente il momento cruciale dell’agente di Borsa, l’unico della sua vita e l’ultimo. Piombato accidentalmente nell’Oceano Pacifico dal bastimento Arabella, la cognizione di Mr. Standish si trasforma gradualmente; lo sguardo filtrato dalla consuetudine riesce finalmente a confrontarsi con la realtà autentica. Solo in questa lenta ed esiziale circostanza, Standish riesce a permettersi finalmente un pensiero irrazionale nella vita completamente mediata dal canone sociale.
Del resto, era un uomo affermato e di successo: «l’educazione gli aveva sbiadito i colori, rendendolo scialbo come una tela grigia. Faceva tutte le cose giuste, ma senza entusiasmo, si manteneva in forma andando a nuotare, giocando a pallamano all’Athletic Club e a golf con Pym e Bingley quand’era la stagione. Si guadagnava da vivere vendendo le azioni degli altri e comprando titoli di Stato per sé stesso. Si teneva informato e si comportava da bravo cittadino. Votava con coscienza. Faceva tutto con coscienza. La casa era sempre in perfetto ordine e la dispensa piena. Beveva con moderazione, fumava con moderazione e faceva l’amore con sua moglie con moderazione; a dirla tutta, Standish era uno degli uomini più noiosi al mondo. Anche se gli psicologi l’avrebbero forse ritenuto impossibile, non era né introverso né estroverso».
Questo romanzo anticipa di poco meno di trent’anni l’uscita del famoso L’uomo a una dimensione in cui il filosofo e sociologo tedesco Herbert Marcuse descrisse e denunciò scientificamente il modello sociale ed economico imposto dal consumismo capitalistico. È questo l’aspetto che appare nel romanzo con un rilievo e una continuità veramente protagonista. Grazie al crollo della psiche che non sostiene più l’anestetico trantràn, in maniera inconscia Standish pretende il “fuori programma” che gli offrirà l’opportunità della lucidità e dell’autentica necessità.
Se precedentemente «in tutta la sua vita mai una volta prima avesse patito la fame o la sete. Quand’era bambino identificava la sete con la voglia di gelato mentre da grande, se diceva d’esser assetato, intendeva semplicemente che avrebbe gradito una birra o un whisky e soda. Ma la fame e la sete propriamente dette, aver bisogno di pane e necessità d’acqua, per lui non erano mai esistite. Era strano che dovesse imparare così tanto sulla propria vita proprio nel momento in cui non sapeva nemmeno con certezza se fosse vivo o morto. Ma era andata allo stesso modo con le sigarette, con la nicotina: mai, nei diciassette anni in cui era stato un fumatore, aveva provato il desiderio di una sigaretta senza soddisfarlo. Era davvero straordinario, a ben pensarci, che la sua vita fosse sempre andata così, che lui avesse ottenuto tutto quello che voleva, senza mai chiedere troppo. Equipaggiamento sportivo, biciclette e pattini a rotelle quando era piccolo; abiti di buona fattura, viaggi all’estero e un’automobile tutta sua da adolescente; poi i soldi per pagare il college, i locali giusti; e più tardi un buon lavoro, una brava moglie e due bambini», ora per la prima volta non gli viene soddisfatto un desiderio e Standish, immerso nell’acqua primordiale che tornerà ad accoglierlo, reagisce nell’unica maniera che la sua formazione gli concede: come un bambino, mette il broncio.
Quasi un secolo ci distanzia dalla prima pubblicazione di questo romanzo e non abbiamo dubbi sulle motivazioni della sua scomparsa: il suo evidente valore analitico si riconosce nell’odierno quotidiano, pervaso progressivamente dall’astrazione digitale: «Standish si sentì soffocare. Il buio esplose all’improvviso in un grandioso spettacolo pirotecnico. Razzi di un giallo e di un verde brillanti gli scoppiarono davanti agli occhi stupefatti, spruzzando il firmamento di linee, puntini e perline dai colori sgargianti. «È la fine» pensò Standish, guardando quei razzi sibilanti: rossi, arancioni, indaco e viola. «Stanno allestendo questo spettacolo per dirmi addio. È bellissimo, è stupefacente, eppure sono così solo». «Quanta solitudine… Quanta solitudine! Nemmeno un’anima da salutare. Tutto solo a guardarmi morire …».
Andrea Oddone Martin
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Herbert Clyde Lewis
Gentiluomo in mare
Collana Piccola Biblioteca Adelphi
cura Marco Rossari
Adelphi Milano 2023
Brossura fascicoli cuciti
104 x 172 x 11 mm
130 gr
152 pp
13,00 €
ISBN 9788845937545