RECENSIONE: John Mortimer, 3 libri per l’avv. Horace Rumpole

RECENSIONE: John Mortimer, 3 libri per l’avv. Horace Rumpole

Per ora sono tre i titoli pubblicati da Sellerio che raccolgono le vicende di Horace Rumpole, l’avvocato penalista inglese nato dalla penna di John Mortimer: Avventure di un avvocato, Nuovi casi per l’avvocato Rumpole e Rumpole per la difesa. L’occasione per la creazione del personaggio si presentò nel 1975 e fu il film per la televisione prodotto dalla BBC, Rumpole of the Bailey. Il successo accompagnò fin da subito la serie televisiva, e incoraggiò l’autore ad allargare la serie di racconti dedicati. John Mortimer, nato nel 1923 ed educato ad Oxford, si era votato all’avvocatura raccogliendo il testimone dal padre, anch’egli celebre avvocato e amante dell’opera di William Shakespeare. E non ha mai disgiunto la vocazione letteraria da quella giudiziaria, l’esperienza forense dallo sguardo sull’umanità che la anima.

Nel momento in cui ci avviciniamo alla lettura di questi racconti, veniamo gradualmente immersi in un contesto British, radicalmente British in tutte le sue manifestazioni. Man mano che seguiamo i casi e gli eventi del barrister Rumpole, veniamo inevitabilmente introdotti nei costumi di tradizione della convivialità inglese: pubblica nel caso della consuetudine dei ritrovi ai Pub, delle bevute più o meno di qualità, dei cibi autenticamente inglesi; e privata nelle abitudini quotidiane della famiglia Rumpole, bilanciate tra le esigenze del riflessivo e sagace principe del foro e della sua consorte, tipica rappresentante del genere, aulicamente denominata dal marito, tra l’ironia e la rassegnazione, come Colei Che Deve Essere Obbedita. Veniamo inoltre condotti alla conoscenza della geografia giudiziaria inglese, sia nelle varie ottemperanze e particolarità del Common Low, come ad esempio il Notable English Trials, oppure l’Habeas Corpus, e della disciplina gerarchica degli studi legali che nei percorsi degli edifici che una lunga e onorata tradizione prepone all’esercizio della Giustizia inglese. Ci aggiriamo con Rumpole tra l’Old Bailey di Londra, che ospita il Tribunale Penale Centrale e la Corte della Corona, l’edificio neopalladiano costruito agli inizi del ‘900 sul sito della storica prigione di Newgate, la prigione di Brixton, Broadmoor l’ospedale psichiatrico giudiziario, il Palazzo di Giustizia di Ludgate Circus l’High Court of Justice a Trafalgar Square, la famosa Magistrate Court a Bow Street, nel cuore di Londra, alcune piccole circoscrizioni di giustizia di quartieri periferici e a volte di località fuori Londra (si rivelano molto utili le note esplicative delle edizioni Sellerio).

Già nell’individuazione di questi due primi aspetti ci accorgiamo della distanza che sussiste tra la precisione con cui questa letteratura sceglie le situazioni e le ambientazioni, in funzione della coerenza tra una realtà effettiva e le necessità di trama narrativa, e la generalità delle consuete ambientazioni di certa giallistica british, anche titolata, opportunisticamente articolata da una fantasia più o meno pittoresca in funzione di un pregiudizio di superficialità del pubblico. John Mortimer, in questi racconti di ricordi e rievocazioni, che si connotano altresì per un tratto ironico, ma di alto profilo e sempre significativo, che non cede mai al gratuito, al comico fine a sé stesso, conferisce all’immagine di un Horace Rumpole vicino alla settantina (una statura non troppo bassa ma di complessione tendenzialmente robusta, descritta nella guisa di abbigliamento formale ma condito dall’abitudinaria sciarpa, dalla cenere sul panciotto degli immancabili “sigarilli” e dal vecchissimo copricapo. La figura della mediocrità un po’ bizzarra che però cela, camuffata dal costume e dai modi da indeciso gaffeurs, l’intelligenza, la lucidità e la solida determinazione) la connotazione di un Socrate contemporaneo, seriamente determinato a mantenere la propria indipendenza di giudizio, coerentemente guidato nelle proprie scelte dalla propria libertà di pensiero. È grazie a queste qualità che Rumpole si costruisce una reputazione di difensore d’eccezione.

La sua conoscenza delle causali della malavita di origine sociale, unita alla lucidità nel confronto con l’occorrenza della Legge e alla contemporanea integrità individuale, gli impediscono di assumere ruoli nella parte dell’accusa nei processi. Ostinatamente ma convintamente dedicato interamente alla difesa di persone la maggior parte soggette a raggiri, a circonvenzioni, a sfruttamenti interessati e altresì a meccanismi giudiziari che, se gestiti con passività, con superficialità o con non sufficiente intelligenza, nascondono o non vogliono considerare l’ineluttabilità dei propri esiti come un limite colossale alla Giustizia. Molto più spesso di quanto si è portati a credere, funzionari zelanti quanto limitati nascondono dietro alla loro meccanicità passiva, alla cavillosità delle regole non interpretate seguendo una ratio, ma seguendo invece la finalità del meccanismo in sé e condotti dalla noia di cui sono direttamente causa, prese di posizione decisamente inadeguate, ingiuste e gratuitamente vessatorie. Molte esistenze si sono risolte ingiustamente nella tragedia o perlomeno nella sofferenza, grazie all’applicazione della Legge in quanto tale. Horace Rumpole individua con sicurezza la qualità degli uomini di cui è circondato, che siano parte dell’apparato giudiziario, della normale società, che della malavita e li difende, generando spesso a sua volta quadri accusatori verso le bassezze di veri delinquenti di tutte le estrazioni ed età, o scoprendo e deviando gli strali dello sterile ma feroce moralismo di chi è chiamato alla gestione responsabile del sistema giudiziario, entrambi vigliaccamente mimetizzati nel conformismo più passivo.

A sostenere Rumpole nell’esercizio costante della propria umanità intelligente è la continua frequentazione appassionata della letteratura colta inglese. I racconti sono costellati da citazioni: William Wordsworth, Robert Browning, Samuel T. Coleridge, Lewis Carroll, Walter Scott, William Shakespeare, T. S. Eliot, John Keats, Alfred Tennyson, John Donne, George Gordon Byron tra gli altri. È evidente che proprio dall’intima prossimità con la cultura letteraria il personaggio Rumpole ricava la possibilità di un confronto consapevole e creativo, perspicace e scarsamente incline a considerare semplici lusinghe come vere possibilità, con l’intero contesto della sua esistenza, sia professionale e sociale che familiare e personale. La letteratura dà lo spunto e la struttura per le profonde riflessioni di Rumpole, sempre manifestate con la prontezza di un’ironia adattiva e brillante. A titolo d’esempio, nel racconto intitolato Rumpole e la società alternativa incontriamo la seguente considerazione: «è strano che i nostri tempi più civili abbiano in qualche modo offuscato la passione per la libertà». Oppure, in Rumpole e un caso di identificazione: «tutte le signore di mezza età che scrivono alla “Posta dei lettori” per il ripristino dell’impiccagione tengono forse conto che gli errori della memoria umana potrebbero sicuramente portare alla forca qualche persona sbagliata? O, ancora, noi siamo disposti a correre questo rischio per assicurare alle signore il loro sport preferito?»

Considerazioni che aprono finestre sull’antropologia culturale, sulla sociologia delle comunità, sulla storia della civiltà e delle religioni, anche se sono inserite in un contesto narrativo che finge di assecondare modalità da Padre Brown di Chesterton oppure da Ispettore Capo Tom Barnaby di Caroline Graham. La lettura di questi racconti è particolarmente indicata ai patiti dell’Inghilterra e dello stile inglese, agli appassionati del genere giudiziario ma anche ai lettori che non lo sono: troveranno in questi libri uno spaccato particolarmente veritiero d’umanità, sulla scia del Bardo dell’Avon.

Andrea Oddone Martin

© RIPRODUZIONE RISERVATA

John Mortimer, Avventure di un avvocato, traduzione di Stefania Michelucci, collana La memoria, Sellerio Palermo 2020, IV edizione, brossura, ISBN 9788838918841 120x168x17 mm, 347 pp, 270 gr, € 11,00

John Mortimer, Nuovi casi per l’avvocato Rumpole, traduzione di Maria Delogu, collana La memoria, Sellerio Palermo 2020, II edizione, brossura, ISBN 9788838921896 120x168x16 mm, 326 pp, 260 gr, € 12,00

John Mortimer, Rumpole per la difesa, traduzione di Luisa Nera, collana La memoria, Sellerio Palermo 2020, brossura, ISBN 9788838940835 120x168x15 mm, 301 pp, 240 gr, € 14,00