RECENSIONE: Martin Latham “I racconti del libraio”
Solamente al termine della lettura di questa recente uscita di Martin Latham ci si avvede del senso del titolo. Sebbene il titolo, data l’ubicazione della libreria di catena Waterstones gestita dall’autore, rimandi istantaneamente alla trecentesca raccolta di novelle I racconti di Canterbury, un’agilità non comune deve regolare la lettura de I racconti del libraio. Invero, ci si aspettava l’appassionata testimonianza autobiografica dell’attività ultradecennale del libraio inglese ma, fin dalle prime delle quattrocento pagine, si viene introdotti in un diverso argomento. «La storia che vi apprestate a leggere – afferma Latham – analizza il nostro rapporto con un oggetto fisico, il libro, e mostra come questo legame abbia reso più profonda la percezione che abbiamo di noi stessi». Una dichiarazione d’intenti che ci distoglie dalle precedenti e lecite attese, ma ci induce a proseguire con una nuova attenzione. Un’attenzione disposta al saggio, allo scritto risultato da un’accurata attività di diligente setacciatura, sottoposto alla disciplina del metodo, distillato meticolosamente a suffragio della tesi così impegnativa.
Non sono necessarie molte pagine per comprendere che ci troviamo di nuovo fuori strada. Gli argomenti proposti sono di certo degni di un trattamento, alla peggio, accademico ma ciò che invece accade è che ci troviamo di fronte a una corposa quantità di nozioni della più disparata provenienza, indirizzate, dopo averne tratto delle veloci e “lineari” conclusioni, al sostegno di alcune opinioni dell’autore. Si rimane perciò, nonostante la chiamata in causa di materie storiche, psicologiche, scientifiche, sociologiche, etc. che abbisognerebbero a loro volta di attenzioni paleologiche, filosofiche, codicologiche, storiografiche, cognitivistiche, linguistiche, filologiche, sul livello dell’opinione personale. Sono tredici i capitoli in cui si snoda quest’opera elaborata e in tutti i capitoli il linguaggio dell’autore rimane colloquiale, popolare, non lesina concessioni allo slang. Un linguaggio tutt’altro che adeguato a trattare argomenti come la neurobiologia, la teoria della mente, le attività cognitive nella pratica della lettura, la filosofia di Aristotele, la storia dell’Arte, il pensiero di Sigmund Freud, la teologia medievale che si esprime nella miniatura dei codici, gli usi degli antichi Greci, i principi teorici di economia, i movimenti culturali del Rinascimento italiano, l’architettura michelangiolesca, etc. Questa dimensione “tuttologica” è probabilmente necessaria, secondo Latham, per giustificare le proprie opinioni e le proprie predilezioni peraltro condivisibili, entro certi limiti.
Latham ritiene giustamente che la materialità dell’oggetto libro svolge una funzione determinante nella bibliofilia come nella pratica della lettura; sostiene peraltro che «La possibilità di ricevere conforto è una componente molto importante delle nostre letture», da cui inaugura la categoria dei “libri di consolazione” a cui è dedicato un capitolo. Individua l’attitudine anticonformista dei librai e delle loro librerie; possiede una certa propensione anti-maschilista e contrappone il concetto letterario di serendipità al mondo eccessivamente regolamentato e commercializzato. Inoltre, attribuisce una non indifferente importanza alla propria dimensione onirica: sono diversi i sogni citati nel libro attraverso i quali Latham dà la risposta a molte questioni; pensa inoltre che i libri e le librerie svolgano l’importantissima funzione di far emergere gli “altri sé individuali” di ciascuno di noi, che altrimenti rimarrebbero inesplorati. A nostro avviso, sono tutti pareri che non abbisognano di fraintese citazioni antiche, di pseudo approfondimenti scientifici e distorte esegesi di teologia medievale. Ci accorgiamo, inoltre, del ruolo di propaganda che svolge la quarta di copertina: suona come – direbbe Latham – un jingle pubblicitario.
Tuttavia, alcuni capitoli non tradiscono le attese riposte nel titolo. In piena corrispondenza troviamo il sesto capitolo, dedicato ad una selezione di vicende storiche dei collezionisti riportate con passione e dovizia. Il decimo capitolo dedicato ai Bouquinistes parigini, le bancarelle di librai lungo la Senna, un argomento di indubbio fascino ed interesse condotto con equilibrio e completezza. Il dodicesimo capitolo dedicato alle librerie di New York, che raccolgono il maggior entusiasmo dell’autore e dalle cui pagine, una carrellata di straordinari librai, dichiara tutta la sua passione ed approvazione. Il tredicesimo dedicato alle librerie in genere e a quelle che ha gestito: capitolo denso scritto con piglio sinceramente autobiografico, proprio quello che ci si aspettava dal titolo del libro. A tratti toccanti, ma comunque sempre sentite le pagine dedicate alle persone, ai colleghi, ai personaggi celebri quali tra gli altri Anthony Hopkins, Umberto Eco, Bob Geldof, Lady D, J.K. Rowling, Dirk Bogarde, Brian Eno, Charlie Watts, Greta Garbo, Francis Bacon, ai semplici clienti della libreria che hanno accompagnato la carriera del libraio Latham. Le immagini in bianco e nero sono perfettamente adeguate e ritmano gradevolmente la massa delle pagine.
Se consideriamo lo stile argomentativo ed il linguaggio adottato, questo libro parrebbe essere pensato per lettori generici ed appassionati ma, nel suo equilibrio contraddittorio, si tratta effettivamente di un libro che lascia una buona impressione soprattutto ai lettori abbastanza colti da non lasciarsi ingannare dalle inesattezze, dalle conclusioni semplicistiche se non errate, dalle forzature metodologiche, che riescano a cogliere la spontaneità delle pagine autobiografiche, decisamente apprezzabili ed interessanti. Se invece di quattrocento pagine ne presentasse poco più della metà, sarebbe un libro più che riuscito.
Andrea Oddone Martin
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(fotografia Libreria Miracoli, Venezia)
Martin Latham
I racconti del libraio
Traduzione di Elena Cantoni e Carlo Capararo
Rizzoli – Mondadori Libri S.p.A.
Milano – prima edizione aprile 2021
Realizzazione editoriale: Studio editoriale Littera, Rescaldina MI
Rilegatura: rigida, pagine incollate
143 x 218 x 36 mm
407 pp
580 gr
ISBN 9788817155717
€ 19,00